30 marzo 1876. Nasce il primo trasporto pubblico d’Italia. Ma non a Milano

Un anno dopo Parigi. Sei prima di Milano

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30 marzo 1876. Ha inizio il primo trasporto pubblico in Italia. Ma non siamo a Milano. 

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30 marzo 1876. Nasce il primo trasporto pubblico d’Italia. Ma non a Milano

# La borghesia triestina vuole darsi una mossa

Credits: @mondotram

Siamo in piena epoca asburgica. A Trieste la borghesia imprenditoriale avanza richieste sempre più pressanti: serve un collegamento rapido tra il capolinea della ferrovia Trieste-Vienna e le fabbriche del Borgo Teresiano. La città ha bisogno di velocità: persone e merci devono muoversi con efficienza.

Da questa necessità nasce un’innovazione destinata a segnare la storia della mobilità italiana. Il 30 marzo 1876 prende vita il primo servizio di trasporto pubblico in Italia, un’infrastruttura pionieristica che anticipa il futuro della viabilità urbana.

# Borgo Teresiano

Credits: @palazzoteresiano.com – Borgo Teresiano, il Canal Grande

Il Borgo Teresiano è uno dei quartieri più antichi e simbolici di Trieste, un crocevia di storia e commercio. Voluto da Maria Teresa d’Austria nella seconda metà del Settecento, nasce dall’ambizioso interramento delle saline per trasformarsi in un elegante quartiere signorile. Il suo epicentro è il Canal Grande, un canale navigabile che taglia perpendicolarmente il lungomare, progettato per portare le merci direttamente nel cuore urbano. 

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Nel 1719, Carlo VI decretò Trieste porto franco, spalancando le porte a un’epoca di straordinario splendore. La città divenne il cuore pulsante del commercio dell’Impero Asburgico, un crocevia di traffici e culture. L’afflusso di mercanti da ogni angolo d’Europa, in particolare dai Balcani, rese inevitabile l’espansione oltre le antiche mura medievali. Ma non bastava crescere: bisognava muoversi più velocemente. 

# Tram e cavalli al servizio della città: nessuna fermata stabilita

Credits: @mondotram.it

Il primo tentativo di trasporto pubblico a Trieste prese forma con una linea di carrozze trainate da cavalli. Tuttavia, il servizio si rivelò presto inadeguato: inefficiente, costoso e poco accessibile alla maggior parte della popolazione.

La svolta arrivò con l’incarico affidato alla Società Triestina Tramway, un consorzio nato dalla collaborazione tra capitalisti locali e la società belga Des Tramways de Bruxelles, già attiva nella gestione del trasporto pubblico a Roma dal 1877 e a Bologna fino al 1924.

Credits: @mondotram.it

Nasce così la prima linea tramviaria ippotrainata, un servizio che offriva vagoni di prima e seconda classe. La differenza? Un semplice cuscino che addolciva il viaggio dei passeggeri più facoltosi.

Le tariffe erano di dieci e cinque soldi, con l’aggiunta di un soldo destinato alla tradizionale mancia del bigliettaio. Nessuna fermata prestabilita: bastava un gesto della mano o un segnale acustico per salire e scendere ovunque lungo il percorso, in un’epoca in cui la mobilità si adattava ai ritmi della città.

La prima linea fu inaugurata all’alba del 30 marzo 1876, con la tratta Battisti-rotonda del Boschetto: una corsa ogni 15 minuti. Parte così, a Trieste, il primo trasporto pubblico d’Italia, alla portata di tutti. Un anno dopo Parigi ma in anticipo di un anno rispetto a Roma e Bologna. E sei anni rispetto a Milano, dove il servizio su rotaia iniziò nel 1882.

 

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