Dopo quello del tasso di letalità da coronavirus la Regione Lombardia segna un nuovo primato: resta l’unico luogo al mondo dove i cittadini sono obbligati a tenere la mascherina anche se all’aperto da soli.
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Procediamo con ordine. Regione Lombardia conferma il via libera a musei, ristoranti, bar, parrucchieri, centri estetici e molte altre attività commerciali. Disco verde anche alle funzioni religiose. Palestre e piscine saranno invece riaperte il 25 maggio.
Sarà obbligatoria la misurazione della temperatura per i clienti dei ristoranti.
Per il resto si seguiranno le indicazioni previste dalle linee guida delle Regioni indicate ieri al Governo.
Sotto il profilo della sicurezza non ci sono novità di rilievo sulla gestione dei contagi: manca ancora un sistema organizzato di test, tracciamento e trattamento dei positivi come è stato attivato con successo in altri paesi e in altre regioni. Una gestione che ha sollevato critiche e polemiche per il record di mortalità nei dati ufficiali della pandemia del coronavirus, effetto secondo molti di errori nelle RSA e negli ospedali da parte della Regione. A fronte di una gestione deficitaria, Regione Lombardia invece insiste a rovesciare sui cittadini le sue inefficienze, costringendoli a imposizioni sulla loro libertà che non hanno eguali nei paesi civili.
A differenza di quanto stabilito dal governo, infatti, il Presidente Fontana sembra intenzionato di mantenere l’obbligo di mascherine all’aperto su tutto il territorio. Decisione che rende la Lombardia l’unico luogo a prevedere una simile imposizione. E questo accade malgrado ancora l’insufficiente fornitura di mascherine a prezzo calmierato e le numerose critiche a una misura giudicata in esterno non solo inutile ma da alcuni perfino dannosa.
Dopo aver lasciato a lungo durante l’emergenza privi di materiali di protezione pure medici e personale sanitario negli ospedali e nelle RSA, sembra una beffa ora, in piena fase due, l’obbligo per i cittadini di una misura che solo fino a qualche mese fa Regione Lombardia non riusciva a fare adottare neppure nei luoghi dei focolai.
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Chi non è stato capace di applicare “regole da ospedale” negli ospedali e nelle RSA, continua ad imporle ai cittadini nella loro vita quotidiana. E questo ennesimo strappo rispetto a quanto viene fatto nel resto del mondo e nel resto d’Italia, rappresenta un’altra forma di umiliazione verso i lombardi che vengono privati di libertà che solo a pochi chilometri di distanza sono patrimonio inderogabile dei cittadini. Libertà anche elementari come il diritto di scegliere se indossare o non indossare una mascherina quando si è all’aperto lontano dagli altri.
Lugano 15 maggio:
Berlino 15 maggio:
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