Il 2019 era iniziato come l’anno della consapevolezza ambientale: dai fridays for future alla dichiarazione di 1288 amministrazioni dello stato di “emergenza climatica”.
Il 2020 avrebbe dovuto essere l’anno delle decisioni da prendere ma poi la pandemia Covid-19 ha cambiato le carte in tavola e ancora una volta il problema ambientale ritorna all’ultimo posto. Cerchiamo di fare chiarezza sulle conseguenze ambientali di questa pandemia.
Aiuto, ci siamo dimenticati l’AMBIENTE: 1 miliardo di mascherine da smaltire in Italia ogni mese
# L’unica buona notizia
Per il momento rimane stabile la diminuzione delle emissioni di CO2 dovuta ai continui lockdown nel mondo.
La media per il 2020 è attorno al 7 per cento, una percentuale di decrescita mai vista dai tempi della Seconda guerra mondiale. Anche per il 2021 si prevede una diminuzione altrettanto sensibile.
Nei mesi di lockdown le persone sono rimaste più a casa del solito riducendo così gli spostamenti, per non parlare della riduzione del traffico aereo che è uno dei problemi più grandi a livello ambientale.
Tuttavia, per quanto le emissioni di alcuni gas serra siano diminuite, questa riduzione è solo una piccola parte di tutto quello che influisce sul nostro ambiente.
Non sarà infatti un anno di lockdown a bilanciare decenni di danni ambientali accumulati.
Per verificarsi un calo permanente del gas serra ci vorrebbe un vero e proprio cambiamento nella struttura economica e produttiva e non penso che questo sia nei piani del mondo.
L’obiettivo di tutti sembra essere infatti quello di tornare allo stato originale il prima possibile senza pensare che, lo stato originale che tanto rincorrono, fosse a livello ambientale una vera e propria catastrofe.
# L’impatto della pandemia sull’ambiente: il ritorno della plastica
Dai menù usa e getta ai guanti di plastica, dai packaging dei take away alla vendita online, la pandemia ha fatto tornare prepotentemente la plastica usa-e-getta che tanto volevamo togliere nel 2019.
A dimostrarlo i dati del mercato dei packaging: dai 909 miliardi di dollari del 2019 agli oltre 1.000 miliardi di dollari del 2021, in crescita di oltre il 10% in un solo anno.
# Mascherine e guanti
Le mascherine e i guanti stanno diventando una fonte di inquinamento molto grave.
Il consumo mensile nel mondo è di 129 miliardi di mascherine e 65 miliardi di guanti, in Italia siamo a un miliardo di mascherine e 500 milioni di guanti.
Cifre enormi che però non stupiscono, basta infatti camminare per strada per rendersi conto di quante mascherina e guanti vengano gettati per terra.
Leggi anche: 13 milioni di mascherine agli studenti ogni giorno: sarà il più grande e sottovalutato DISASTRO AMBIENTALE d’Italia?
# Diminuire l’inquinamento in Italia
In Italia il consumo mensile di mascherine tocca il miliardo.
Partendo dal presupposto che le mascherine vanno usate, ci sono dei provvedimenti che potrebbero almeno ridurre l’inquinamento di questi dispositivi, ahimè, necessari.
Il primo passo è appellarsi al buon senso delle persone nello smaltimento delle mascherine.
Camminando per strada è facile rendersi conto di quanti siano i dispositivi di protezione che non vengono smaltiti nel mondo corretto dai cittadini ma questo non basta.
Se solo l’1 per cento delle mascherine venisse smaltito in modo non corretto (percentuale molto bassa rispetto alla realtà), avremmo comunque 10 milioni di mascherine al mese disperse nell’ambiente.
Dividendo la colpa tra cittadini incivili e chi non si è preoccupato di trovare un modo per gestirle e smaltirle, il problema rimane.
Le mascherine usa e getta sono una grande parte delle mascherine vendute in Italia.
Il nostro Paese risulta inoltre l’unico al mondo a dare mascherine usa e getta a tutti gli studenti ogni giorno (13 milioni ogni giorno), mettendo così il carico da novanta sull’impatto ambientale, come purtroppo avevamo ipotizzato lo scorso settembre in questo articolo: 13 milioni di mascherine agli studenti ogni giorno: sarà il più grande e sottovalutato DISASTRO AMBIENTALE d’Italia?
Che sia un modo intelligente e consapevole di smaltire un quantitativo così grande di dispositivi di sicurezza o la distribuzione di mascherine riutilizzabili, una soluzione va trovata.
La pandemia prima o poi finirà, ma il rischio è che ceda il posto a un’emergenza ambientale impossibile da risolvere.
Fonti: nonsprecare.it
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ARIANNA BOTTINI
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