Londra è in piena crisi. Solo il 20% dei lavoratori sono rientrati in ufficio: il suo modello di concentrare milioni di persone in città sembra perdere le sue fondamenta, rischiando di perdere centinaia di migliaia di residenti. Milano sembra reggere anche se da Febbraio 12.000 persone hanno cambiato residenza. Cosa può succedere adesso?
LONDRA SVUOTATA come le vecchie miniere. MILANO RISCHIA lo stesso?
Pubblichiamo estratti articolo di Luigi Ippolito per “Il Corriere” – La crisi di Londra: City svuotata come le miniere?
# Nella capitale solo il 20% dei cittadini è tornato al lavoro
Londra si è spenta per sempre? Il timore è fondato: la City resta una città fantasma, gli uffici deserti, i caffè chiusi, poca gente in giro. Perché è successo qualcosa che nessuno aveva previsto: gli inglesi si sono rintanati in casa e non hanno nessuna voglia di venirne fuori. Le cifre parlano da sole: nel resto d’Europa fra il 70 e l’80% dei lavoratori è tornato in ufficio, mentre in Gran Bretagna siamo sotto il 40% e a Londra non si arriva al 20%. Il governo aveva programmato per questa settimana una campagna per incoraggiare la gente a tornare alla scrivania, ma ha desistito: di qualche giorno fa una vignetta sul Telegraph che ritrae Boris Johnson impegnato a trascinare inutilmente un riottoso bulldog fuori dalla sua cuccia sormontata dalla bandiera britannica. Un recente sondaggio della Bbc, ha infatti scoperto che nessuna delle maggiori 50 aziende britanniche ha predisposto alcun piano per riportare i dipendenti in ufficio. A dare l’esempio, in teoria, dovrebbero essere gli statali, ma i ministeri hanno cominciato a pubblicare offerte di lavoro in cui si precisa che si tratta di starsene a casa davanti a un computer.
# Il traffico sui mezzi pubblici ridotto del 70%, pochi clienti e il modello “Londra” è andato in crisi
Non è in gioco solo la paura del Covid: soprattutto i londinesi, sono stati ben contenti di rinunciare a giornate che comportavano ore di viaggio schiacciati in metropolitana, pasti precari e costosi e stressanti interazioni con capi e colleghi. E infatti il traffico sui mezzi pubblici si è ridotto del 70 per cento. Il risultato, però, è catastrofico: l’intero sistema economico su cui si reggeva la capitale britannica è entrato in crisi. Il caso emblematico è quello di Pret à Manger, la catena di sandwich, presente ovunque a Londra: costretti a licenziare un terzo dei dipendenti perché la massa di clienti è sparita. Come è stato fatto notare, per ogni lavoratore che resta a casa ce n’è uno che perde il posto. È il modello di business della capitale che è andato in crisi: finora si basava sull’idea di concentrare milioni di persone nel centro della città, alimentando l’indotto più svariato. Ma adesso la pandemia ha fatto scoprire che la tecnologia attuale rende superfluo tutto ciò, perché si può fare tutto da casa. Qualcuno ha paragonato il destino di Londra a quello delle miniere del Nord dell’Inghilterra negli anni Ottanta: quando il loro modello diventò obsoleto, furono costrette a chiudere. Succederà lo stesso a quella che era la metropoli più elettrizzante del mondo?
Estratti articolo di Luigi Ippolito per“Il Corriere” – La crisi di Londra: City svuotata come le miniere?
# Milano ad oggi ha perso 12.000 abitanti dopo il record raggiunto a inizio anno di 1.406.057
Ma qual è la situazione di Milano? Sta rischiando lo stesso pericolo di Londra?
A febbraio aveva raggiunto l’ultimo picco di 1.406.057 residenti ufficiali. Da quel momento in poi ha perso 12.000 residenti, compresi i 2.200 deceduti causa Covid. Il ritmo con cui si svuota la città è in media di duemila abitanti al mese. L’ultimissima rilevazione anagrafica dice che i residenti sono ora 1.394.194. Dopo la lunga decrescita post-industriale che aveva portato la capitale del Nord a perdere quasi mezzo milione di abitanti in un ventennio, da 1,7 a 1,2 milioni, era iniziata negli anni Dieci la lenta risalita, diventata boom negli anni di gloria del dopo Expo, quelli di Milano “place to be”. Una città che cresceva, si arricchiva, cambiava volto, attraeva energie e quindi nuovi abitanti. Esattamente un anno fa il sindaco Sala era a celebrare l’abitante numero 1.400.000: un giovane avvocato arrivato da Catania.
Fonte: Il Corriere
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