4 marzo 1152. Federico I Barbarossa viene eletto re di Germania: cosa rimane a Milano di quei tempi?

Dove Milano è rimasta a mille anni fa

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Federico Barbarossa nel Kyffhäuserdenkmal
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4 marzo 1152. Federico I Barbarossa viene eletto re di Germania: cosa rimane a Milano di quei tempi?

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4 marzo 1152. Federico I Barbarossa viene eletto re di Germania: cosa rimane a Milano di quei tempi?

# Le mura del 1156

Milano medievale. wikipedia
Milano medievale. wikipedia

Le origini delle mura medievali di Milano affondano le radici nel 1156, in un periodo di feroce conflitto tra la città lombarda e l’imperatore Federico Barbarossa. A ideare e dirigere la costruzione di questa imponente difesa fu Guglielmo da Guintellino, ingegnere militare genovese al servizio di Milano. Egli progettò non solo le mura, ma anche un vasto fossato, ottenuto ampliando l’antico “refossum” romano. Questo secondo fossato, realizzato nel 206 d.C., si sviluppava più esternamente rispetto al primo e lambiva i quattro castelli che proteggevano l’antica Mediolanum. Il fossato più interno, invece, seguiva il perimetro delle mura romane.

All’esterno di questa nuova cinta muraria sorgevano diversi edifici di rilievo, tra cui chiese e conventi che divennero poli di aggregazione per comunità e attività artigianali. Tra questi si annoverano la basilica di Sant’Eufemia, la chiesa di San Babila e quella di San Bernardino alle Ossa.

La cerchia muraria medievale del 1156 racchiudeva interamente la città e sfruttava le acque del Seveso e del Pudiga per alimentare il fossato difensivo. Le mura, maestose e robuste, raggiungevano una larghezza di ventiquattro braccia. La terra estratta dallo scavo del fossato fu riutilizzata per l’erezione di imponenti bastioni, noti come “terraggi”, la cui posizione corrisponde oggi alle moderne vie della Cerchia dei Navigli stradale.

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# Le nuove mura pochi anni dopo

storia di milano
Federico Barbarossa nel Kyffhäuserdenkmal

Evoluzione poco fortunata della cinta del 1156: queste mura furono legate indissolubilmente alla figura di Federico Barbarossa, che durante l’assedio di Milano se ne impadronì e quasi rase al suolo la città disperdendo i milanesi nei borghi limitrofi e distruggendo le mura romane. Nel 1171, come conseguenza della distruzione del 1162, si iniziarono i lavori per la costruzione di un più efficace sistema difensivo, questa volta in muratura, dotato di un fossato allagato anche dalle acque dell’Olona. Col tempo la città si dotò di un vasto apparato di alleati, di castelli, roccaforti e borghi fortificati tanto che nel giro di due secoli Milano divenne uno dei più potenti e ricchi Stati italiani preunitari.

# La Cerchia dei Navigli

La nuova cinta quasi circolare diede un particolare e duraturo assetto all’impianto urbanistico, tant’è che il nuovo fossato verrà, nei secoli, approfondito sino a creare la Cerchia dei Navigli, ben visibile ancora negli anni venti del XX secolo. Il completamento delle mura richiese diversi anni e venne terminata sotto Azzone Visconti: alcune torri non furono mai finite. I fossati delle mura medioevali furono usati fino ai primi anni del Novecento come canali navigabili e rappresentarono a lungo una delle caratteristiche principali dell’urbanistica milanese. Poi, nel 1930, fu ultimata la copertura delle acque del vecchio tracciato murario medioevale.

# Le pusterle di Milano

Il quadro completo e dettagliato delle porte e delle pusterle della mura medievali di Milano (nello specifico, otto porte e undici pusterle) annovera soprattutto Porta Orientale, che si apriva all’attuale incrocio tra via Senato, via San Damiano e corso Venezia e si trovava sulla direttrice tra la romana Porta Argentea e l’odierna Porta Venezia. Poi, Pusterla Monforte,  di fronte all’attuale corso Monforte, Porta Tosa, che si apriva all’inizio dell’odierno corso di Porta Vittoria, sulla direttrice tra la romana omonima (in via Larga) e l’attuale Porta Vittoria, in direzione dell’Adda e soprattutto Porta Romana. A quest’ultima, all’incrocio dell’attuale via Francesco Sforza con corso di Porta Romana, vi si accedeva dal ponte ornato dalla statua di san Giovanni Nepomuceno protettore dei naviganti. Quella romana era all’inizio del decumano in piazza Missori, dove anche oggi comincia il corso che porta in direzione della allora lontanissima Caput mundi.

# Quel che resta della Milano medievale

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porta Romana

Ma cosa ci è rimasto, davvero, di tutto questo millenario patrimonio medievale? Ad esempio, al termine di via Manzoni si trova l’antica porta Nuova risalente al XII secolo. Era una delle porte principali della cinta, la porta è a doppio fornice con due costruzioni laterali che si protendono verso il lato che un tempo era esterno alla cinta. Sono ancora visibili le scanalature usate per la saracinesca che la chiudeva: i due passaggi pedonali laterali sono stati ricavati nel 1861.

I resti dell’antica Porta Romana sono situati nello scantinato di due palazzi all’incrocio di corso di Porta Romana e via Francesco Sforza, mentre i fregi che la decoravano si trovano nel Castello Sforzesco. La pusterla di Sant’Ambrogio, che si trova nell’omonima piazza, è una ricostruzione fatta sul diroccato impianto originario nel 1939. Piccola curiosità civica: al numero 21 di Corso di Porta Venezia è possibile trovare i resti di un bassorilievo raffigurante una lupa, un tempo appartenente alla porta Orientale e sfuggito alla sua demolizione.

 

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