Le 5 CITTA’ EUROPEE più SOTTOVALUTATE

"Quest'anno dove andiamo?". Ecco le 5 città europee sorprendenti che andrebbero riscoperte

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credit: travelfar.it

“Quest’anno dove andiamo?”. Ecco le 5 città europee più sottovalutate che andrebbero riscoperte.

Le 5 CITTA’ EUROPEE più SOTTOVALUTATE

L’arrivo della bella stagione può rivelarsi uno dei momenti più difficili che, secondo studi recenti, creano tensioni in famiglia, stress psicologici e altri danni che vanno a nuocere alla nostra psiche. Le ragioni che portano a questo stress sono molteplici, ma il podio va alla domanda che tutti si fanno: Quest’anno dove andiamo? Può sembrare una domanda banale, ma il dubbio ci attanaglia tutti gli anni. Inoltre noi italiani siamo un popolo di viaggiatori e amiamo vedere, conoscere posti e luoghi sempre diversi, ma alla fine andiamo quasi sempre negli stessi posti, perché li conosciamo, perché ci siamo trovati bene, perché abbiamo delle garanzie. Le città europee, poi, sono una delle mete più gettonate. Con queste ragioni escludiamo a priori luoghi meno conosciuti, ma non per questo privi di fascino.

#1 Lione e i suoi 500 ettari patrimonio dell’UNESCO

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Quando diciamo Francia, è naturale pensare a Parigi, eppure a parte i castelli della Loira, Marsiglia per i suoi borghi, Lione (terza città più popolosa in Francia) ha il suo fascino, la sua storia e un’enorme carica attrattiva e il suo motto la dice lunga sull’amore dei lionesi per la loro città:Avant, Avant, Lion le melhor (Avanti, avanti, Lione la migliore).

La leggenda vuole che Lione sia stata fondata da re Atepomaro e dal druido Momoro e ancora oggi sono visibili ritrovamenti risalenti al periodo gallico. Da quel momento in poi, conquista romana a parte, Lione visse un periodo molto tranquillo, nonostante la rivoluzione francese, l’era napoleonica, le due guerre mondiali e altri episodi storici. Bisogna aspettare il primo dopoguerra, quando Lione decide di ampliarsi, costruendo nuovi quartieri sia in periferia sia nel centro, e inaugurando la prima linea metropolitana. Lione è da visitare perché ben 500 ettari del suo territorio sono stati classificati come patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO (da vedere il quartiere Presqu’île): i ponti, le passarelle non hanno nulla da invidiare alla romantica Parigi e infine i quartieri della vecchia Lione con i suoi borghi, stradine strette e molto pittoresche, un luogo frequentato da artisti di ogni genere.

Per quanto riguarda le cose principali da vedere, segnalo La place Bellecour, quarta piazza più grande di Francia, con una statua equestre di Luigi XIV, il parco de la Tête d’Or, la basilica romanica di Saint-Martin d’Ainay, la torre metallica di Fourvière, il vecchio mattatoio riconvertito in sala per spettacoli, la torre del Credit Lyonnais, o torre La Part-Dieu, chiamata “la matita” dai lionesi, la vecchia sede della fiera che è diventato un polo terziario, culturale e turistico che raccoglie uffici, sale di conferenze, hotel, casinò, musei e cinema (il tutto progettato da Renzo Piano) e infine, naturalmente anche Lione ha la sua Operà.

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Per i milanesi sarebbe fondamentale visitare questa città perché Lione è gemellata con Milano dal 1967.

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#2 Bordeaux: una Mecca enogastronomica

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Restiamo in Francia e scopriamo un’altra meraviglia che ha lo stesso nome di un vino buonissimo e che tutti conosciamo come Bordeaux, ma che in tempi antichi si chiamava Burdigala.

Fondata nel III secolo a.C. e per anni, grazie alla sua ubicazione geografica, è stato un centro importante per il suo sbocco fluviale, per la sua attività commerciale dello stagno e del piombo. Dopo la sua fondazione, la città attraversa periodi floridi e bui, diventa possedimento inglese tale resterà per tre secoli, fino a tornare francese intorno alla guerra dei Cent’anni. Il suo apogeo commerciale lo raggiungerà nel XVII e durerà fino alla rivoluzione francese e sarà capitale provvisoria durante le due guerre mondiali.

Bordeaux è una città che ancora mantiene nella sua architettura e nel suo vivere un fascino che attira molti turisti, ma in numero di certo inferiore a Parigi. Eppure non si può restare impassibili di fronte al fascino, della piazza della Borsa dove troviamo il celebre Miroir d’Eau, uno specchio d’acqua di due centimetri di profondità che grazie a un meccanismo elettrico si trasforma in una leggera nebbia che raggiunge i due metri di altezza. La cattedrale di Sant’Andrea colpisce per la sua maestosità e per la presenza di cinque piccole cappelle che sporgono verso l’esterno, ma che in realtà fanno parte integrante della struttura. Il Museo di Belle Arti conserva ancora oggi opere di Tiziano, Veronese, Vasari, Corot, Delacroix Picasso e Kokoschka. Come tutte le città che hanno un fiume, anche Bordeaux ha il suo lungofiume che grazie alle sue belle panchine, gli antichi edifici diventati luoghi di sport, cultura e divertimento, le aree verdi, le piste ciclabili, negozi e ristoranti, è stato dichiarato nel 2007 patrimonio universale UNESCO. Anche Bordeaux abbiamo il teatro dell’Operà (Grand Theatre) che è considerato uno dei più bei templi della musica insieme a quello di Parigi, Torino e ovviamente Milano. Bordeaux è una delle capitali gastronomiche più importanti al mondo, infatti, non è cosa rara attraversare la città e incontrare luoghi dove sono serviti le specialità alimentari francesi e tutte accompagnate da un calice del loro vino più famoso del mondo.

