Chernobyl è stato luogo del più grande disastro nucleare della storia, un’emergenza ambientale globale causata da un’esplosione pari a 500 volte più potente di Hiroshima. La notte del 26 aprile 1986 alle ore 1:23:45, il reattore n°4 “Lenin” si incendiò causando distruzione in tutta la zona e non solo. Si sono contati circa 300 mila morti, migliaia di neonati malformati in tutta Europa, 2800 km quadrati d’acque, flora e fauna contaminati. Eppure, contro ogni aspettativa, nonostante le radiazioni siano ancora presenti, nella zona è tornata la natura. È diventata la terza riserva di piante e animali più grande in Europa.
CHERNOBYL 35 anni dopo: il TRIONFO della NATURA (malgrado le RADIAZIONI)
# La post-apocalisse che non si aspettava nessuno
Non un deserto post-apocalittico ma un’immensa oasi verde, è questo che bisogna aspettarsi ora cercando foto di Chernobyl. E si perché, grazie agli appostamenti fotografici di un gruppo di scienziati che sta studiando la zona di interdizione di Chernobyl, la cosiddetta CEZ (Chernobyl Exclusion Zone), si è scoperto che flora e fauna si sono appropriati dell’intera area. Sono comparse specie di animali selvatici mai viste nella zona, come il pony mongolo, il bisonte europeo e i lupi, non più cacciati, si sono moltiplicati, sono diventati ben 7 volte di più di quelli che erano. Linci, cervi, cinghiali che circolano per le strade sovietiche, alberi che spuntano dai balconi, uno scenario naturale probabilmente molto bello. Eppure nessuno si sarebbe aspettato di associare la parola “bello” a Chernobyl, testimone del grande disastro. Abbiamo potuto assistere (anche se non fisicamente perché agli uomini è ancora vietata la possibilità di ingresso nell’area) ad un trionfo della natura, una rinascita ambientale e ad una biodiversità capace di catturare più carbonio.
# Non dimentichiamoci delle radiazioni
Sicuramente sorpresi di ciò che avvenuto, non bisogna però dimenticarsi delle radiazioni che sono ancora presenti e che di certo non sono diventate innocue. Secondo l’ingegnere ex-nucleare Alex Sorokin, gli effetti delle radiazioni sugli organismi viventi si accumulano nel tempo. Non si riesce infatti a stimare quanto effettivamente queste specie animali vivano o se vengano colpiti da tumori causati ancora dalla radioattività presente nella zona, anche se lo si ipotizza.
# Le radiazioni hanno un effetto meno rilevante della presenza dell’uomo
La Chernobyl verde è un miracolo, ma ci fa ben ragionare. È stata l’assenza dell’uomo che ha portato a questo trionfo della natura. Ciò significa che le radiazioni siano un fattore meno rilevante, che queste non abbiano impedito a piante e animali di riprendersi i propri spazi ma l’uomo sì. Il botanico di fama mondiale, Stefano Mancuso, spiega che con tre decenni d’isolamento e divieto di qualunque attività umana, la natura ha potuto svilupparsi senza alcun impedimento.
L’Ucraina, oggi, chiede all’Unesco di dichiarare Chernobyl Patrimonio dell’Umanità.
Fonti: georgofili.info
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BEATRICE BARAZZETTI
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