Son riemerse anche diverse casse di birra. Il fenomeno reso possibile dal drastico abbassamento del livello di un bacino idrico, che ha riportato alla luce un villaggio fantasma.
Il VILLAGGIO FANTASMA riemerso dopo 30 anni sott’acqua: ecco cosa è riaffiorato
# Strade e case riemerse dalle acque
Una diga, fatta costruire per un accordo tra la Spagna di Francisco Franco e il Portogallo di Antonio Salazar alla fine degli anni ’60, aveva sommerso il villaggio di Aceredo, in Galizia.
La siccità di oggi ha fatto calare drasticamente il livello del bacino idrico, riportando “a galla” il villaggio, che offre uno scenario tanto desolante, quanto affascinante.
Aceredo è così diventata una meta per turisti curiosi, nonché una star di Instagram. La grande attrazione è scoprire quali oggetti erano stati sepolti insieme a quel che resta delle case di allora. Ma vediamo come è iniziata la storia.
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# Inizio e fine della storia
La vita ad Aceredo si ferma ufficialmente nel 1992, anno di inaugurazione della diga di Alto Lindoso, necessaria allo sfruttamento delle acque del fiume Lima, per la produzione di energia elettrica ed usi massivi in Portogallo. In realtà, la storia inizia a fermarsi ancora prima, nel 1968, quando Francisco Franco non lasciò via d’uscita ai suoi abitanti, decidendo di imperio di sacrificare Aceredo sull’altare del progresso, costringendo piano piano i nativi, a trovarsi casa da un’altra parte: alcuni galiziani sono stati alla fine spostati contro voglia, con la forza.
Gli indigeni di Aceredo hanno lasciato tutto così com’era, su di loro incombeva un inesorabile countdown: il momento in cui le acque dell’invaso avrebbero iniziato a sommergere tutto ciò che per loro erano case, strade e affetto.
30 anni dopo, la siccità, restituisce l’immagine di un villaggio abbandonato in tutta fretta.
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# La curiosità intorno al fenomeno
Pensare che lì una volta c’era vita fiorente, l’idea che sia emerso dal nulla un intero villaggio, tutto ciò ha scatenato la fantasia e la curiosità dei turisti che oggi possono aggirarsi nel silenzio di Aceredo, immaginando corse e giochi di bambini, pranzi di famiglia e brulicare delle vie cittadine.
Il villaggio riemerso è praticamente tutto accessibile oggi. C’è fango dappertutto, le case in pietra sono ancora in piedi, ma coi tetti crollati. Mattoni e coppi sono, insieme a molti altri detriti, accatastati un po’ ovunque. Alcune cataste riescono a testimoniare il momento dell’immersione, nel 1992, fanno capire da che parte è arrivata la spinta dell’acqua del fiume. Si capisce che invece altre sono state spostate adesso, forse per mettere in sicurezza il sito.
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# Ritrovamenti di archeologia post moderna
La visita ad Aceredo è sicuramente simile a quella di un qualsiasi sito archeologico, l’esperienza regala ritrovamenti significativi.
Aggirando le rovine e le case semidistrutte, è possibile imbattersi nella carcassa arrugginita di una vecchia auto.
Altrove è stato fotografato quello che sembra lo scheletro di uno stretto sgabuzzino, da cui pende una lampadina ancora attaccata al suo vecchio cavo, penzolante dalla struttura portante del soffitto ormai fantasma.
Uno dei ritrovamenti più curiosi è senza dubbio una fontana in pietra che, nonostante la prolungata immersione, funziona ancora. Quasi a sottolineare che l’acqua è protagonista assoluta qui, nel bene e nel male.
Abbandonate in quello che una volta doveva essere un vicolo di Aceredo, ci sono alcune casse di birra, accatastate una accanto all’altra. Nella fretta di andar via, qualcuno le ha preparate, ma poi non è più tornato a riprenderle.
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# Un po’ Atlantide, un po’ Pompei
La piccola Atlantide spagnola è riemersa solo perché il livello della diga è appena al 15% delle sue capacità. Cosa succederà se e quando le acque torneranno ai livelli pre siccità?
È facile intuire che Aceredo verrà di nuovo inghiottita dalle acque.
L’acqua avanzerà inesorabilmente con la sua forza, adattandosi a qualunque ostacolo e, forse, finirà la sua opera di distruzione del villaggio galiziano.
La vecchia auto tornerà ad arrugginirsi nell’invaso, le casse di birra dimenticate sono condannate a rimanere in eterno abbandonate nel vicolo del vilaggio.
Ma la fontana, quella che ancora funziona, continuerà a zampillare là sotto?
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LAURA LIONTI
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