Desiderio contro realtà si scontrano spesso in tema di parcheggi, fino a diventare scontro. L’automobilista vorrebbe trovare parcheggio immediatamente invece, in una grande città, è costretto ad uscire di casa almeno 20 minuti prima, perché deve cercare e poi trovare parcheggio.
C’è un motivo ed è quello che non immagina nessuno…
Dove il PARCHEGGIO costa di più e dove costa di meno nel mondo? Le SORPRESE in CLASSIFICA
# Parcheggiare nelle Capitali
Sono 48 le capitali analizzate dagli analisti di Picodi.com, oppure le grandi città del mondo anche se non formalmente capitali di stato.
I parametri tenuti in considerazione sono: il costo di 1 ora di sosta a pagamento, nelle zone dedicate, insieme al costo (annuale) del permesso di parcheggio per residenti.
Non mancano le sorprese assolute, anche se c’è da specificare che si tratta di un’analisi di dati ricavati dai siti web delle varie municipalità, che le tariffe orarie si intendono per ora intera e non frazione, calcolata nei giorni feriali e che, nei costi dei permessi ai residenti, non sono inclusi eventuali sconti e bonus concessi per auto elettriche e facilities di questo genere.
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# La classifica più in dettaglio: costo orario
Londra si rivela la città più cara per questo specifico parametro: un’ora di sosta nella capitale inglese arriva a costare fino a 9.90 Euro.
Seguono poi Amsterdam, nel cui centro posteggiare l’auto arriva a costare 7,50 Euro, stessa tariffa prevista a Oslo.
All’indomani della pubblicazione del nuovo paniere dell’ISTAT, il costo del parcheggio della capitale italiana, tradisce l’economia povera del paese: parcheggiare a Roma costa circa 8 volte meno che nella Grande Londra. Se anche il rapporto dei guadagni, tra romani e londinesi fosse così penalizzante, ci sarebbe di che allarmarsi. Naturalmente non è così, questo parametro è influenzato dall’altra variabile di analisi: i permessi ai residenti.
La più economica è Yerevan, capitale dell’Armenia, in cui il posteggio ha la tariffa di 0,18 € all’ora.
Nel ragionamento, bisogna sempre considerare che il parcheggio in area centrale è più oneroso di una sosta in periferia. La città che, più di tutte, accentua questo fattore è Dublino, rispettivamente con € 3,20 e 60 centesimi /ora.
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# Costo (e indotto) del permesso ai residenti
Ben 6 delle 48 capitali prese in considerazione, nelle zone di sosta a pagamento con parchimetro, permettono ai residenti di parcheggiare l’auto gratuitamente nei dintorni di casa. Sono Lisbona, Roma, Skopje, Città del Messico, Tirana e Buenos Aires. Per i residenti di Lisbona il privilegio arriva fino a due auto per ogni nucleo familiare.
Il disincentivo al pagamento della sosta, si traduce automaticamente in un incentivo all’uso dell’automobile.
Le conseguenze ricadono quindi sul traffico quotidiano, sullo scarso utilizzo dei mezzi pubblici, sull’inquinamento e – soprattutto – sui lati delle strade, in cui ogni metro disponibile è occupato dalle auto in sosta.
Tutte le città sono divise in zone amministrative, che influenzano il costo del permesso residenti, ad eccezione di Parigi, che ne ha una sola.
Le città del podio per il permesso più costoso per i residenti sono Stoccolma, Riga e Amsterdam.
# Uno scontro integralista
In ogni città, tra diversi utenti del traffico, lo scontro integralista che nasce parlando di parcheggi è talmente estremo da diventare divertente.
L’automobile in città, da mezzo di trasporto comodo o indispensabile, è diventato un oggetto di culto e il parcheggio, come in ogni buon “credo” fa parte dei rituali.
Un interessante studio condotto da Urbis in tre città dell’Australia, Melbourne, Yarra e Stonnington, sancisce che per ogni spazio dedicato al posto auto (calcolato in circa 25 m² tra occupazione reale e spazio di manovra necessario), posizionato davanti ad una attività commerciale, porta un incasso giornaliero differente se il parcheggio viene occupato da un’auto, da bici o da dehor.
In pratica, se ad utilizzare i 25 m² è un’auto, l’incasso previsto è circa 950 dollari; 1.700 $ se gli utenti sono ciclisti, mentre 1.660 sono i dollari previsti se lo spazio è dedicato ai dehors. Dati analoghi arrivano anche da paesi decisamente più bike friendly dell’Australia, come Danimarca e Olanda, più vicine alla nostra cultura.
Dovremmo abbandonare le posizioni integraliste ed aprirci ad altri pensieri.
Ah già: l’Italia non è la Danimarca e nemmeno l’Australia.
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LAURA LIONTI
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