🔴 Regione Lombardia: Misurazione FEBBRE obbligatoria anche per BAR e GELATERIE

Termoscanner costosi e introvabili, tempi che si dilatano e clienti che si defilano. La domanda è fino a che punto si può imporre il principio del rischio zero alla vita quotidiana?

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Credits: youtg,net - Termoscanner nei ristoranti

La Regione Lombardia, con l’ordinanza n-547 del 17 maggio 2020, ha disciplinato anche l’adozione del termoscanner per il controllo della temperatura nei confronti di dipendenti e dei clienti delle attività commerciali e ristorative. Nessuna attività di somministrazione di cibi e bevande è esclusa, anche per un caffè al tavolo sarà obbligatorio misurarla ai consumatori.

🔴 Regione Lombardia: Misurazione FEBBRE obbligatoria anche per BAR e GELATERIE

# La rilevazione della temperatura corporea dei clienti è obbligatoria, per ogni tipo di esercizio di somministrazione di pasti e bevande

Come recita la nuova ordinanza regionale nel punto 1.3 al comma b è specificato: “Si raccomanda fortemente la rilevazione della temperatura anche nei confronti dei clienti/utenti, prima dell’accesso. In caso di accesso ad attività di ristorazione con consumo sul posto, la rilevazione della temperatura corporea dei clienti è obbligatoria. Nell’allegato 1 è definito che: “Le presenti indicazioni si applicano per ogni tipo di esercizio di somministrazione di pasti e bevande, quali ristoranti, trattorie, pizzerie, self-service, mense, bar, pub, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie (anche se collocati nell’ambito delle attività ricettive, all’interno di stabilimenti balneari e nei centri commerciali o connessi alle aziende agricole), nonché per l’attività di catering (in tal caso, se la somministrazione di alimenti avviene all’interno di una organizzazione aziendale terza, sarà necessario inoltre rispettare le misure di prevenzione disposte da tale organizzazione).  

# Termoscanner introvabili, bloccati in dogana e a prezzi raddoppiati

Nei negozi di antinfortunistica i termoscanner sono quasi introvabili a prezzi tra i 90 e 100 euro, mentre nelle farmacie dove sono disponibili anche se con pezzi contati i prezzi arrivano fino a 120 euro, contro i 70 euro del prezzo prima dell’emergenza. Il canale online non è sicuro, mentre come successo per le mascherine anche i termometri a infrarossi sono bloccati in dogana per richieste di certificazioni essendo quasi esclusivamente di provenienza cinese in gran parte sotto sequestro.

# La burocrazia imperante mette in croce tutte le piccole attività

Tutte le attività di somministrazione di cibi e bevande, dal bar alle gelaterie o panifici che servono anche il caffè rischiano di dover dedicare un dipendente solo per provare la febbre ai clienti. Se si stima un passaggio di 200-250 persone al giorno che consumano sul posto, con il tempo per provare la temperatura di 2-3 minuti ciascuna o non viene fatto più sedere nessuno al tavolo oppure la più soluzione improbabile sarà quella di destinare un lavoratore esclusivamente a quella mansione. Qualunque delle due opzioni ci saranno ulteriori costi a carico dell’esercente con perdita certa di clienti in quanto tra le file che si creeranno e l’indisponibilità di farsi controllare la febbre fare desistere i più ad entrare nei locali.
 
Ancora una volta si fronteggiano i problemi aumentando burocrazia e costi per le imprese, inserendo oneri che rischiano di rivelarsi fastidiosi per i clienti e insostenibili per i commercianti. Non bastavano infatti le norme già restrittive imposte dal Governo, anche la Regione Lombardia ha pensato di aggiungere ulteriori ostacoli alla ripresa economico-sociale del territorio, a costi ad oggi indefinibili.
 
La domanda è fino a che punto si può imporre il principio del rischio zero alla vita quotidiana?
 
 
 

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.