La crisi sta facendo sentire i suoi effetti. Uno di questi è la spaccatura tra regioni del nord e alcune di quelle del sud. Il coronavirus si è concentrato sulle regioni del nord Italia che invece di ricevere l’aiuto dalle regioni meno colpite, si sono trovate davanti a muri e a minacce, in particolare da parte del governatore della Campania De Luca. Molti al nord sono convinti che se fosse successo l’opposto, le regioni del nord sarebbero venute in soccorso di quelle del sud inviando medici e aiuti economici invece che alzare muri.
Anche il comportamento dello Stato sta aizzando gli animi delle aree più produttive: perchè, in molti si chiedono, se i morti e i contagi si sono concentrati quasi al 90% nelle regioni del nord, gli aiuti sono stati distribuiti sull’intero del territorio, spesso privilegiando proprio le aree più lontane da quelle più colpite dall’emergenza? In breve, la situazione nel nord Italia sta diventando incendiaria. Non solo per il virus. E crolla la fiducia nella capacità del governo di far fronte all’emergenza economica delle zone che rischiano di pagare il prezzo più alto delle decisioni prese dal governo per contrastare l’emergenza sanitaria.
Il primo atto di ribellione è del governatore della provincia autonoma di Bolzano. Ha chiesto la sospensione dei versamenti allo stato, ovvero tenere per sé il “residuo fiscale”, per coprire il mancato gettito fiscale e garantire i servizi. Cosa potrebbe fare la Lombardia e Milano se decidessero di avanzare a loro volta tale richiesta?
BOLZANO: “sospendiamo i versamenti allo Stato”. Se lo facessero anche altre regioni e città del Nord?
# Il governatore Kompatscher “Come Provincia autonoma dobbiamo comunque finanziare i servizi essenziali a nostro carico, come la sanità, la scuola e le strade“
Il governatore altoatesino Arno Kompatscher ha chiesto la sospensione del contributo della Provincia autonoma al risanamento del disavanzo statale, ovvero di 476 milioni di euro annui che serviranno a sopperire il mancato gettito fiscale a causa dell’emergenza coronavirus. “Come Provincia autonoma dobbiamo comunque finanziare i servizi essenziali a nostro carico, come la sanità, la scuola e le strade“, ha spiegato il presidente aggiungendo la possibilità di ‘bond regionali’ per finanziare i programmi di rilancio e i trasferimenti ai Comuni che è in attesa della risposta dal Governo.
Fonte: ansa.it
# Le aree del Nord, con Lombardia e Milano su tutte, vantano un residuo fiscale tale da potere uscire dalla crisi in autonomia
Il residuo fiscale è, giusto per rinfrescarsi la memoria, la differenza tra quanto un territorio versa sotto forma di tributi allo Stato e quanto da esso riceve sotto forma di servizi e investimenti.
Nel dettaglio i versamenti allo Stato riguardano in particolare queste imposte e tributi:
- Imposte dirette (per esempio l’Irpef) , imposte in conto capitale (per esempio l’Imu), imposte dirette (per esempio l’Iva)
- Contributi sociali effettivi e figurativi versati da lavoratori e imprese (i contributi di lavoro che vanno principalmente all’Inps)
- Interessi, dividendi, redditi prelevati dai membri di quasi società (es interessi su obbligazioni di imprese) , utili reinvestiti di investimenti all’estero, fitti di terreni e diritti sfruttamento giacimenti
- Trasferimenti correnti o in conto capitale diversi da famiglie e imprese
- Produzione di servizi vendibili e produzione di beni e servizi per uso proprio
Mentre queste sono le principali voci di spesa dello Stato sui territori regionali.
