I primi test sono partiti qualche anno fa ed entro l’estate si attende la decisione per dotare i nuovi tram di questa città dell’innovativo sistema di protezione per pedoni e ciclisti. Come sono fatti gli airbag e come funzionano.
L’airbag per i tram contro gli incidenti urbani. Arriverà anche a Milano?
# I primi test partiti nel 2021, l’accelerazione all’installazione sui convoglio dopo l’impennata di incidenti
I primi test voluti dalla Verkehrsbetriebe Zurich (VBZ), la società dei trasporti di Zurigo, realizzati con l’aiuto del produttore di tram Alstom, sono partiti a dicembre 2021. La necessità di dotare i tram di un airbag esterno per renderli più sicuri è diventata però ancora più impellente in seguito all’impennata del numero di incidenti negli ultimi anni nella città svizzera: 675 nel 2023, con un record di tre morti in una sola settimana a marzo 2024. La maggior parte dei sinistri è causata dalla partenza e dalla fermata del tram.
# Come sono fatti e come funzionano
L’airbag per i tram consiste in un sacco gonfiabile fissato alla parte anteriore del veicolo, già in uso su quelli più antichi della città, che si attiva se qualcuno cammina davanti al tram mentre è in movimento grazie a un sensore o tramite segnale da parte del conducente. In questo modo ciclisti e pedoni non sbattono la testa contro il vetro, rischiando di finire sotto il tram, e vengono almeno evitate lesioni gravi.
# Entro l’estate la decisione: l’obiettivo è dotare di airbag tutti i nuovi 110 tram ordinati
Il responsabile del progetto Marcel Kunz, intervistato da ZüriToday, ha spiegato come è necessario incrementare la velocità di gonfiaggio e sgonfiaggio degli airbag per far proseguire subito la marcia al tram, prima di arrivare alla produzione in serie. La società dei trasporti di Zurigo si è ritenuta comunque già soddisfatta dei risultati raggiunti, decidendo di proseguire con la sperimentazione ancora per alcune settimane per poi decidere entro l’estate 2024 se implementarli su tutti i 110 nuovi tram Flexity ordinati.
L’obiettivo di Alstom è apportare le modifiche al sistema per poi brevettarlo e proporlo ad altre città con alte densità di pedoni, ciclisti e conducenti di monopattini, Milano sarà tra queste?
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FABIO MARCOMIN
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