Dormire in un TUBO

Dormire nei tubi delle fognature? Si può fare!

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credit: enchantingeden.wordpress.com
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Scegli tu quanto pagare, e dormi nei tubi!

Dormire in un TUBO

Dormire nei tubi delle fognature? Si può. Un architetto austriaco, Andreas Strauss, ha creato nel 2004 il Das Park Hotel.  Si tratta di enormi tubature che, con un grande lavoro di fantasia e recupero, sono diventate delle stanze di hotel disseminate nei parchi.

# Il Das Park Hotel è un mix tra hotel e camping

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Il primo nasce appunto in Austria, sulle rive del Danubio, ad Otthensheim. Si tratta di un mix tra hotel e camping: i tubi fungono da bungalow, possono ospitare al massimo 2 persone, hanno al loro interno un letto, delle coperte e una lampada. La toilette è fuori; ci sono le toilette comuni e per la colazione c’è un bar, ovviamente in alternativa alla cucina comune.

# Si, ma il costo? Si paga “quello che si vuole”

credit: bigsee.eu

Ci si registra sul sito, si invia una mail, si prenota la stanza, soltanto un tubo per ogni mail e massimo per 3 notti, e al momento della prenotazione arriva un codice via mail che ci permetterà  poi di aprire il nostro tubo. Si, ma il costo?  Si paga “quello che si vuole”, si, un’offerta per il progetto, per l’idea, per l’originalità… leggendo le recensioni dei visitatori si va dal super entusiasta a quello che ha trovato il parco in pessime condizioni per esondazione del Danubio (?), ma comunque il tubo e’ di cemento isolante!

# Dal primo aperto in Austria alle piramidi di tubi in Messico

credit: quiekyaccom.com

Comunque l’idea funziona.  Dopo l’Austria anche in Germania sono stati aperti hotel simili, e sono sbarcati anche in Messico, a Tepoztlan. Qui si trovano anche piramidi di tubi impilati uno sull’altro, stile alveare, ma anche qui la logica è la stessa, niente bagno in camera, niente colazione, solo pernottamento.

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MARTINA PICCIONI

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Martina Piccioni
Milanese di adozione, di sangue viterbese, anzi valleranese. Nella vita faccio ben altro, ma scrivere è la mia passione, scrivo per me e per chi mi legge, scrivo perché giocare con le parole mi suscita stupore, leggo perché mi fa sentire parte di storie. Cerco il buono in tutto e spesso chi cerca trova.