Il palazzo di fine ottocento rinasce dopo un periodo di apparente abbandono. Tutti i dettagli della trasformazione.
Il CORTILE della SETA si rifà il look
# Lo storico palazzo ottocentesco “Cortile della Seta” si rinnova
Il palazzo ottocentesco tra via Moscova e via Solferino denominato il “Cortile della Seta” si rinnova grazie alla riqualificazione ad opera dello studio Asti Architetti. Un tempo caserma della Cavalleria Napoleonica e poi panificio militare del Governo austriaco, nell’ottocento l’edificio fu trasformato nel “Cortile della Seta” e punto nevralgico per le trattative commerciali e di ritrovo di commercianti e artigiani. La riqualificazione ha coinvolto il fronte strada, la grande corte coperta e la nuova copertura vetrata dopo anni di apparente abbandono.
# I dettagli dell’intervento
Oggetto della riqualificazione è stato “il blocco destinato ad ospitare uffici, a forma di corte, tipica degli edifici milanesi, con quattro livelli fuori terra ed uno seminterrato si è sviluppato in un continuo passaggio tra mantenimento e nuova costruzione, creando così un felice connubio tra vecchio e nuovo.” Il restyling ha permesso al “Cortile della seta” di rispondere ai requisiti NZEB (Nearly Zero Energy Building), utilizzando oltre il 50% di energia derivante da fonti rinnovabili ed ha ottenuto la certificazione LEED Gold. Le finestre fronte strada sono state ampliate e la geometria delle nuove vetrine studiate per preservare le caratteristiche originarie della facciata.
Sulla corte centrale è stata posta una nuova copertura vetrata, costituita da una scansione di shed di diverse dimensioni, ridefinendo l’ambiente con un nuovo assetto “da piazza coperta” e multifunzionale. La tipologia di copertura scelta consente una notevole illuminazione diurna e vuole essere una citazione dell’originaria funzione industriale di cui ne mantiene l’impostazione datata 1904. Gli ultimi due piani sono stati ridefiniti con un rivestimento continuo vetrato, realizzando “una vera e propria “lanterna” sulla città, staccandosi volutamente dal contesto storico sottostante e si presentano come un luogo di lavoro privilegiato: immerso nella luce, affacciato su Milano.”
Fonte: Archiportale
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FABIO MARCOMIN
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