Porte e scale che non conducono da nessuna parte, fiori di cemento e una surrealistica sostituzione della realtà con la fantasia. O è il contrario?
Vediamo come è fatto il giardino incompleto.
Il LABIRINTO SURREALISTICO nel cuore della giungla
# Il surrealismo a base di una vita
Nel cuore della giungla messicana, nel distretto di San Luis Potosì, lo scozzese Edward James ha costruito Las Pozas, il suo giardino magico fatto di un labirinto surrealistico in cui gli elementi di cemento e pietra si fondono all’ambiente selvaggio della foresta.
Edward James ha costantemente intrecciato la sua vita con l’arte e il surrealismo. Ha partecipato alla fondazione della rivista “Il Minotauro”, per la quale ha commissionato copertine a Dalì e Picasso; ha frequentato sempre il mondo della moda, della letteratura e dell’arte. Durante i suoi viaggi si è messo in testa di trovare un luogo idilliaco, in cui potersi dedicare alla poesia e alla scrittura.
Las Pozas è il suo lascito al mondo delle arti.
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# Il labirinto sospeso
Edward James ha dichiarato di aver sempre posseduto un’anima surrealista, forse nata da bambino quando lo obbligavano a fare i pisolini, mentre avrebbe dovuto correre felice in giardino. Da grande ha poi unito questa fantasia del giardino e il surrealismo, creando nel cuore della giungla messicana questo labirinto sospeso.
Il luogo perfetto dove realtà e fantasia si mischiano continuamente, prendendo una il posto dell’altra. Tra cascate naturali con acque di smeraldo, percorsi sospesi nello spazio e nel tempo, porte che si aprono sul mistero e scale che conducono in paradiso, ne esce una specie di delirio architettonico che entra ed esce dalla giungla, sostituendosi con la vegetazione in un ballo perfetto, un tango di figura.
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# Il fascino della serenità
Il giardino di Las Pozas è lasciato volutamente incompleto, proprio per concedere alla creatura di cemento e alla vegetazione di proseguire questa surreale danza.
Gli archi, le guglie e le volte architettoniche, sono accompagnate per mano nella giungla e poi abbandonate intenzionalmente, in modo da congiungersi con la natura secondo le modalità scelte da quest’ultima.
James, che non era un architetto ma è diventato una archistar, ha lavorato a questa città incantata dal 1962 al 1984, anno della sua scomparsa, con altri 40 tra mastri e operai.
Il giardino della poesia e della letteratura che aveva in mente, si è sviluppato in oltre 30 opere di architettura surrealistica, si estende per oltre 80 acri nella foresta a 610 m s.l.m.
A suo modo la visita è suddivisa in “percorsi tematici“, come il Sentiero dei Sette Peccati Capitali, le case dei pappagalli o dei fenicotteri, oppure la Casa di 3 Piani che Potrebbe averne 5.
Quest’ultima è forse la più emblematica delle 36 strutture a Las Pozas. Si arrampica in alto, proponendo terrazzini e scalinate incompiute, dalla cui cima si gode una vista panoramica.
Da queste scalinate e terrazzini il suo ispiratore ha scritto lettere agli amici, composte da decine di pagine.
Edward James ha trovato il proprio luogo di suggestione.
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LAURA LIONTI
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