La CITTÀ FANTASMA da 200 milioni di dollari

Un sogno andato in fumo: così il villaggio per i miliardari è stato il più grande fallimento della storia

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credits: fortementein.com

Un villaggio per miliardari esigenti costituito, stando al progetto, da 732 ville che nelle fattezze ricordano i castelli della Baviera e quelli francesi della Loira. Finiture di pregio e la possibilità, da parte degli acquirenti, di personalizzare gli interni. Questa, la sintesi di come avrebbe dovuto presentarsi un villaggio parzialmente costruito nella parte nord ovest della Turchia.
 
In pratica, il più grande fallimento immobiliare della Turchia degli ultimi anni con bancarotta della società costruttrice, un bosco completamente raso al suolo e un villaggio dall’aspetto che spazia dal kitsch allo spettrale.
 

La CITTÀ FANTASMA da 200 milioni di dollari

# Il SOGNO di Burj Al Babas

credits: fortementein.com
Burj Al Babas è un sogno ideato nel 2014 e che, nel 2016 grazie al duro lavoro di 2.500 operai edili, ha visto nascere i primi tratti. Con le unità immobiliari che venivano proposte tra 260.00 e 420.000 euro a secondo della grandezza e della posizione più o meno panoramica, la costruzione registrava uno stop importante nel 2018 quando 350 unità erano state finite e 230 erano in lavorazione. Crisi politica nella nazione, crisi economica e, probabilmente i primi seri dubbi da parte degli acquirenti, si segnava uno stop che diventava poi definitivo. Nessuna nuova acquisizione e molti dei futuri proprietari che, sfiduciati dai vari problemi sorti, chiedevano indietro i propri soldi.
 

# Tutto fumo e niente arrosto

credits: @burj_al_babas su IG

Un iniziale investimento previsto di oltre 200 milioni di euro e un giro di affari che tra case e un centro commerciale di alta gamma circondato da un grande parco con dei laghetti avrebbe fruttato molti, moltissimi soldi. La posizione tra Istanbul e Ankara, un progetto che, stando agli sviluppatori, avrebbe fatto gola a molti dei ricchi abitanti del Medio Oriente. Sarot Group e il loro socio, Bulent Yilmaz, non avevano dubbi riguardo al successo dell’operazione. Ma gli affari non sono andati secondo le previsioni e da lì a poco si assisteva al fallimento della società immobiliare ideatrice del sito. Stando a Bloomberg, il più grande fallimento nella Turchia degli ultimi anni.

# Nessuno ci ha mai messo piede

credits: @burj_al_babas su IG
Nel 2019 Sarot group dichiarava bancarotta e con esso terminava ogni ulteriore possibilità di vedere completata la città dei castelli. Rimangono ad echeggiare, tra le vie desolate e intralciate dal materiale di costruzione abbandonato, le parole dell’allora sindaco di Mudurnu, del quale il villaggio fa parte, che sosteneva a gran voce che moltissime persone avrebbero pagato per visitare la cittadina. Ad oggi, gli unici visitatori sono stati un paio di gruppi musicali che hanno ambientato i loro filmati tra le case e i soli curiosi di poter scattare qualche foto nel paese abbandonato che racconta di un sogno che, con ogni probabilità, rimarrà tale.
 

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ROBERTO BINAGHI
 

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Roberto Binaghi
Nato a Milano il 25 agosto 1965. Sin da bambino frequento l’azienda di famiglia (allora una tipografia, ora azienda di comunicazione e stampa) dove entrerò ufficialmente a 17 anni. Diplomato Geometra all’Istituto Cattaneo a 27 anni e dopo aver abbandonato gli studi grafici a 17, mi iscrivo a Scienze Politiche ma lascio definitivamente 2 anni dopo per dedicare il mio tempo libero alla famiglia e allo sport. Sono padre di Matteo, 21 anni, e Luca, 19 anni. Sono stato accanito lettore di quotidiani e libri storico-politici, ho frequentato gruppi politici e di imprenditori senza mai tesserarmi, per anni ho seguito la situazione politica italiana collaborando anche con L’Indipendente allora diretto da Vittorio Feltri e Pialuisa Bianco (1992-1994). Per questioni di cuore ho iniziato a seguire il mondo del basket dilettantistico ricoprendo il ruolo di dirigente della società Ebro per oltre 10 anni e della Bocconi Basket FIP dal settembre 2019 (ruolo che ricoprirò anche per la prossima stagione). Nel corso degli anni ho contribuito allo sviluppo di alcune start-up e seguito alcuni progetti di mia ideazione che hanno come obiettivo la rivalutazione del patrimonio meneghino oltre che un chiaro interesse sociale.