Gli edifici più impressionanti di Milano lasciati nel degrado (mappa)

Tra questi ne abbiamo scelti 7: quelli che raccontano meglio il contrasto tra una città che corre e i suoi vuoti urbani che restano indietro

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A Milano ci sono circa 180 immobili abbandonati, tra centro e periferia. Alcuni sono stati inseriti in progetti di riqualificazione, altri restano bloccati tra demolizioni mai avviate e lavori fermi da anni. Il Comune li ha censiti in un geoportale consultabile online: molti sono di proprietà pubblica, altri appartengono a enti o soggetti privati, ma il risultato non cambia. Strutture vuote, murate, dimenticate. Vediamone alcune tra le più impressionanti.

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Gli edifici più impressionanti di Milano lasciati nel degrado (mappa)

 

#1 Il «Cementone» di Greco senza un progetto di rilancio, potrebbe beneficiare degli effetti positivi della trasformazioni circostanti

Il giro inizia dal nord della città. Il “Cementone”, edificio grigio costruito nel 1985 in via Emilio de Marchi, è un simbolo di degrado urbano. Originariamente progettato per diventare il centro di calcolo delle Ferrovie dello Stato, ma non è mai stato completato, ed è rimasto inutilizzato per decenni. C’è persino un murales disegnato sulle mura esterne, quello di Cane Morto, entrato a far parte dei simboli della città. Oggi, nonostante la sua condizione di abbandono, l’area intorno al “Cementone” sta lentamente evolvendo grazie a progetti di recupero delle zone circostanti, che potrebbero contribuire a trasformare quest’angolo di Milano. Tra questi c’è la riconversione dello scalo merci di Grego nel primo quartiere di housing sociale green d’Italia, grazie al progetto “L’innesto”. 

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#2 L’ex Ospedale delle malattie infettive Bassi, a Dergano, potrebbe diventare un polo culturale

Credits-abcmilano-Ex-Ospedale-Bassi

Uno dei simboli più evidenti del degrado urbano a Milano è l’ex ospedale Bassi, affacciato su viale Jenner. Il complesso, costruito negli anni Venti per ospitare le malattie infettive, oggi mostra tutto il peso del tempo: palazzine murate, pareti sventrate, un degrado che colpisce anche chi passa di sfuggita. Solo una porzione è stata recuperata per ospitare un presidio ATS, mentre il resto, compresa un’antica villa industriale di grande pregio, è rimasto fermo nel tempo. Ma qualcosa potrebbe finalmente cambiare. A gennaio 2024 è stato firmato un protocollo tra Regione Lombardia e ATS Città Metropolitana per avviare il progetto “Jenner Hub”: l’idea è trasformare parte del complesso in un polo culturale e inclusivo, al servizio del quartiere e della città. Un primo passo, che però lascia ancora aperta la questione più ampia: il recupero di tutto il resto dell’area.

#3 I palazzi tra Via Lamormara 25/27, in zona Crocetta, non hanno un progetto all’orizzonte

Maps – Via Lamarmora 25-27

In pieno centro città, a due passi dall’elegante complesso Horti progettato da Michele De Lucchi, sopravvivono da decenni due fantasmi in muratura: i civici 23 e 27 di via Lamarmora. Questi edifici, un tempo nobili palazzi ottocenteschi, furono pesantemente danneggiati dai bombardamenti del 1943 e mai davvero ricostruiti con dignità. Oggi si presentano come involucri vuoti, con balconi in pietra che resistono quasi per abitudine e strutture fatiscenti che si reggono tra impalcature precarie e silenzi burocratici.

La proprietà, riconducibile a Immobiliare Sanitaria Ceschina, è la stessa che detiene altri immobili in condizioni simili, e nonostante un’ingiunzione del Comune nel 2011 per la messa in sicurezza, nulla è mai andato oltre qualche ponteggio montato e poi smontato.

Intorno tutto è cambiato: i giardini, i nuovi complessi residenziali, il volto della zona. Ma lì, tra via Orti e via Lamarmora, resta ancora un angolo dimenticato che nessuno sembra voler riaccendere. Ad oggi di progetti concreti all’orizzonte non se ne vedono.

