Il nuovo quartiere nato a fianco del sito di Expo2015, inizialmente per ospitare i delegati di tutti gli Stati partecipanti all’evento, è caratterizzato da una serie di torri multicolor nella sua parte residenziale. Edifici che dividono i milanesi. Vediamo perché.
I PALAZZI MULTICOLOR del “quartiere del futuro” dividono i milanesi: botta di vita o pugno negli occhi?
# Il “quartiere del futuro” a due passi da MIND
Cascina Merlata è uno dei nuovi quartieri di Milano, adiacente all’ex-sito di Expo 2015. Il nome deriva dalla cascina ancora presente, ristrutturata qualche anno fa, che oggi ospita numerose attività di ristorazione e servizio per la comunità.
L’area di Cascina Merlata si estende su una superficie di circa 900.000 mq e al suo interno sono in fase di ultimazione: un grande parco urbano di 250.000 mq, un plesso scolastico di 12.000 mq, un centro commerciale di 60.000 mq, il Merlata Bloom, oltre alle abitazioni suddivise in più lotti, di cui molte in housing sociale. Pensato per essere uno dei quartieri più innovativi della città, non tutti sono d’accordo sulla qualità estetica delle costruzioni realizzate.
# Le torri multicolor della discordia: capolavoro o schifezza?
Proprio la parte residenziale, con le torri multicolor progettate da MCA Mario Cucinella Architects, sta facendo discutere i milanesi. Si tratta di sette palazzi ad uso abitativo con 397 alloggi di varie metrature realizzati prima di Expo2015 per ospitare i delegati di tutti gli Stati partecipanti all’evento e riconvertiti in residenze di social housing nei mesi successivi.
L’impatto a prima vista è spiazzante. Da un lato c’è chi le ritiene il vero elemento iconico del progetto “Cascina Merlata”, un landmark riconoscibile per la Milano del futuro grazie al suo design innovativo. Dall’altro lato c’è chi considera le torri come qualcosa di riuscito male, un’accozzaglia di linee, blocchi e colori messi alla rinfusa: i materiali di alcune torri vanno dal verde al grigio, altre presentano sulla stessa facciata l’ocra, il marrone, l’azzurro e il bordeaux. Un’insieme che ricorda più una zona industriale del nord Europa che un quartiere milanese.
Riuscirà questo design innovativo ad affermarsi nel cuore dei milanesi?
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FABIO MARCOMIN
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