Nel Global Power City Index 2023 (GPCI), Milano ha conquistato il 33° posto. Una posizione che invita a riflessioni sul suo vero potenziale e, quindi, sul suo magnetismo globale.
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Milano: tra le «40 città più potenti del mondo». 5 azioni per raggiungere le prime
# Il Global Power City Index: un’analisi dettagliata
Il report, pubblicato dal Mori Memorial Foundation, valuta il magnetismo, ossia la capacità di attrazione, delle città del mondo in base a sei funzioni principali: Economia, Ricerca e Sviluppo (R&D), Interazione Culturale, Vivibilità, Ambiente e Accessibilità.
Le tre città più magnetiche del mondo risultano Londra, New York e Tokio. Secondo il report, le prime due si sono affermate ai vertici della classifica grazie a indicatori chiave come “Livello dei Salari” e “Numero di Visitatori Stranieri”.
Seguono poi Parigi, Singapore e Amsterdam. Nella top 10 un’altra città europea: Berlino.
Un elemento cruciale del GPCI è l’analisi della vivibilità, che ha visto le città europee mantenere punteggi superiori rispetto a quelle americane e asiatiche. Tuttavia, il calo di indicatori come il “Numero di Negozi al Dettaglio” e il “Numero di Ristoranti” ha impattato negativamente su molte città. Milano inclusa. La città della Madonnina si trova al 33esimo posto, proprio davanti a Mosca. Tra i punti deboli ci sono il ritardo, rispetto alle città competitor, in infrastrutture e nei servizi per residenti e turisti.
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# Come rendere Milano più “magnetica”?
#1 Agire più in grande. Quello che serve nei trasporti a Milano è evidente: occorre migliorare i collegamenti tra Milano e Hinterland, cosa che avviene in tutte le grandi città ma a Milano è un disastro, soprattutto per l’assenza di integrazione tra servizi urbani (ATM) ed extraurbani (Trenord).
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#2 Cultura e intrattenimento all’altezza delle grandi città del mondo. Milano è già un centro culturale di rilevanza nazionale, ma sembra aver perso terreno considerando la sua offerta in confronto con le città più rinomate. Latitano proposte di mostre e nuovi eventi in grado di richiamare un pubblico internazionale, a parte i soliti cavalli di battaglia come Fuorisalone o La Scala. Investire in eventi culturali di richiamo internazionale e potenziare le infrastrutture esistenti, come teatri, gallerie e musei, potrebbe attirare un maggior numero di visitatori. Inoltre, incentivare la vita notturna, spesso osteggiata, e i festival potrebbe rendere la città più invitante, soprattutto per i giovani.
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#3 Supporto all’innovazione e all’imprenditorialità. Per migliorare il posizionamento economico di Milano, risulta essenziale promuovere la creazione di posti di lavoro e incentivare le start-up. La città potrebbe attivare programmi di incubazione e accelerazione per giovani imprenditori (nazionali e stranieri), favorendo un ecosistema di innovazione. Attrarre investimenti nel settore della tecnologia e della ricerca è fondamentale per restare competitivi a livello internazionale. Non è un caso che altre città, tra cui Londra, abbiano un assessorato allo “sviluppo economico”. Cosa che a Milano non sembra essere considerata come di pertinenza dell’amministrazione.
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#4 Vivibilità e qualità della vita. Il crescente costo della vita è un tema delicato per molte città, e Milano non fa eccezione. Progetti per migliorare l’accessibilità abitativa, sostenere l’offerta di servizi pubblici e aumentare gli spazi verdi possono contribuire a una maggiore vivibilità. Politiche per la sostenibilità ambientale, come il miglioramento della qualità dell’aria, è un aspetto fondamentale da considerare. Non è un mistero che per gli stranieri che vengono a vivere a Milano la prima questione di lamentela sia proprio l’aria che si respira. E, infine, se si parla di qualità della vita non si può evitare di chiudere menzionando il tema più caldo degli ultimi tempi: la sicurezza.
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#5 Maggiore interazione culturale. Milano ha sempre rappresentato un crocevia di culture, ma potrebbe migliorare questa sua caratteristica peculiare attraverso programmi di scambio culturale e collaborazioni internazionali. Ultimamente si assiste infatti a una Milano che tende a trattare il fenomeno dell’immigrazione esclusivamente come questione politica: si discute se si debbano avere porte più aperte o più chiuse con chi arriva da fuori. Manca invece una seria politica di reale integrazione: come si può fare in modo che chi arriva a Milano si senta parte della comunità invece che semplice oggetto di una strumentalizzazione politica? Promuovere eventi che mettano in risalto le diversità culturali potrebbe, ad esempio, rafforzare il senso di comunità e l’inclusività.
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MATTEO RESPINTI
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