Si andrà ad abitare nei centri commerciali in crisi?

Dagli USA arriva una soluzione per riempire gli spazi vuoti e dare una nuova vita a centri commerciali in decadenza o falliti

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Cnbc YT - Appartamenti nei centri commerciali
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Fatica ad ingranare l’ultimo mall di Milano o, come vengono chiamati oggi, lifestyle center. Tra le possibili cause c’è la sovrabbondanza di offerta di centri commerciali in un periodo storico dove si assiste al ritorno ai negozi di prossimità. La pandemia ha certamente influito: sono fermi da allora i progetti del Westfield a Segrate e del maxi Auchan a Cinisello, ma il fenomeno era in atto già da tempo. Dagli USA arriva una soluzione per riempire gli spazi e dare una nuova vita a centri commerciali in crisi o falliti.

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Si andrà ad abitare nei centri commerciali in crisi?

# La crisi dei centri commerciali

Progetto in standby del Westfield Segrate

Se a Milano alcuni negozi e ristoranti che hanno cessato l’attività a piano strada nelle vie cittadine sono stati riconvertiti in appartamenti messi in affitto, classico o breve, gli spazi vuoti dei centri commerciali rimangono tali. Fatica anche l’ultimo nato a Milano, il lifestyle center Merlata Bloom che, nonostante l’inizio promettente, sta già registrando un turnover di attività, con diversi punti vendita che hanno interrotto anzitempo il contratto d’affitto, preferendo pagare la penale lasciando le vetrine deserte. La crisi di questi colossi dello shopping non è certo una cosa recente: la pandemia ha di certo influito portando ad esempio allo stop dei progetti del Westfield a Segrate e del maxi Auchan a Cinisello. E non si tratta di un fenomeno locale: la crisi dei centri commerciali ha investito prima di tutti gli Stati Uniti d’America. 

# La soluzione dagli USA: trasformare i negozi in appartamenti

 

C’è chi però sta trovando una soluzione al problema. Gli sviluppatori immobiliari americani, come riportato in questo servizio della CNBC, stanno costruendo alloggi all’interno o accanto ai centri commerciali delle insegne Macy’s, JCPenney e Sears che stanno riducendo gli spazi dedicati alla vendita o chiudono del tutto.

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Cnbc YT – Westminster Arcade di Providence a Rhode Island, costruito nel 1828 è il più vecchio centro commerciale degli Stati Uniti d’America

Sono almeno 192 i mall che hanno pianificato questa trasformazione dal gennaio 2022, con decine di progetti in corso in California, Colorado, Florida, Arizona e Texas.

Cnbc YT – Interno appartamenti nei centri commerciali

Nel video viene illustrato il cambiamento nell’Arcade Mall a Providence a Rhode Island, il più vecchio centro commerciale al coperto degli Stati Uniti: la sua costruzione risale al 1882. In questo caso sono stati ricavati dei mini loft al secondo e al terzo piano del complesso, al piano terra sono rimaste le attività. Questa soluzione consente da un lato di ridurre la scarsa disponibilità di alloggi negli USA e dall’altro di aumentare la frequentazione di negozi e ristoranti che altrimenti vedrebbero pochi clienti, creando al contempo uno spirito di comunità tra chi abita e chi lavora all’interno dell’edificio.

Leggi anche: La desertificazione commerciale di Milano: al posto dei negozi case per affitti brevi

# Il Vulcano di Sesto San Giovanni un possibile indiziato?

mark-up.it – Centro commerciale Vulcano

In Italia non mancano casi di centri commerciali in declino o in difficoltà, o peggio ancora che hanno chiuso i battenti. Tra i primi possiamo annoverare il Vulcano di Sesto San Giovanni, tra i più innovativi dell’hinterland quando è stato costruito nel 2006. Si sviluppa su 4 piani con una grande piazza centrale interna, che culmina con una cupola di cristallo e metallo, e sulla piazza esterna a copertura sono stati realizzati edifici direzionali e strutture alberghiere con sale congressi.

Simone C Google – Vulcano

Oggi però molti negozi sono vuoti, l’affluenza dei clienti è scarsa anche nei weekend e camminando tra i corridoi del complesso si avverte lo spirito dimesso del luogo. I parcheggi non sono in buono stato, nemmeno i bagni, e in generale non si respira una bella d’aria. Adottando la strategia americana si potrebbero trasformare i locali inutilizzati in abitazioni a basso costo e sfruttare i 4.000 posti auto per sopperire alla mancanza di parcheggi. 

Continua la lettura con: Merlata Bloom: il centro commerciale da record stenta a decollare

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

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