Residenza Majara: il suo nome significa avventura, il suo obiettivo è cambiare il suo paese e il suo aspetto ha dell’incredibile.
Lo straordinario VILLAGGIO con le CUPOLE ARCOBALENO
#Presence in Hormuz 02
Lo studio iraniano ZAV Architects ha creato il progetto “Presence in Hormuz 02”: un manifesto politico e sociale nato per sensibilizzare e mostrare una reale alternativa politica ed economica al traffico illegale di petrolio, l’unica attività che al momento produce reddito per l’isola.
Hormuz è infatti un antico porto storico nello stretto strategico di Hormuz nel Golfo Persico, a sud dell’Iran, che controlla la spedizione di petrolio dal Medio Oriente.
Nonostante la bellezza dell’isola, gli abitanti locali lottano economicamente, essendo coinvolti in attività di traffico illegale usando le loro barche, non sfruttando a pieno il potenziale turistico di quest’isola meravigliosa.
#Il ruolo fondamentale dell’architettura
In un Paese in cui lo Stato è alle prese con dispute politiche, ogni progetto architettonico può diventare una vera alternativa rispetto alle attività interne del governo.
L’obiettivo per chi vuole cambiare il proprio paese con progetti come questo è cercare di rispondere ad una semplice domanda: come può l’architettura suggerire un’alternativa politica per la vita comunitaria?
Presence in Hormuz è una serie di sviluppi urbani di un’istituzione semi-pubblica che ha assunto ZAV Architects, al fine di potenziare la comunità locale dell’isola.
La seconda fase di questo progetto prende la forma di una residenza culturale polivalente chiamata residenza Majara.
Il suo nome significa avventura e il suo aspetto ha dell’incredibile.
#Il villaggio con le cupole colorate
L’obiettivo di questo progetto è di costruire fiducia e legami tra i cittadini e i turisti, che saranno incuriositi da questo villaggio dall’aspetto curioso e affascinante.
La residenza Majara prende infatti le forme di un villaggio dove ogni cupola è di un colore acceso, creando uno spettacolo unico.
Tutte le cupole sono state costruite con la tecnica del “superdobe”, ovvero l’alternativa contemporanea al metodo della terra battuta, ideata dall’architetto iraniano Nader Khalili.
Le particelle colorate, siano esse terra, sabbia, ghiaia o pietra, si accumulano e formano un insieme di colori che ricordano il paesaggio dell’isola.
Le dimensioni contenute delle cupole rende la loro costruzione compatibile con le capacità costruttive degli artigiani locali, che non sono abitati a progetti di grandi dimensioni.
La priorità del progetto di ZAV Architects è stata infatti quella di impiegare esclusivamente materiali locali, facilmente accessibili ed economici, così da permettere una costruzione i cui costi principali fossero legati a una giusta retribuzione della manodopera autoctona.
#L’interno delle cupole
L’interno delle cupole rispecchia l’esterno: una volta entrati si viene avvolti da un colore acceso che subisce delle variazioni a seconda dell’ambiente e della luce.
Ogni cosa è colorata: dal pavimento, al soffitto e persino tutti i mobili che arredano la piccola casetta unica nel suo genere.
La maggior parte delle cupole forniscono alloggio ai residenti, mentre altre cupole ospitano aree comuni dove cenare, fare il bucato o pregare. Vi sono anche sale dedicate all’artigianato e persino un’area dedicata alle informazioni turistiche.
Continua la lettura con: I 10 LUOGHI più COLORATI del mondo
ARIANNA BOTTINI
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