#3 Riga: la regina del Baltico

credit: siviaggia.it

Una volta c’era l’URSS e sappiamo tutti come dopo un glorioso passato in tempi relativamente recenti si sia dissoluto e gran parte delle repubbliche che la costituivano si sono dichiarate indipendenti. È il caso della Lettonia che nel 1991 si stacca dall’influenza sovietica e Riga diventa la sua capitale.

La sua storia è indissolubilmente legata al periodo quando faceva parte della Russia, già dai tempi dello zar la città era uno dei principali porti della nazione. Durante la seconda guerra mondiale diventa tristemente famosa per la creazione del Ghetto di Riga, dove i nazisti confinarono 30.000 ebrei e alla fine del conflitto passò sotto l’influenza sovietica diventando una delle repubbliche socialiste. 

È sicuramente una di quelle mete poco considerate, eppure passeggiando per Riga, non si può restare immuni al fascino del suo centro storico inserito dall’UNESCO come uno dei patrimoni dell’umanità, un luogo che può vantare una serie edifici Art Nouveau (che la fanno diventare un po’ la Parigi del Nord) che ha pochi paragoni nel mondo. Il suo castello che ora è la residenza ufficiale del presidente della Repubblica. La chiesa di San Pietro dove si può salire dove al terrazzo e gustare la visione della città a 360°. La casa delle Teste Nere (Melngalvju nams) per il suo fascino barocco e la casa del Gatto dove la leggenda narra che un commerciante fece scolpire una serie di gatti con la coda alzata rivolta alla camera di commercio che gli aveva negato una licenza. Infine troviamo i due rimandi al passato della nazione: il memoriale della vittoria dell’Armata Rossa (di sovietica memoria) e il monumento alla libertà in ricordo dell’indipendenza ottenuta.

#4 Vilnius e la magica pietra dei desideri

credit: musement.com

Restiamo nell’ex Unione Sovietica e ci spostiamo in Lituania che ha ottenuto l’indipendenza nello stesso anno della Lettonia e Vilnius diventa la sua capitale.

A differenza della capitale lettone caratterizzata dallo stile liberty, Vilnius vanta un centro storico, che comprende tutta la parte vecchia della città, dove si trovano palazzi, piazzette e chiese di ogni culto in stile gotico, barocco e neoclassico. Una sorta di museo dell’architettura a cielo aperto.

Da vedere sicuramente c’è la sua cattedrale, costruita laddove si trovava un tempio dedicato al dio del tuono Perkunas, la sua particolarità è che si tratta di un luogo di culto cristiano e non ortodosso come nella maggior parte delle ex repubbliche sovietiche. Una leggenda narra che lì si trovi una pietra magica capace di esaudire i desideri. La collina delle tre croci è un luogo dove furono martirizzati un gruppo di monaci francesi, si tratta sicuramente di uno dei posti più suggestivi della città perché luogo di devozione e di libertà dopo il periodo comunista. Il quartiere Uzupis è una città dentro la città, frequentata da artisti e intellettuali al pari di Cristhiania a Copenaghen o Montmatre a Parigi, ma con la particolarità di avere una costituzione e di una moneta diversa da quella ufficiale lettone.

#5 Sofia: una splendida terra di confine 

Credits: shuki98 IG – Sofia

Ci spostiamo verso ovest e arriviamo in Bulgaria e in particolar modo in una città strepitosa come Sofia. Di certo non ha la storia di Roma, la bellezza e il romanticismo di Parigi e si differenzia anche dalle architetture delle capitali dell’Est. Però è una terra di confine che ne ha viste e vissute tante, non è difficile, infatti, passeggiare per le strade della città e imbattersi in simboli comunisti, elementi islamici e/o ottomani. Da vedere c’è la cattedrale Aleksandr Nevskij, eretta in onore all’omonimo eroe russo che secondo la leggenda riuscì a cacciare i turchi ed evitare il loro dominio. La rotonda di San Giorgio sono i resti di un tempio pagano costruito nel III secolo ed è qui che si trova la sede delle presidenza della Repubblica e il ministero dell’interno. La galleria d’arte 500 è un po’ il Louvre bulgaro, al suo interno troviamo esposti più di duemila opere di artisti bulgari e stranieri. Menzione particolare va alla statua di Santa Sofia che andò a sostituire una statua inneggiante a Lenin. 

Sicuramente è una delle mete meno ambite, ma se amate viaggiare e volete fare qualcosa che va fuori dagli schemi, Sofia è la città che fa per voi anche perché d’altronde quando vi ricapiterà di vedere queste città! 

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MICHELE LAROTONDA

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Michele Larotonda
Direttore de Il BARNABÓ, un blog d’informazione di attualità e cultura pop. Ha scritto e diretto cortometraggi che hanno avuto visibilità in manifestazioni specializzate a Milano,Roma e Varese. Autore del format I DUE DELLA STANGATA andato in onda su Radio 2.0. Ha scritto tre romanzi, Il Sognoscuro (Link Edizioni, 2018), Da un’altra parte (Pav Edizioni, 2020) e Tutto quello che non ti ho detto (Pav Edizioni. 2023). Sito web: www.ilbarnabo.it