14 aprile 1975. La polizia arresta la prima radio libera d’Italia. Ma sarà solo per poco

Riviviamo i momenti di quando da Milano sventolava la bandiera della libertà

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Ph. @repubblica_milano IG
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14 aprile del 1975. La polizia sigilla il trasmettitore di Radio Milano International, la prima radio libera d’Italia. Ma il vento della libertà non si può arrestare. Riviviamo i momenti di quando da Milano sventolava la bandiera della libertà.

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14 aprile 1975. La polizia arresta la prima radio libera d’Italia. Ma sarà solo per poco

# A Milano risuona «I’m Free»

Radio Milano International

Tutto ha avuto inizio il 10 marzo del 1975. Alle 5 del pomeriggio da un giradischi risuonò «I’m Free» degli Who. Ma non era un giradischi qualunque. No, perché quel giradischi si trovava dentro un furgone che girava per le strade di Milano. E quello non era un semplice furgone: trasportava un trasmettitore militare sintonizzato sui 101 in fm. E neppure I’m free era una canzone come un’altra. Era molto di più: era il messaggio di una novità storica, la nascita della prima radio libera d’Italia. Radio Milano International era il suo nome. 

# «A Milano non si parlava d’altro»

credits: @claudio cecchetto Twitter

Quel 10 marzo accadde qualcosa destinato a fare la storia: si scriveva la prima pagina del libro della libertà di comunicare. Già, perché quel giorno per la prima volta in Italia si poteva ascoltare la musica senza dover ascoltare la Rai o sintonizzare su un’emittente straniera. L’idea originale fu di due coppie di fratelli milanesi, tutti sui venti anni, l’età della rivoluzione: erano Angelo e Rino Borra, Piero e Nino Cozzi. Investirono i loro risparmi, un milione di lire (oggi circa 500 euro, anche se il cambio ormai non ha senso), per l’attrezzatura. Come studio fecero economia: utilizzarono la camera da letto di Piero Cozzi in via Locatelli 1, dietro piazza della Repubblica.

Il successo fu clamoroso. «A Milano non si parlava d’altro», ricorda Claudio Cecchetto che entrò in Radio Milano International un mese dopo l’apertura. Il primo brano da lui trasmesso fu «Foot Stompin’ Musi» di Hamilton Bohannon: «Durava 7 minuti e siccome fui mandato in diretta all’improvviso, quei 7 minuti mi servirono per prendere fiato e calmarmi», conclude il papà del Gioca Jouer. Ma proprio quando il vento della libertà sembrava soffiare sempre più forte, come spesso succede, l’autorità cercò di mettersi di traverso. 

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# La sconfitta del potere: la musica ritorna libera

Poco più di un mese dopo l’inizio delle trasmissioni, il 14 aprile del 1975, la polizia irruppe sigillando il trasmettitore. La musica è finita? Macché. Il vento della libertà nessuno lo può arrestare. I fratelli fondatori della radio presentarono un ricorso che il pretore Cassara non poté che accogliere, applicando i principi costituzionali. Le trasmissioni ripresero anche se si provò ad affossare la nuova radio con l’altra classica strategia del potere che cerca di difendere lo status quo: il fango delle maldicenze. In questo caso soprattutto da sinistra si diffuse la voce che l’emittente fosse finanziata dalla Cia, anche se in realtà i soldi arrivavano dalla pubblicità che fin da subito aveva intuito le potenzialità del mezzo.

Che fine ha fatto Radio Milano International? Nel 1988 la radio estese le trasmissioni in tutta Italia come 101 Network. Oggi si chiama R101 ed è di proprietà della Mondadori.

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ANDREA ZOPPOLATO

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Andrea Zoppolato
Più che in destra e sinistra (categorie ottocentesche) credo nel rispetto della natura e nel diritto-dovere di ogni essere umano di realizzare le sue potenzialità, contribuendo a rendere migliore il mondo di cui fa parte.

1 COMMENTO

  1. Vi ricordate il gingle: Radio Milano International twennyfour hours in stereophonic non stop music!!!
    Che radio fantastica!!

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