La città di Dallas ha ricoperto un’arteria trafficata creando un enorme parco urbano a servizio dei suoi abitanti. Vediamo la trasformazione e i benefici apportati, immaginando anche dove si potrebbe fare qualcosa del genere a Milano?
AUTO SOTTO, VERDE SOPRA: Milano come Dallas?
# Da autostrada a parco di 20.000 mq
Fino al 2012 c’era un’autostrada trafficata, Woodall Rodgers Freeway, poi grazie a 110 milioni di dollari di investimenti e 10 anni di progettazione è nato il Klyde Warren Park: un’area verde di due ettari. Ci troviamo a Dallas, in Texas, una delle tante città americane dove l’auto è il mezzo di trasporto più utilizzato. Questa parte di autostrada c’è ancora solo che non si vede, i suoi cavalcavia sono stati infatti uniti per dare vita al parco che ora collega il quartiere Uptown con l’Art district di Dallas.
# Un parco sostenibile che ha fluidificato il traffico e porterà un beneficio economico alla città pari a 300 milioni di dollari
Il Klyde Warren Park è stato progettato per essere interamente sostenibile, con la messa a dimora di piante autoctone, l’implementazione di un sistema di recupero delle acque piovane e l’uso di energia solare per alimentare gli edifici del parco.
Tra i benefici che ha apportato c’è stato l’aumento di percorribilità del centro città e una crescita del valore immobiliare della zona circostante. Nel lungo termine inoltre, in base a un’indagine del Dipartimento dei trasporti degli Stati Uniti d’America, questo intervento generare un impatto economico a beneficio della città di Dallas pari a 300 milioni di dollari, mentre oltre il 90% dei cittadini ha percepito un netto miglioramento della qualità della vita nel quartiere.
# La tendenza nelle metropoli: spostare le auto sotto terra
Dallas è solo uno dei molti esempi di una tendenza in voga nel mondo da almeno due decenni. Uno dei progetti più noti è il Big Dig di Boston, un megaprogetto terminato nel 2007 che ha riconvertito l’Interstate 93, la principale arteria cittadina, in un tunnel sotto la metropoli lungo 5.6 km. Altri esempi sono il Cross City Tunnel a Sydney, il Port Tunnel a Dublino e il Carmel Tunnel a Haifa, in Israele. Nel 2019, aprirà un gigantesco tunnel sotto la città di Seattle, coronando un lavoro partito nel 2013. Altri esempi meno mastodontici, ma comunque indirizzati sulla buona strada, sono la messa sotterranea dell’A86 a Parigi, dell’M30 a Madrid, dell’A10 ad Amsterdam.
Città in Europa come Zurigo, Bruxelles, Stoccolma o Marsiglia sono riusciti a spostare vie di scorrimento importanti al di sotto della superficie.
# Il progetto dei tunnel sotto al centro di Milano
Si potrebbero fari interventi simili a Milano? In Lombardia abbiamo il modello monzese del tunnel della Valassina, una galleria urbana lunga 1805 metri, cifra che ne fa il tunnel del suo genere più lungo d’Italia e tra i più lunghi in Europa.
Tra il 2008 e il 2009 si parlò di mettere sotto terra traffico e smog milanesi grazie ad un tunnel di 4 km che avrebbe collegato piazza Repubblica con Forlanini, ispirandosi a Madrid o al gigantesco tunnel di San Cristóbal a Santiago, in Cile. Il costo all’epoca era stimato sugli 800 milioni di euro, ricavabili grazie alla formula del project financing, cioè capitali privati di italiani e stranieri che, in cambio della realizzazione dell’opera, avrebbero ricevuto la concessione del tunnel per 48 anni.
Si discusse anche di investire due miliardi di euro, dei quali il 40% pubblici, per un tunnel di 14.5 chilometri che dall’aeroporto di Linate avrebbe dovuto portare al quartiere dell’Expo, per poi concludersi a Molino Dorino. Non se n’è fatto niente.
# Dove si potrebbe fare a Milano
Anche nel capoluogo lombardo non mancherebbero le arterie da ricoprire con aree verdi. Ad esempio i tratti autostradali cittadini, come la A1, la A4 o la A7, altre strade come la Paullese oppure i tunnel come quello in zona Portello. Sarebbe un’ottima strategia per contribuire a ridurre l’inquinamento senza incidere sulla mobilità degli automobilisti.
Pensando ancora più in grande si possono immaginare due tunnel passanti sotto al centro storico, il primo dall’Arco della Pace a piazza Medaglie d’Oro (un percorso di circa 4 km), il secondo da Porta Venezia a piazza Napoli (poco più di 5 km).
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FABIO MARCOMIN
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