La rivoluzione inglese: smart working “obbligatorio” per tutti

«E' bizzarro imporre a tutti di andare al lavoro»: i 4 punti più rivoluzionari della riforma in arrivo

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«E’ bizzarro imporre a tutti di andare al lavoro». A ottobre verrà presentata in Parlamento la riforma del lavoro del governo laburista presieduto da Keir Starmer. Le prime indiscrezioni parlano di una vera e propria rivoluzione. Vediamo i punti principali. 

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La rivoluzione inglese: smart working “obbligatorio” per tutti

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Dopo 14 anni di governo conservatore, la sinistra si propone di regolamentare il mercato del lavoro per ridurre precarietà e abusi di potere degli imprenditori. Le prime anticipazioni delineano uno scenario rivoluzionario con alcuni interventi senza precedenti nel mondo. C’è molta attesa per la riforma che verrà presentata a ottobre. E anche molte preoccupazioni da parte delle aziende. Ma vediamo i 4 punti più dirompenti della riforma. 

#1 Smart Working “obbligatorio” 

credits: tiquets.com

Il «working from home» sarà un diritto, con le aziende che lo dovranno prevedere di default per i loro lavoratori. Andare in ufficio sarà pertanto una libera scelta del dipendente. Secondo il ministro dello Sviluppo Economico, Jonathan Reynolds, il lavoro da casa non ridurrebbe la produttività delle aziende. «E’ bizzarro imporre a tutti di andare al lavoro», conclude. 

#2 Settimana di lavoro di 4 giorni

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Altro punto atteso è la riduzione della settimana lavorativa da 5 a 4 giorni. Questo per consentire un miglior bilanciamento tra lavoro e tempo libero. Non solo: il governo si attende anche un incremento dell’occupazione per colmare l’intero calendario di giornate lavorative. 

#3 Diritto a disconnettersi

Fuori dall’orario di lavoro niente mail, telefonate o comunicazioni di lavoro. I lavoratori inglesi avranno diritto a disconnettersi, tagliando completamente fuori dal tempo libero qualunque tipo di collegamento con i loro impegni lavorativi. 

#4 Diritti equiparati fin dall’assunzione

Credits jaydeep_-pixabay – Processo selezione HR

Altra promessa della campagna elettorale che sta per tramutarsi in legge. In campagna elettorale uno dei punti del programma era quello di equiparare i diritti dei neo assunti a quelli di tutti gli altri lavoratori. Una promessa che verrà (quasi) mantenuta. In realtà si anticiperà il momento dell’uguaglianza nei diritti da due anni a sei mesi dal momento dell’assunzione. 

# Le aziende sono sul piede di guerra

credit: https://www.rivistabc.com/

La riforma non è stata ancora presentata ma già si alzano forti le voci allarmate degli imprenditori. Secondo i proprietari d’azienda, la riforma rischia di colpire duramente l’economia del Paese. In particolare, lamentano i rischi di cause legali “opportunistiche” innescate dai lavoratori. Non solo: molte aziende, l’ultima in ordine di tempo è Amazon, stanno procedendo in senso contrario sullo smart working, richiedendo invece la presenza dei lavoratori sui luoghi di lavoro a causa della diminuzione di produttività. E sulla settimana corta non solo le aziende ma anche tra i lavoratori ci sono perplessità: nei casi in cui è stata già messa in atto, molti lavoratori si sono lamentati per l’eccessivo carico nelle singole giornate di lavoro. 

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