31 marzo 1979. In Darsena arriva l’ultimo barcone con il suo carico di sabbia

«Milano da quel giorno rimarrà una città senza porto». Ma qual è la storia del porto di Milano?

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«Milano da quel giorno rimarrà una città senza porto». Ma qual è la storia del porto di Milano?

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31 marzo 1979. In Darsena arriva l’ultimo barcone con il suo carico di sabbia

31 marzo 1979. In Darsena al Ticinese arriva l’ultimo barcone con il suo carico di sabbia. «Milano da quel giorno rimarrà una città senza porto». Ma qual è stata storia del “porto di Milano”?

# Il “porto fluviale romano di Milano”

Tra via del Bottonuto e via San Clemente davanti alla mura romane si estendeva una banchina portuale affacciata ad un laghetto: consentiva l’attracco di piccole imbarcazioni in corrispondenza dell’attuale via Larga, lungo la quale scorreva il Seveso. Il laghetto era conosciuto come “porto fluviale romano di Milano”. Venne in seguito prosciugato: al suo posto fu realizzata una fossa di scolo delle acque di scarico e dei rifiuti, chiamata butinucum, che diede poi il nome al quartiere Bottonuto

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La Darsena nasce nella zona dove prima esisteva il laghetto di Sant’Eustorgio, bacino artificiale realizzato nel Medio Evo: la Darsena venne realizzata come ampliamento del laghetto. Come la Darsena, il laghetto di Sant’Eustorgio riceveva le acque del Naviglio Grande e come emissario aveva il Cavo Ticinello, che ancora oggi è lo scolmatore della Darsena. 

Nel corso dei lavori di riqualificazione della Darsena, eseguiti per Expo, sono venuti alla luce i resti del ponte medievale in corrispondenza del quale il Cavo Ticinello usciva dal laghetto di Sant’Eustorgio: i resti del ponte sono al livello del piano stradale e sono visibili da piazza XXIV Maggio.

Una curiosità? Un tempo Milano aveva altre due “darsene”: il laghetto di San Marco e il laghetto di Santo Stefano.

# La costruzione della Darsena

La Darsena fu realizzata nel 1603 dagli spagnoli che governavano Milano, per trasformare il laghetto di Sant’Eustorgio in un vero e proprio porto. La Darsena oltre a ricevere le acque del Naviglio Grande, riceveva anche quelle dell’Olona: l’Olona si immetteva nella Darsena con l’obiettivo di mantenere costante il livello dell’acqua. Prima di sfociare in Darsena l’Olona scaricava le sue acque nel fossato delle mura medievali con lo scopo di rifornirlo d’acqua

L’Olona fu deviato dagli antichi Romani verso Milano anche per un altro motivo: avere un corso d’acqua che costeggiasse interamente l’antica strada romana che congiungeva Mediolanum con il Lago Maggiore per apportare un incremento ai commerci lungo questa strada sui barconi fluviali.

La Darsena diventò fin dalla sua costruzione uno dei punti di riferimento dei milanesi: attorno ad essa si svilupparono diverse attività commerciali ed era anche un bacino per la pesca grazie al costante apporto di pesci provenienti dai Navigli milanesi. In questo contesto si insediò nella futura piazza XXIV Maggio, uno dei mercati più importanti di Milano, tant’è che quest’ultima, un tempo, si chiamava “piazza del Mercato”.

# L’ultimo barcone della Darsena

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Il successo della Darsena crebbe nel corso dei secoli fino al declino arrivato con la diffusione del trasporto su strada nella seconda metà del Novecento. L’ultimo barcone che trasportava 120 tonnellate di sabbia entrò in Darsena sabato 31 marzo 1979 alle ore 14: era lungo 38 metri ed era partito alle 6 del mattino da Castelletto di Cuggiono ed era approdato in Darsena dopo aver percorso il Naviglio Grande. Con la fine del traffico fluviale scomparve anche l’ambiente portuale che caratterizzò per secoli questa zona di Milano.

La Darsena misura, da un’estremità all’altra, dopo le modifiche apportate nei secoli, 750 metri di lunghezza e 25 metri di larghezza. Ha una profondità di un metro e mezzo.

Continua la lettura con: 28 marzo. La prima proiezione cinematografica nella storia di Milano

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