- Spesa per consumi finali (per esempio la spesa statale in giustizia, istruzione, ecc)
- Prestazioni sociali in denaro e trasferimenti correnti diversi a famiglie e istituzioni sociali private (tipicamente le pensioni in particolare quelle sociali o di invalidità)
- Contributi alla produzione e trasferimenti correnti diversi a imprese (i vari incentivi alle aziende)
- Imposte dirette ,trasferimenti ad enti pubblici (ovvero i gettiti delle tasse come l’Irap re-indirizzate alle regioni)
- Investimenti fissi lordi (per esempio quando lo Stato costruisce una nuova autostrada in una regione)
- Contributi agli investimenti a famiglie e imprese (trasferimenti in conto capitale, per esempio contributi a fondo perduto a start-up).
Fonte: truenumbers.it
Attribuire con precisione a ogni regione tutti i gettiti delle imposte e soprattutto tutte le spese dello Stato è complicato, ma le cifre che risultano ad oggi vedono Lombardia con 54 miliardi, Veneto con 18,8 miliardi e Emilia Romagna con 15,4 miliardi sul podio degli enti che più aiutano lo Stato. Inoltre Milano che secondo l’OCSE produce 312 miliardi il PIL nell’area metropolitana, di cui circa 80 miliardi nel Comune di Milano verserebbe oltre 40 miliardi allo stato italiano, considerando solo il Comune e 156 miliardi di tasse pagate su base metropolitana. Ricevendo indietro solo 450 milioni a fronte dei 40 miliardi versati ritorna l’1% di quanto versa. Cosa potrebbero fare le regine del disavanzo fiscale, la Lombardia e Milano, seguendo l’esempio di Bolzano o, almeno, trattenendo sul loro territorio il residuo fiscale?
# Dove potrebbero destinare le risorse trattenute la Lombardia e Milano per rilanciare l’economia post Covid-19?
Alcune misure potrebbero riferirsi solo al capoluogo lombardo e altre a tutte le regioni, vediamo alcune proposte:
- In primo luogo stornare sotto forma di sgravi fiscali i 5,77 miliardi di euro di costi per la città di Milano, causati dalla burocrazia alle imprese, stimati dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre che fanno perdere parte della competitività internazionale e ridurre a solo un passaggio la richiesta di attivazione di qualsiasi pratica per fare business
- Sempre Milano potrebbe garantire senza costi extra per i cittadini tutti i servizi di pubblica utilità, aumentando la frequenza e capillarità: trasporto pubblico, raccolta rifiuti, pulizia e igienizzazione quotidiana delle strade, manutenzione ordinaria e straordinaria manto stradale, investimenti in nuove linee metropolitane e sistemi per garantire la ripresa della vita lavorativa senza pericoli di contagi dal virus fino alla fine dell’emergenza
- La regione Lombardia potrebbe immettere liquidità sui conti correnti aziendali, con semplice autocertificazione, per coprire almeno l’80% del fatturato mensile medio fino alla fine del 2020, e tramite assegno, inviato direttamente presso l’indirizzo di residenza, distribuire un sussidio a tutte le persone fisiche un importo pari alla retribuzione media italiana di € 1.400 fino alla ripresa lavorativa
- Sia Comune che Regione potrebbero azzerare tributi e imposte a tutte le aziende, liberi professionisti e cittadini sulla scorta di quanto fatto dal Sindaco di Napoli de Magistris che le ha cancellate per tutto l’anno
- Predisporre un piano di finanziamento a fondo perduto alle aziende per implementare nuove tecnologie per favorire lo smartworking, sviluppare l’internazionalizzazione e assumere dipendenti per contenere l’aumento previsto della disoccupazione
- Ridurre i debiti degli enti locali per favorire nuovi investimenti per i territori negli anni a venire
C’è curiosità nello scoprire se il Governo avvallerà le richieste di Bolzano, potrebbe essere un precedente importante su cui fare leva nell’invocare un prossimo cambio dell’assetto istituzionale in cui ogni ente possa gestire in autonomia quello che produce sul territorio e lo Stato possa fungere esclusivamente da supervisore del decentramento e coordinamento di indirizzi per regole nazionali comuni.
FABIO MARCOMIN
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