Lo dice l’analisi della task-force sanitaria della Regione Lombardia: il Covid-19 circolava a Milano già il 26 gennaio, cioè quasi un mese prima della scoperta del paziente 1 a Codogno. Secondo lo studio il contagio era già in atto, ma i sintomi furono attribuiti alla coda dell’influenza. Ecco la ricostruzione della fase oscura.
🔴 IL MESE 0 di MILANO: il virus circolava in città già il 26 gennaio
Dal 26 gennaio al 21 febbraio, giorno in cui si diagnosticò il primo caso positivo a Codogno, i contagiati a Milano e provincia erano almeno 160, mentre in Lombardia erano ben 1.200.
La rapida e indisturbata diffusione del virus è dovuta al fatto che, per quasi 4 settimane, allerta e controlli sono stati concentrati sulle frontiere, credendo che la minaccia provenisse esclusivamente dalla provincia di Wuan, e che lì fosse confinata.
In realtà, il virus si muoveva già dentro la città: secondo le autorità mediche, a fine gennaio erano 46 i milanesi infetti, per poi passare a numeri sempre più alti con una crescita esponenziale.
Il giorno 26 gennaio è una data verosimile ma convenzionale, identificata come termine massimo oltre il quale non è possibile collocare nel tempo i primi sintomi dichiarati dai pazienti certificati Covid-positivi.
Le date salienti
# 31 dicembre: il sistema sanitario di Wuhan parla per la prima volta di polmoniti anomale
# I7 gennaio: le autorità cinesi dichiarano di aver identificato un nuovo ceppo di coronavirus
# 10 gennaio: l’Organizzazione mondiale della sanità diffonde la notizia dell’epidemia
# 22 gennaio: Wuhan entra in quarantena
26 gennaio: per 46 milanesi e 543 lombardi si verificano i primi sintomi da covid-19, segno che il contagio è in atto
29 gennaio: due turisti cinesi positivi vengono ricoverati allo Spallanzani di Roma
30 gennaio: le autorità bloccano i voli dalla Cina, senza sapere che il nemico si muove indisturbato in casa
BARBARA VOLPINI
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