100% ciclabile entro i prossimi 4 anni, questo l’annuncio della capitale parigina. La decisione presa sotto la spinta della crescente popolarità riscossa dalle due ruote e dal pedale.
PARIGI vuole diventare la CITTÀ più “BIKE FRIENDLY” del mondo, potrebbe mettersi in gara anche Milano?
# La città in bici: 180 km di nuove piste ciclabili
Si chiama Plan Velo il piano annunciato dal Comune di Parigi, per rendere la capitale francese ancora più bike friendly di adesso, percorribile in 15 minuti, ma in bicicletta.
Il risultato sarà una città 100% ciclabile, grazie all’aumento di piste, accessori e complementi. Grazie ad investimenti massicci, da qui al 2026 sarà di ben 180 l’aumento dei chilometri di preferenziali ciclabili, suddivise tra bike lane e piste separate in carreggiata.
L’aumento riguarderà anche l’offerta di due ruote in sharing e l’incremento esponenziale dei parcheggi a disposizione di biciclette, sia pubbliche che private.
# Il piano più audace
La meta del Tour de France lancia così il piano più audace del mondo, in tema di riconversione del traffico urbano e gioca a carte scoperte: l’ambizione è quella di presentare una città completamente ciclabile. Fino a pochi anni fa Parigi era considerata “velenosa” per bici e soprattutto ciclisti. Plan Velo è semplice e lineare: si passerà dalla totale messa in sicurezza delle ciclabili per cautelare i ciclisti dal traffico veicolare, la messa in sicurezza prevede anche la pulizia quotidiana e costante da elementi di pericolo, siano essi la neve o ostacoli occasionali. Giocherà un ruolo chiave per la transizione dell’uso di mezzi come le auto, all’utilizzo delle biciclette, anche il controllo sistematico da parte degli agenti di polizia. Infine lo scoglio più duro: l’aumento dei parcheggi per le biciclette, che passa dagli attuali 60mila ad oltre 180mila. La notizia nella notizia è che i posteggi bici troveranno spazio grazie all’eliminazione dei posti auto per strada
# Nel territorio comunale parigino già oggi ci sono 1 milione di passaggi di biciclette ogni giorno
Nella città di Parigi, durante gli ultimi due anni, la transizione è stata spontaneamente adottata dai cittadini, che hanno lasciato di più l’auto a casa, preferendo la bicicletta. Oggi che la transizione è iniziata, si contano nel perimetro comunale ben 1 milione di passaggi di biciclette ogni giorno, compresi i giorni festivi. Questa popolarità ha messo pressione agli amministratori che si sono fatti trovare pronti, stanziando un investimento complessivo di 250 milioni di Euro per il Plan Velo, che è la naturale evoluzione della città a 15 minuti, le zone 30 km/h annunciate da tempo e gli appelli ad un comportamento più virtuoso da parte dell’intera comunità.
# Milano farà lo stesso? Le principali criticità da risolvere
Parigi ha un’altra grande visione rispetto a Milano, più alta e completa se vogliamo.
Questo tipo di delibere rischiano di trascurare gli anelli deboli dell’eco sistema urbano, ad esempio i pedoni, finendo per metterli in pericolo. Parte dello stanziamento deliberato dalla Ville Lumiere, invece, sarà destinato sia al controllo del traffico su due ruote, con sanzioni e incremento dei controlli, ma soprattutto verrà investito per insegnare le regole della strada e l’attenzione verso pedoni, bimbi in passeggino e altri membri “lenti” della comunità, come ad esempio gli amici al guinzaglio.
Il sindaco di Milano non ha mai nascosto di prendere a riferimento la capitale francese per le sue politiche green. Ma cosa serve per imitare Parigi anche in questo?
Forse l’anello più critico rispetto alla “gemella” d’Oltralpe è la mancanza di un piano di collegamento della periferia al centro “by bike”. I pendolari sono lasciati a loro stessi, spesso obbligati ad arrivare in auto contro cui il principale deterrente sembra un generale clima ostile nei confronti degli automobilisti, i quali hanno accolto le ciclabili come una prepotenza, quasi un sopruso, perpetrato da bici e monopattini. Queste divisioni hanno creato una prima spaccatura nella comunità, che osservatori attenti hanno più volte sottolineato. Senza dimenticare che i pedoni hanno denunciato un aumento dei pericoli: fino al 2019 passanti e carrozzine dovevano guardare in due direzioni e stare attenti solo alle auto. Oggi devono prestare anche attenzione a quello che scorre sui marciapiedi.
Parigi avrà uno sviluppo ciclabile che crescerà armonicamente, collegando il centro alle periferie in modo sicuro e nel rispetto di tutti gli stakeholder. Possiamo e dobbiamo attendere lo stesso risultato anche a Milano?
Continua la lettura con: La nuova RIVOLUZIONE francese: 200 KM di METROPOLITANE circonderanno PARIGI
LAURA LIONTI
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