Anticorpi tra i donatori: Milano era un FOCOLAIO settimane prima dell’emergenza (Policlinico)

"Nell'area metropolitana era presente un sommerso di persone contagiate, già prima che si verificassero i primi casi di malattia conclamata"

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Foto: Andrea Cherchi (c)

Milano era un focolaio già molto tempo prima che scoppiasse l’emergenza. Una nuova conferma di questo arriva da uno studio effettuato su un campione di donatori si sangue del Policlinico di Milano.

Anticorpi tra i donatori: Milano era un FOCOLAIO settimane prima dell’emergenza (Policlinico)

# Il virus stava circolando già diverse settimane prima del paziente uno di Codogno

Uno studio sui donatori di sangue del Policlinico di Milano, pubblicato su medRxiv, conferma che il virus SARS-CoV-2 stava circolando a Milano già diverse settimane prima del scoperta del paziente uno a Codogno. Lo scopo di questa indagine era di “esaminare la presenza dell’infezione da SARS-CoV-2 in adulti asintomatici in una delle aree italiane più colpite, e nello stesso tempo raccogliere più elementi possibili per comprendere i fattori di rischio e i valori di laboratorio associati alla malattia” afferma uno dei coordinatori dello studio Daniela Prati. Le evidenze riportano come su 800 donatori di sangue sani presentatisi al Policlinico tra il 24 febbraio e l’8 aprile la sieroprevalenza era nel 4,6% delle persone, una su 20 aveva quindi già contratto il coronavirus a inizio epidemia e sviluppato gli anticorpi, percentuale salita al 7,1% ai primi di aprile durante il primo periodo di distanziamento sociale. La pratica del distanziamento sociale sembra aver favorito soprattutto i più giovani, che hanno avuto il tempo di sviluppare un’immunità a lungo termine.

# Ancora lontani dall’immunità di gregge

La ricerca ha coinvolto anche Luca Valenti coordinatore del Policlinico di Milano, Gianguglielmo Zehender della Statale di Milano. Sempre Daniela Prati conferma come questo studio sia la “prima vera conferma scientifica che nell’area metropolitana era presente un sommerso di persone contagiate, già prima che si verificassero i primi casi di malattia conclamata, è anche il primo studio sierologico su persone asintomatiche che ci dice chiaramente che siamo ben lontani dall’immunità di gregge“. Tutti i donatori positivi al virus hanno registrato alterazioni nella conta delle cellule del sangue e nel profilo lipidico: questo aiuterebbe a inquadrare meglio le persone asintomatiche e quelle che hanno sviluppato appieno gli anticorpi.

Fonte: milano.repubblica.it

Il fatto che già nella terza settimana di Febbraio i donatori avessero gli anticorpi al SARS-CoV-2, significa che è verosimile la presenza del virus a Milano tra gennaio e dicembre in quanto lo sviluppo della protezione immunitaria può impiegarci fino a 20 giorni dalla comparsa dei sintomi.

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# Testimonianze del virus già prima di Natale: nessuna crisi del sistema sanitario. Allarme mediatico con ressa negli ospedali e contagiati inseriti nelle RSA le cause del disastro?

Nel periodo a cavallo tra Natale e Gennaio si sono registrati numerosi episodi di forti influenze, molte persone con febbre alta per giorni e polmoniti strane a Milano. Le testimonianze che abbiamo raccolto raccontano come il virus circolava indisturbato da tempo, mentre la città era a pieno regime come sempre, e il servizio sanitario non ha subìto contraccolpi né all’interno dei reparti di malattie infettive né nelle terapie intensive.

Alcune delle testimonianze raccolte:

  • Sonia O.
    Mio figlio di 16 anni a fine gennaio 5 giorni con oltre 39 di febbre e tosse…in classe assenti 23 su 29….poi ci siamo ammalati io e l’altro figlio con febbre più bassa
  • Lara K.
    Una mia cara amica ha avuto tutti i sintomi del Covid, e ne è uscita da sola, dopo che il medico le aveva detto che era ‘una brutta influenza‘, in quanto non si conosceva ancora la presenza di questo Coronavirus. Mi ha detto che non si è mai sentita così debole e senza un minimo di forze. Avremmo dovuto vederci per Capodanno. Il 31 Dicembre. Ha continuato ad avere i sintomi sino a fine Gennaio.
  • Yuki P.
    Mio figlio che prendeva la metro ha avuto 37,5 ed era debole con mal di gola ma senza placche nulla di più. I suoi compagni di rugby a turno sono stati male tanto da non avere i numeri per fare la squadra a gennaio!!! Mai successo in tanti anni e alcuni sono rimasti a casa con 40 di febbre tosse. Uno di loro ha anche pensato a metà febbraio ma se fosse covid ??? Ma in Italia dicevano che non c’era….

Il fatto che il virus circolasse da settimane senza creare disfunzioni nel sistema sanitario solleva domande inquietanti sul modo in cui è stata gestita l’emergenza sanitaria. Considerando che i principali focolai di contagio per persone a rischio sono stati gli ospedali e le RSA (qui i dati), se si fosse evitato l’allarmismo mediatico e politico che ha generato una ressa di ricoveri, si sarebbero potuti evitare molti morti, soprattutto in Lombardia?

E la strategia del lockdown prolungato è stata sensata o sarebbe bastato mettere in sicurezza RSA, ospedali e anziani in famiglia, separando le persone a rischio dai contagiati?

Il contagio e i decessi che hanno visto come epicentro RSA, case di riposo e ospedali non isolati in cui la popolazione era fondamentalmente anziana ha restituito un’immagine distorta della forza del virus che ha fatto passare la logica della chiusura quale unica soluzione possibile, senza considerare i danni provocati da un intervento così brutale sull’economia e sulla vita delle persone.

Speriamo verrà il tempo in cui si potrà appurare con obiettività le responsabilità sulle azioni non fatte che si sarebbero dovute fare e su quelle chi sono fatte ma che si sarebbero dovute evitare.

Leggi anche: Coronavirus a Milano? Già a fine DICEMBRE

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.