Dalle 18 del 27 aprile, e a poche ore dall’annuncio della fase 2, il Veneto dice stop al lockdown: per Luca Zaia, presidente del Veneto, “la chiusura totale non esiste più” e dichiara lo strappa alle misure annunciate domenica sera dal premier Conte.
🔴 Il VENETO ha riaperto: “la chiusura totale, non esiste più”. La Campania va al mare, la Val d’Aosta va a scuola: lanciata la sfida al governo
Zaia lancia la sfida al governo. A differenza del DPCM firmato dal governo, in Veneto sono consentiti gli spostamenti individuali per attività motoria e all’aria aperta, a piedi e in bicicletta. Si possono già raggiungere le seconde case e le le imbarcazioni ormeggiate al di fuori del comune di residenza, per verifiche legate alla manutenzione, è permesso il take-away tramite auto e negli ambienti di lavoro si applica il protocollo firmato con le parti sociali.
“Il governo dovrebbe concentrarsi sulla sicurezza, non sulle restrizioni”
“È ora di tornare ad un minimo di normalità, sul lavoro e nella vita di tutti i giorni”, dice il governatore del Veneto, “Manteniamo i dispositivi e le distanze, ma si deve riaprire: le persone devono poter uscire per respirare e le attività devono poter lavorare”.
In Veneto il 60% delle aziende ha già riaperto, in seguito alla forte tensione e al disagio delle categorie produttive.
Conclude Zaia: “Non è accettabile la piccola ‘riserva indiana’ di chi non riesce ad aprire, vedi la moda che è la prima filiera italiana”, sottolineando che l’ordinanza dovrebbe concentrarsi sulla sicurezza del sistema, regolamentando dispositivi di protezione personale, non sulle restrizioni.
Anche Campania e Val d’Aosta vanno sulla loro strada
Il presidente della Regione Campania, Vincenzo de Luca, ha concesso libera uscita in due fasce orarie (6.30-8.30 e 19-22) e, vista la giornata quasi estiva, il lungomare è stato preso d’assalto, con casi di assembramento e inutilizzo della mascherina. De Luca aggiunge: “Se si diffondono comportamenti irresponsabili tali da produrre una ripresa forte del contagio si renderebbe inevitabile il ripristino immediato del divieto di mobilità. Non dobbiamo prolungare l’emergenza all’infinito”.
La Val d’Aosta, nonostante l’emergenza medica ancora in atto, con più di un decesso ogni 1.000 abitanti, si dice possibilista sulla riapertura delle scuole entro la primavera. “Noi ci stiamo preparando a tutti gli scenari, la nostra scuola potrebbe permettere una riapertura dopo il 17 maggio, magari con classi dimezzate e orari ridotti, però è possibile”, sostiene l’assessore all’istruzione Chantal Certan.
Anche il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, starebbe valutando una riapertura più accelerata, seppure part-time, di alcuni negozi e con la celebrazione delle messe, ma al momento non ha firmato alcuna ordinanza. E dice: “se dovessimo aspettare l’R0 non apriremmo più per parecchio tempo”.
Fonti: Il Messaggero Il fatto quotidiano
BARBARA VOLPINI
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