Un piccolo paesino montano della Svizzera ha messo in campo un’iniziativa per favorire gli spostamenti all’interno della comunità, inizialmente solo per una determinata fascia della popolazione. Scopriamo come funziona e perchè rappresenterebbe una piccola rivoluzione anche per la mobilità milanese.
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Un paese ha introdotto le panchine per chi aspetta un passaggio: da pensare anche a Milano?
# L’iniziativa in un paesino montano svizzero con il 25% dei residenti over 65
Per capire il motivo alla base dell’iniziativa bisogna fare la fotografia del paese in cui è stata introdotta: Château-d’Oex, comune svizzero di 3.474 abitanti del Canton Vaud nel distretto di Pays-d’Enhaut. Di questi ben il 25% ha un’età superiore ai 65 anni, sensibilmente più alta della media della Confederazione Elvetica, e il territorio è quello tipico montano, pertanto per chi è anziano è più difficile spostarsi. Il comune, località di villeggiatura e stazione sciistica sviluppatasi a partire dagli anni 1910, si trova infatti a 1.000 metri di altitudine.
Per questo motivo l’amministrazione locale con il contributo di Pro Senectute Vaud e del Parco naturale regionale Gruyère Pays-d’Enhaut, a seguito di incontri workshop e forum pubblici con i cittadini, ha messo in campo alcune azioni per migliorare la mobilità e la scoperta del territorio delle generazioni più avanti con gli anni.
# Le panchine per gli anziani che vogliono un passaggio in auto
L’attenzione è stata posta sull’ottimizzazione dei marciapiedi, l’installazione e il miglioramento dei corrimani per sostenersi durante le camminate, e anche sulle panchine. Per queste ultime dal 18 aprile 2024 è stata attribuita una funzione innovativa di trasporto di comunità: basta sedersi, far scorrere un cartello posto sul retro della panchina stessa per rendere visibile la scritta “Stop merci” (fermati grazie ndr)su fondo verde, facilmente visibile agli automobilisti, e attendere che un auto si fermi per farsi portare a destinazione. Si tratta della rete di autostop «J’te pouce», che insieme alle minipasseggiate della durata di mezz’ora e facili escursioni in gruppo hanno consentito di rendere più attiva la vita di paese.
# L’evoluzione dell’autostop aperta a tutte le età
Inizialmente prevista per le persone anziane, l’iniziativa è stata estesa a tutte le fasce di età, anche sei i minori devono essere accompagnati da un adulto. L’obiettivo, come spiegato a frapp.ch da Yves Baechler, responsabile del progetto Energia e Mobilità all’interno del Parco Naturale, è creare una rete di trasporti basata sull’aiuto reciproco e sulla cortesia, offrendo una soluzione di trasporto flessibile per brevi spostamenti all’interno della comunità. Il sistema punta infatti a integrare i servizi di trasporto pubblico e taxi dove hanno una presenza meno capillare.
# Da sperimentare anche a Milano? Sarebbe perfetto per periferie e hinterland
Anche a Milano ci sono zone, soprattutto in periferia, da dove è più difficile muoversi e raggiungere altre zone della città. Lo stesso succede in alcuni comuni dell’hinterland più isolati dal capoluogo, incapaci di offrire un servizio adeguato di trasporto pubblico. Perchè quindi non sperimentare la rete di autostop comunitaria anche nella nostra città?
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FABIO MARCOMIN
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