#4 L’ex Macello Pubblico di Milano, in Calvairate, viene trasformato in quartiere low cost con il campus dello IED

Credits exmcaello IG – Ex Macello

Viriamo ad est. L’ex Macello di viale Molise è una delle grandi aree dismesse di Milano, attualmente al centro di un ambizioso progetto di riqualificazione. Dal 2005, quando fu definitivamente chiuso, l’area ha vissuto anni di abbandono, ma ora, grazie al progetto “ARIA”, vincitore del bando internazionale Reinventing Cities, la zona sta per trasformarsi.

In questi mesi si stanno completando le bonifiche ambientali, con i lavori che dovrebbero partire entro il 2025. Il progetto prevede la realizzazione di 1.200 alloggi a canone accessibile, un nuovo campus per l’Istituto Europeo di Design (IED) da 30.000 mq, che ospiterà circa 4.500 studenti, uno studentato con 600 posti letto e un distretto museale scientifico per promuovere le competenze STEAM. Un intervento che, se realizzato nei tempi, restituirà un’area vivibile e dinamica al quartiere.

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#5 Il «Palazzo di Cristallo», al Rubattino, rinasce nel più ampio progetto della Magnifica Fabbrica della Scala

Credits giannibiondillo IG – Palazzo Cristallo

Nel quartiere Rubattino, che in passato ospitava le officine Innocenti e Maserati, si trova il “Palazzo di Cristallo”, un complesso di capannoni abbandonati che da anni rappresenta una ferita aperta per l’area. Tuttavia, l’area sta finalmente per essere valorizzata grazie al progetto “Magnifica Fabbrica”, che prevede la trasformazione del sito in un laboratorio del Teatro alla Scala. 

Il piano prevede: la creazione di un centro di produzione teatrale che, oltre a valorizzare il patrimonio storico-industriale, contribuirà alla crescita di un distretto culturale in una zona che ha visto, negli ultimi anni, una forte espansione. Il “Palazzo di Cristallo” rinasce come spazio per ospitare eventi e celebrazioni legati alla programmazione culturale del Comune di Milano oltre che di enti e associazioni e un giardino d’inverno. Attorno è in corso la realizzazione del raddoppio del parco della Lambretta.

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#6 L’Istituto Marchiondi a Baggio, uno dei primi esempi di architettura brutalista, dovrebbe diventare una residenza universitaria

Istituto Marchiondi

Nell’estremo ovest c’è l’Istituto Marchiondi. Un esempio significativo di architettura brutalista progettato da Vittoriano Viganò negli anni ’50, a tal punto che il suo plastico è esposto al Moma di New York. Da tempo lasciato all’incuria e al degrado sta per essere oggetto di una grande trasformazione. Il progetto “Life from Arts” prevede la conversione dell’edificio in una residenza universitaria con 167 posti letto, oltre a spazi formativi e culturali che offriranno nuove opportunità per la comunità universitaria.

_davideangeli IG – Istituto Marchiondi

L’architettura dell’Istituto, pur nella sua durezza e rigidità tipiche del brutalismo, viene reinterpretata in chiave moderna, integrando la struttura con l’ambiente circostante e rendendola funzionale alle esigenze di un quartiere come Baggio, che da anni attende un intervento di recupero. I lavori sono previsti per l’inizio del 2025, con una completa apertura della struttura nel 2028. 

#7 Gli edifici di via Medici del Vascello, a Rogoredo, potrebbero trasformarsi in complesso residenziale

Credots: milanotoday.com – Uno degli edifici abbandonati di Via Medici del Vascello

Chiudiamo a sud. L’area compresa tra i civici 26 e 40 di via Medici del Vascello, situata tra i quartieri Rogoredo, Santa Giulia e Marezzate, è oggetto di un Piano Attuativo finalizzato alla rigenerazione urbana e alla riqualificazione urbanistica. La prima interessata dal cantiere di demolizione/bonifica, la seconda conta due edifici esistenti.

Comune di Milano – Medici del Vascello

Il progetto mira a promuovere un intervento di recupero e valorizzazione dell’area oltre 160.000 metri quadri, edificata all’inizio degli anni Ottanta per ospitare edifici direzionali e da tempo vuota, integrandola nel contesto cittadino e migliorando la qualità dell’ambiente urbano. Si prevede un insediamento abitativo caratterizzato da un mix tipologico di alloggi, con particolare attenzione alla flessibilità degli spazi interni, sia nella fase di progettazione che nel lungo termine. 

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

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