Il futuro è dei più piccoli e la Danimarca, il paese più felice del mondo, lo sa bene. Ecco 4 utili consigli dal modello danese.
I 4 SEGRETI dei DANESI per crescere BAMBINI FELICI
L’unico comune denominatore della narrazione degli ultimi 18 mesi, è stato focalizzarsi in via esclusiva su un preciso concetto spazio-temporale: il qui ed ora.
Anche se per affrontare questa emergenza si poteva forse attingere alle esperienze del passato.
Ciò che è ancora più sorprendente, è la carenza di sguardi sul futuro. Annichiliti da conteggi giornalieri, chiacchiere da talk show e sovra esposizione mediatica del virus, la maggior parte di noi si sta rivelando incapace di proiettarsi oltre questo momento, quasi rassegnati alla durata eterna del presente. Si è persa la capacità di immaginare il ritorno al futuro, creandolo.
Tale atteggiamento sta facendo perdere di vista un’intera generazione, che deve essere una priorità e il cui unico diritto è quello di crescere spensierati e felici: i più piccoli.
Per quanto la retorica sia affascinante, non è del nostro futuro che stiamo parlando: per dare un futuro migliore ai nostri bambini prendiamo qualche segreto dall’esperienza danese, un tipo di mentalità che in questo ci potrebbe insegnare molto.
# Metodo danese: la ricerca della felicità inizia fin da piccoli
Meglio guardare cosa fanno negli altri paesi. Quando è stato pubblicato il ranking delle nazioni più felici del pianeta, alcune di loro hanno riconfermato un andamento ormai decennale. C’è una nazione che dedica molte attenzioni e risorse alla felicità dei bambini, la Danimarca, che non a caso da anni si ritrova sul podio del World Happiness Report.
La ricerca della felicità in Danimarca inizia fin da piccoli: nelle scuole si insegna ai bambini a rapportarsi con le proprie emozioni, con le paure e le difficoltà. Gli adulti ascoltano le problematiche dei bambini e si spiega loro come gestirle ed affrontarle, senza scappare o ricorrere alla dipendenza dagli adulti per risolverle.
Con le difficoltà dovute alle restrizioni della gestione Covid, problemi e stress sono aumentati, vi proponiamo quindi quattro consigli basati sul «Metodo danese per giocare con tuo figlio in modo sano e intelligente», dell’autrice Jessica Joel Alexander.
#1 Mantenere la routine per crearsi un’area di sicurezza
La tentazione è forte: concedere di andare a letto più tardi, cambiare tutte le abitudini perché si seguono lezioni da casa anziché recarsi a scuola.
Cedere a questo richiamo complica la vita. È proprio in situazioni come questa che avere una routine stabile aiuta i più piccoli a sentirsi al sicuro ed evitare conflitti.
Più abitudini rimangono al loro posto, più sarà facile fornire ai cuccioli un margine di scelta, rendendoli protagonisti e padroni della situazione.
Quindi l’alternativa non è quella di seguire la lezione in pigiama, ma se seguirla con il maglione o con la camicia. Andare a nanna sempre alla stessa ora, scegliendo se leggere una storia o inventarla insieme.
#2 Lezioni di contatto per stimolare empatia e fiducia reciproca
Le “lezioni di contatto” in Danimarca sono uno dei pilastri dell’educazione, dalla materna alle medie sono una parte irrinunciabile del programma scolastico.
Per i danesi il contatto fisico crea una sensazione di fiducia stimolando alti livelli di ossitocina. La vicinanza incoraggia empatia e calma, tanto a scuola quanto a casa.
Provate ad includere, nella routine serale, un massaggio ai piedi o alla schiena dei vostri figli.
Molti bimbi lo trovano estremamente rilassante prima della nanna, per alcuni ragazzini è più facile aprirsi e raccontare la propria giornata in momenti come quello dedicato ad un massaggio.
Se i figli sono troppo grandi o non amano questo tipo di contatto, è sufficiente ricordarsi di distribuire abbondante dose di abbracci: alcuni esperti sostengono che 8-12 abbracci quotidiani, sono un ottimo sostegno per potenziare la fiducia in sé stessi
#3 Essere onesti
Il momento storico è quello che è, bisogna gestirlo. Sottacere i problemi o fingere che “andrà tutto bene” è un modo per nascondere le emozioni, cioè l’esatto opposto di come vivono i più giovani, che della manifestazione delle emozioni sono gli esperti da cui trarre ispirazione.
È molto importante essere onesti e dichiarare in modo esplicito come ci sentiamo.
I bambini si accorgono se c’è coerenza tra ciò che diciamo e ciò che facciamo, o come lo trasmettiamo.
Secondo il metodo danese, non esistono emozioni belle o brutte, ma solo emozioni. Se la vita non è una favola, dobbiamo insegnarlo ai bambini e metterli in grado di accettare le proprie emozioni senza giudicarle, in modo da gestirle e saper apprezzare appieno i momenti migliori
#4 Gioco di squadra
Un caposaldo su cui si basa la cultura danese sono le fællasskab , letteralmente la mentalità di squadra. Nelle occasioni sociali, i danesi promuovono la collaborazione attiva.
Anche confinati in casa, il nucleo familiare è una squadra che – per avere successo – deve far ricoprire un ruolo a tutti, anche ai più piccolini.
Dare ordini o caricarsi tutto il peso sulle spalle da parte degli adulti, è la negazione della squadra.
Al contrario gli adulti devono sforzarsi per trovare soluzioni per rendere le incombenze quotidiane, divertenti e inclusive, facendo in modo che tutti possano collaborare.
All’inizio ci vuole un po’ di impegno, poi tutto diventa più semplice. Soprattutto si deve rinunciare ad una parte di “io” per allargare il “noi”, condividendo ad esempio le faccende di casa, le attività quotidiane e la comunicazione. L’obiettivo è ritrovare la serenità dopo un lockdown e l’attualità, ed è più semplice farlo come squadra.
Uno dei gradi di civiltà di una società si misura dal modo in cui presta attenzione ai bambini.
Spiace constatare che, a parte le rare eccezioni di sempre, la nostra società ha dimostrato un basso livello di civiltà, relegando ai margini le decisioni riguardanti le nuove generazioni.
L’unica economia circolare che stiamo trascurando, è proprio quella generazionale: prenderci cura dei piccoli oggi delle giovani generazioni – cui stiamo chiedendo enormi sacrifici oggi – e che saranno disposte a sacrificarsi anche domani.
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LAURA LIONTI
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