Dopo un mese dall’ultimo aggiornamento, il dato del tasso di mortalità della Lombardia confrontato con quello dei diversi paesi del mondo non varia. Anzi peggiora. Al contrario il ranking complessivo dell’Italia migliora ulteriormente se si toglie dal computo l’impatto della Regione Lombardia.
N.B.: i dati considerano le Nazioni con almeno un milione di abitanti.
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🔴 UPDATE Covid: l’incredibile RECORD della LOMBARDIA. Il resto d’Italia alla pari dell’Olanda e meglio di Francia e Svezia
# Lombardia: 1.612 morti per milione di abitanti. Italia senza Lombardia: 353
# UPDATE: LOMBARDIA SEMPRE PRIMA PER MORTI PER MILIONI DI ABITANTI (IL DOPPIO DELLA SECONDA)
Con 16.349 morti se la Lombardia fosse una nazione rispetto a un mese passerebbe dal sesto al settimo posto al mondo per numero complessivo di decessi, poco sotto al resto d’Italia. Ma il dato più impressionante rimane il numero di morti rapportato alla popolazione: ogni milione di abitanti la Lombardia ha 1.612 abitanti, il doppio del secondo paese, il Belgio, che è a 831. L’Italia ha quasi 5 volte di meno il numero di morti per milioni di abitanti della Lombardia: il resto d’Italia, senza questa regione, passerebbe da quarto a nono paese più colpito, meglio di Olanda e Svezia. Tutte le cause del disastro.
Le possibili cause di un disastro senza eguali
#1 Contagiati nelle RSA (per mancati controlli, scarse protezioni e delibera di spostamento dei positivi dagli ospedali)
La delibera dell’8 marzo e altre mancanze precedenti e successive hanno favorito la presenza di malati da Covid-19 nelle RSA, favorendo il contatto di contagiati con i numerosi anziani con pregresse patologie ospitati. A questo si aggiunge la carenza di dispositivi di protezione e una approssimativa e ritardata politica di test nelle RSA: perfino negli ultimi giorni si sono segnalati comuni lombardi che hanno dovuto acquistare i tamponi fuori regioni per eseguirli nelle loro RSA.
Fonte: I 5 BUCHI NERI della sanità lombarda che potrebbero avere favorito il coronavirus
#2 Focolai negli ospedali: per i troppi ricoveri in ospedali inizialmente privi di adeguati sistemi di protezione
I pazienti affetti da Coronavirus o con sintomi che ipotizzassero il loro contagio sono stati inizialmente curati negli ospedali e senza isolare i reparti, favorendo così la proliferazione del virus anche agli altri malati ricoverati per altre patologie. I medici e infermieri non avendo a disposizione gli strumenti adeguati di protezioni potrebbero avere contribuito a loro malgrado a trasmettere il virus ai loro pazienti. L’isolamento domestico, inoltre, invece che in strutture apposite, ha favorito anch’esso il Covid-19 anche tra i familiari. I dati sulle origine dei contagi segnalano infatti che la stragrande maggioranza dei contagi ha avuto origine nelle RSA, negli ospedali e in famiglia.
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#3 No altre zone rosse dopo Codogno
Nonostante i buoni risultati ottenuti a Codogno, zona rossa insieme a Vo’ Euganeo all’inizio dell’epidemia, successivamente non sono state create altre zone controllate allo stesso modo. In particolare a Nembro e Alzano Lombardo, i due focolai bergamaschi che hanno registrato la più alta concentrazione di contagiati e morti, non sono stati chiusi nelle fasi iniziali dei contagi. Una responsabilità che è stata rimbalzata tra Regione Lombardia e Governo.
Fonte: Covid-19: tutti gli scontri Governo-Regione. Chi ha RAGIONE?
#4 Nessuna politica di tamponamento e di tracciamento dei contagi
🇰🇷 In Corea si fanno 89 tamponi per ogni caso (un mese fa erano 64)
🇩🇪 In Germania si fanno 25 tamponi per ogni caso (erano 18 un mese fa)
🇨🇦 In Canada si fanno 21 tamponi per ogni caso (15 nell’ultima rilevazione)
🇮🇹 In Italia si fanno 11,5 tamponi per ogni caso (10 il mese scorso)
✅ in Veneto si fanno 18 tamponi per ogni caso (20 un mese fa)
❌ in Lombardia si fanno 5 tamponi per ogni caso (invariato dal mese scorso)
La Regione non ha consentito un sistema di test a sintomatici e asintomatici con un tracciamento dei contagi, per ricostruire dei contatti a ritroso in modo da gestire e limitare la linea di diffusione. Ancora oggi i tamponi vengono fatti solo ai soggetti sintomatici e ai loro contatti solo sintomatici mentre i test sierologici non sono ancora ritenuti validi dal sistema sanitario regionale: questo non consente né di stabilire chi è immune né chi ha gli anticorpi ma potrebbe essere ancora positivo.
Fonte:La telenovela di TAMPONI e TEST in Lombardia: si fanno, non si fanno, a che punto siamo?
# UPDATE: DAL 13 MAGGIO 2020 LA REGIONE LOMBARDIA HA AUTORIZZATO I TEST SIEROLOGICI A PAGAMENTO, MA TAMPONI SEMPRE SOLO AI SINTOMATICI
Dal 13 maggio, la Lombardia con una delibera rende disponibili i test per chiunque li voglia fare, senza definire un limite di prezzo nelle strutture private. Nel caso in cui il test risultasse positivo, verrebbe effettuato un tampone successivo per verificare se l’infezione è ancora in corso, con un prezzo massimo di 62,89 euro. Viene comunque ribadito che “l’esecuzione di test sierologici, al di fuori di percorsi organizzati di verifica dei risultati ottenuti, riveste scarso significato e può contribuire a creare false aspettative e comportamenti a potenziale rischio nei cittadini interessati.”
Conclusioni: anche se è tardi, occorre intervenire per correggere gli errori
La sensazione di molti è che lo sforzo maggiore in Regione sia stato fatto per cercare di dimostrare di “avere fatto tutto bene e di rifare tutto se si tornasse indietro” (dichiarazione del presidente Fontana). Al netto di misure più o meno restrittive adottate dalle altre regioni italiane o dagli altri Stati nel mondo, il dato della mortalità per milione di abitanti in Lombardia non può essere imputato solo alla cattiva sorte e ciò che preoccupa di più è che a due mesi e mezzo dall’inizio dell’emergenza, anche se si è intervenuti in modo positivo su ospedali e nelle RSA, manca ancora una strategia di tamponamento, tracciamento e isolamento per mettere finalmente sotto controllo l’emergenza sanitaria.
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La telenovela di TAMPONI e TEST in Lombardia: si fanno, non si fanno, a che punto siamo?
I 5 BUCHI NERI della sanità lombarda che potrebbero avere favorito il coronavirus
# UPDATE: NELL’ULTIMO MESE SI E’ REGISTRATO UN AUMENTO NEL NUMERO DI TAMPONI ESEGUITI, CON LA REGIONE LOMBARDIA PRIMA PER NUMERO ASSOLUTO CON 845.618 E SECONDA DIETRO IL VENETO PER TAMPONI IN PROPORZIONE AGLI ABITANTI
La Regione Lombardia ha visto crescere il numero dei tamponi fino al totale 845.618 e delle persone sottoposte a controllo di 502.047, ma rimane comunque un numero troppo piccolo per essere realmente utile a testare la situazione della popolazione. A Wuhan ad esempio, città con gli stessi abitanti, sono stati fatti controlli a tutti i cittadini in soli 10 giorni.
FABIO MARCOMIN
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