Il nostro Paese è un primatista di opere incompiute o di progetti rimasti sulla carta che potrebbero portare benefici e contribuito a cambiare in meglio la vita dei cittadini. Tra i molti ne abbiamo scelti cinque, alcuni noti altri molto meno.
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5 progetti ambiziosi che potrebbero cambiare l’Italia
#1 La diga di Gimigliano sul fiume Melito: sarebbe la più grande d’Europa – Calabria
Pensata e finanziata agli inizi degli anni 80, il progetto della Diga sul fiume Melito fu approvato dalla Cassa del Mezzogiorno nel 1982, ma l’iter si è interrotto numerose volte tra impegnative, ricorsi e sentenze. La consegna era prevista nel 1992. Costata già 90 milioni di euro, ne occorrerebbero 283 per completare i lavori di quella che sarebbe diventata la diga più grande d’Europa, una delle più alte al mondo fra quelle con manto di tenuta con conglomerato bituminoso.
Con i circa 40 milioni di metri cubi d’acqua potrebbe permettere di irrigare 16.000 ettari di superficie nella piana di S. Eufemia e portare acqua potabile nei rubinetti di fabbricati civili a Catanzaro e Lamezia Terme e per finalità industriali nell’area lametina, una delle più estese del Mezzogiorno.
#2 Città dello Sport di Tor Vergata
La Città dello Sport di Tor Vergata sarebbe dovuta essere il vanto dell’Italia per i mondiali di nuoto del 2009 che si sono tenuti a Roma. Il piano dell’archistar Calatrava prevedeva: una coppia di palazzetti dello sport, uno per basket e pallavolo e l’altro per il nuoto, posti uno di fronte all’altro con di fronte una coppia di laghi artificiali a formare una struttura a quadrifoglio. Intorno a questa struttura sarebbero stati realizzati altri impianti sportivi: piscine all’aperto e al coperto, pista di atletica ed altre strutture sportive. Inoltre di fronte al complesso di impianti sportivi, era prevista inoltre una torre destinata al rettorato dell’università e alta circa 90 metri.
Per il protrarsi della costruzione, e per l’aumento dei costi, i mondiali di nuoto sono stati svolti nelle strutture del Foro Italico, realizzate tra il 1927 e il 1932, che avevano già ospitato l’edizione del 1994.
#3 Idrovia Padova – Venezia, 27 km di canali per trasporto, commercio e prevenzione esondazioni – Veneto
Il canale navigabile Padova-Venezia progetto tra gli anni ’50 e ‘ 60 del ‘900, della lunghezza di 27 chilometri e mezzo, è compreso tra l’area dell’Interporto di Padova (Zona Industriale) e termina in Laguna, in corrispondenza del preesistente canale Dogaletto. Purtroppo non è mai stata terminato, mancando la tratta centrale e quella terminale, con un costo attualizzato per la sua conclusione stimato in oltre 460 milioni di euro. Sarebbe stata un via importante a fini trasportistici e commerciali, oltre a essere utile come scolmatore per le piene del Brenta e per addurre acque dolci e materiale solido nella laguna di Venezia.
#4 Alta Velocità sulla linea Adriatica
I treni sulla dorsale adriatica sono fermi all’operatività di 40 anni fa. L’alta velocità sulla dorsale adriatica immaginata e progettata nel 2001, finanziata dal Cipe 10 anni sembrava in procinto di essere sbloccata nei mesi scorsi, ma al momento è tutto rinviato. I lavori per garantire un servizio più rapido e moderno riguardano 34 chilometri di ferrovia nei quali è previsto il raddoppio dei binari, tra Termoli e Lesina tratto conosciuto come “l’imbuto d’Italia” perché spezza la connessione veloce tra proprio in mezzo allo stivale. Si riuscirà a sbloccare questa situazione?
#5 Il ponte sullo stretto di Messina – Sicilia/Calabria
Tralasciando la storia più lontana, quando già a fine ‘800 si parla di collegare la sponda siciliana con quella calabrese, per parlare del Ponte di Messina risaliamo al Concorso Internazionale di Idee indetto nel 1969. Nel 1981 venne creata la Società Stretto di Messina Spa per la progettazione, realizzazione e gestione dell’opera, ma l’iter interrotto più volte nonostante importanti passi avanti, portò il governo nel 2012 a metterla in liquidazione. Decaddero quindi tutti gli atti che regolavano i rapporti di concessione, nonché le convenzioni e ogni altro rapporto contrattuale stipulato dalla società concessionaria. Attualmente c’è un contenzioso in corso.
Il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto a campata unica da 3.300 m si può constatare che quasi tutto il percorso dei 40 km è costituito da raccordi, stradali e ferroviari, terrestri quasi interamente in galleria. Ora il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture sembra intenzionato a riaprire il capitolo.
FABIO MARCOMIN
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