La Standing Class: si volerà al prezzo più basso del mondo?

Circolano voci sull'ultima frontiera dei voli low cost. Quella definitiva

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Già circolano sui social le indiscrezioni, tra meme, auspici e fuffa. Dopo i bagagli ridotti al minimo, i sedili sempre più stretti e l’eliminazione di ogni servizio a bordo, arriverà la Standing Class, l’ultima frontiera dei voli low cost?

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La Standing Class: l’ultima frontiera dei voli low-cost?

# Cos’è la Standing Class?

 

Ryanair, nota per le sue soluzioni innovative (e talvolta provocatorie), è stata una delle prime compagnie a lanciare l’idea della Standing Class. Il CEO Michael O’Leary ha accennato alla possibilità di eliminare dei sedili tradizionali per creare uno spazio dedicato ai “passeggeri in piedi”.

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La Standing Class prevede l’installazione di supporti verticali al posto dei sedili tradizionali. I passeggeri non sarebbero letteralmente in piedi come su un autobus, ma si appoggerebbero a uno schienale verticale, dotato di cinture di sicurezza, con uno spazio limitato per le gambe. L’obiettivo è aumentare la capacità degli aerei di corto raggio, consentendo a un numero maggiore di persone di viaggiare su voli low-cost.

Secondo i progettisti, questa configurazione potrebbe ridurre i prezzi dei biglietti di almeno il 20-30%, rendendo i voli ancora più accessibili. Per le compagnie, significherebbe una significativa riduzione dei costi per passeggero, grazie all’aumento del numero di viaggiatori per singolo volo. Tuttavia, finora, nessuna compagnia ha implementato la Standing Class, principalmente a causa delle rigorose normative di sicurezza e delle critiche ricevute da parte di associazioni di consumatori e sindacati. Ma cosa ne pensano i viaggiatori di questa idea?

# L’opinione pubblica è divisa

La Standing Class ha suscitato fin da subito discussioni accese tra i consumatori e gli esperti del settore. Da un lato, i sostenitori vedono in questa soluzione un modo per democratizzare ulteriormente i viaggi aerei, rendendo possibile volare anche a chi ha budget molto limitati. Dall’altro, i detrattori sollevano dubbi sulla sicurezza, il comfort e persino la dignità dei passeggeri.

La Standing Class è pensata per voli brevi, di massimo 1-2 ore. Tuttavia, rimanere in posizione eretta o semi-eretta per così tanto tempo può risultare estremamente scomodo, soprattutto per persone anziane o con problemi di mobilità. In più, lo spazio già ristretto degli aerei low-cost rischia di diventare ancora più claustrofobico con l’aggiunta di passeggeri in piedi.

E poi, come potrebbero funzionare le procedure di evacuazione in caso di emergenza? E quanto sarebbero protetti i passeggeri in piedi in caso di turbolenze? Le normative attuali imposte dalle autorità dell’aviazione civile, come l’EASA (Agenzia dell’Unione Europea per la Sicurezza Aerea) e la FAA (Federal Aviation Administration), prevedono che ogni passeggero debba avere un sedile con cintura di sicurezza standard. Per realizzare la Standing Class, quindi, sarebbe necessario modificare le normative.

# Quale futuro per la Standing Class? I due scenari all’orizzonte

Per rendere praticabile la Standing Class, potrebbe essere necessario un cambio di paradigma. Ecco due scenari all’orizzonte:

#1 Voli interamente dedicati alla Standing Class: una delle soluzioni più praticabili potrebbe essere quella di riservare determinati voli esclusivamente alla Standing Class. Le compagnie aeree potrebbero progettare protocolli di emergenza e sicurezza specifici per i passeggeri in piedi, testando metodi mirati per garantire benessere e protezione durante il volo. Un approccio del genere consentirebbe di effettuare prove dedicate e risolvere il problema di passeggeri in piedi che ostruirebbero i protocolli di emergenza su un volo di linea tradizionale.

#2 “Blocchi” autonomi dedicati alla Standing Class: un’altra proposta interessante, ma forse più difficilmente praticabile, sarebbe quella di ripensare la configurazione degli aerei, aggiungendo dei “blocchi” alle strutture già esistenti, interamente dedicati ai passeggeri in piedi. Anche in questo caso sarebbe necessario progettare sistemi di sicurezza e comfort adeguati, ma la separazione fisica consentirebbe alle compagnie aeree sia di coordinare meglio le misure di sicurezza, che di continuare a garantire diverse classi di comfort e servizio. Il grande interrogativo sarebbe capire la convenienza per le compagnie a modificare la struttura degli aerei, piuttosto che intervenire solo sul design come nel primo caso.

Continua la lettura con: Arriva la tecnologia che ci potrebbe salvare da un disastro aereo?

MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.

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