Il Consiglio di Stato ridimensiona il Green Pass voluto dal presidente francese Macron, costretto a fare marcia indietro. Cosa cambia e cosa potrebbe cambiare rispetto al disegno di legge iniziale.
GREEN PASS in Francia: Macron in RETROMARCIA
# Il Consiglio di Stato ridimensiona il Green Pass voluto da Macron
Oltre alle proteste nelle strade delle principali città francesi da parte di migliaia di persone, durante la festa nazionale del 14 luglio, e delle opposizioni, è arrivato il Consiglio di Stato a dare un duro colpo al Green Pass voluto da Macron. Entra in vigore ma in forma meno radicale e potenzialmente restrittiva per cittadini e titolari di esercizi rispetto alle iniziali aspettative: diverse parti del disegno legislativo sono state cassate ed è stato chiesto all’Eliseo di fare una parziale marcia indietro.
# Le nuove regole
Nello specifico sparisce l’obbligo di Green pass per l’accesso ai grandi centri commerciali, per la limitazione che imporrebbe ai cittadini nel poter acquistare beni e servizi di prima necessità. Nei cinema, nei musei e agli eventi il green pass è obbligatorio solo se si superano le 50 persone presenti. La linea che il presidente ha tentato di imporre pare sia già in via di ammorbidimento anche per quanto riguarda bar e ristoranti, con ristoratori e baristi che si lamentano di non avere l’autorità di improvvisarsi gendarmi, fare controlli, chiedere documenti d’identità e cacciare clienti sprovvisti di green pass. Slitta al 30 settembre l’obbligo per la fascia 12-17 anni di esibire il Green Pass. Nel frattempo non si placano le proteste in tutta la Nazione.
# Ridotte le sanzioni per il mancato rispetto delle regole
L’altro aspetto del Green Pass rivisto al ribasso da parte del Consiglio di Stato riguarda le sanzioni previste in caso di mancato rispetto delle regole. Per i negozianti e gli esercenti che non rispetteranno i controlli, la multa di 45.00 euro è stata ridotta a 7.500, per le persone fisiche sprovvisti di Green Pass a 1.500 euro. Decade anche la possibilità di effettuare controlli di polizia lungo l’intero arco della giornata, e nemmeno dopo le 21, mentre resta la sanzione da 9mila euro per chi ne colleziona quattro in un mese. Un’ulteriore modifica riguarda le sanzioni nei confronti dei lavoratori che si rifiutano di vaccinarsi o di fornire il pass sanitario: non è più previsto il licenziamento ma la sospensione dello stipendio.
La proroga del pass è subordinata al ripristino dello stato di emergenza sanitaria, fino al 31 ottobre e il testo dovrà ancora passare il filtro del Consiglio costituzionale prima di diventare legge.
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FABIO MARCOMIN
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