Nel lontano Natale del 1984, la Montagnetta di San Siro si trasformò in una pista di sci, mentre appena una decina di anni fa il Parco Sempione ospitò una prova del Campionato del Mondo di sci di fondo.
A questo punto, manca solo un passo estremo, un volo audace là dove osano le aquile: una pista da sci indoor, un luogo dove la neve non conosca stagioni, permettendo di sciare tutto l’anno. Un’idea visionaria? Forse. Ma il progetto esiste, così come il luogo in cui potrebbe prendere vita. Serve solo l’ultima scintilla, la condizione che trasformi il sogno in realtà.
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11 marzo. Il giorno in cui il sogno dello SkiDome a Milano sembrava per realizzarsi

# La pista da sci coperta: lunga 350 metri, larga 60, con un dislivello di 65 metri
credits: 4actionsport.it
Un impianto da sci coperto, con tre piste, un ristorante panoramico affacciato sulla zona d’arrivo, un’area commerciale dedicata agli sport invernali e un lussuoso albergo quattro stelle. Un progetto ambizioso, capace di portare l’inverno perenne nel cuore della Lombardia.
La pista principale, lunga 350 metri, larga 60 metri e con un dislivello di 65 metri, sarebbe affiancata da due piste più piccole, entrambe di 100 metri. Un’idea ispirata ai modelli internazionali, come quello avveniristico di Dubai, che permetterebbe di sciare tutto l’anno. Il costo? 50 milioni di euro per trasformare in realtà un’idea fuori dal tempo.
La location scelta non è casuale: il progetto prevedeva la costruzione dell’impianto accanto al Centro di Arese, il colosso dello shopping progettato dall’architetto Michele De Lucchi, uno dei più grandi centri commerciali d’Europa.
Era il 2016 quando, per la prima volta, Milano e la sua provincia iniziarono a immaginare un futuro in cui si potesse sciare senza attendere l’inverno. C’è stato un momento che tutto sembrava ormai a portata di mano. A marzo del 2021.
# La nuova bocciatura annunciata dal sindaco di Arese

E pensare che l’11 marzo 2021 sembrava fatta: la Giunta Regionale aveva approvato l’aggiornamento dell’atto integrativo all’Accordo di Programma mirato alla riqualificazione complessiva dell’intera area. Questo significava far rientrare lo Ski Dome di entrare a far parte del progetto di riqualificazione.
L’iter burocratico si era messo in moto, coinvolgendo enti pubblici e privati in un piano ambizioso di riconversione dell’area. Il Collegio di Vigilanza aveva avviato valutazioni strategiche: l’ipotesi di strutture funzionali alle Olimpiadi 2026, lo studio dell’accessibilità tramite il trasporto pubblico locale e, infine, la ricerca di risorse finanziarie per sostenere i costi dell’intervento e della gestione.
Sembrava il preludio a un nuovo capitolo. E invece, dopo alcuni mesi, la fiammella dello Ski Dome si è affievolita, forse spenta definitivamente. A gelare ogni speranza è stata la sindaca di Arese, Michela Palestra, con un annuncio che ha spento l’entusiasmo: la pista da sci indoor non si farà. A meno che, all’ultimo momento, non arrivi un colpo di scena.
La svolta è arrivata con una riunione chiave in Regione Lombardia, il 18 ottobre 2022, alla presenza della proprietà, dei rappresentanti regionali e dei sindaci coinvolti nell’atto integrativo. Da tempo si chiedevano aggiornamenti sulla riqualificazione dell’area, ma l’incontro ha confermato la grande assenza: manca un investitore. Senza di lui, il progetto è stato rimosso dall’ordine del giorno.
Eppure, tra le righe, una porta resta socchiusa. Perché il sogno non è stato archiviato del tutto: basterebbe trovare chi è disposto a crederci. E, a ben vedere, i vantaggi di un’opera del genere sarebbero molteplici. Il tempo dirà se Milano potrà davvero avere la sua neve eterna o se questo resterà un sogno svanito nel nulla.

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