Oltre sette su dieci dei contagiati dal coronavirus in Italia hanno pochi o nessun sintomo. I casi di Covid-19 più gravi sono circa il 7% del totale e quelli che hanno un quadro clinico critico lo 0,7%. È quanto emerge dal report aggiornato dell’Istituto superiore di sanità che ha analizzato le caratteristiche degli attuali malati nel nostro Paese.
COVID, nuovo rapporto ISS: meno dell’1% dei contagiati è GRAVE
Pubblichiamo estratti articolo di “Skytg24” – Coronavirus, Iss: Il 71% dei malati ha pochi o nessun sintomo. Meno dell’1% è critico
# Meno dell’1% dei positivi è grave, il 55,9% è asintomatico, il 37% ha al massimo sintomi lievi
Il 55,9% degli attuali positivi è asintomatico. Il 15,7% è pauci-sintomatico, ha scarsi sintomi, il 21,2% ha sintomi leggermente più lievi. È il 6,6% dei positivi al Covid-19 che invece lamenta sintomi più accentuati, mentre meno dell’1% presenta un quadro clinico preoccupante.
# Il 91,2% dei contagiati è a casa o in altra struttura: tra i pazienti ospedalizzati 1 su 10 è in terapia intensiva
Dove si trovano, e in quale percentuale, i contagiati in Italia? Quanti sono in ospedale e quanti in terapia intensiva? L’ultimo rapporto dell’Iss stabilisce che l’ampia maggioranza, si parla del 91,2%, dei positivi al coronavirus sta affrontando l’infezione presso il proprio domicilio o in un’altra struttura. L’8,4% dei pazienti è stato ospedalizzato e di questi il 9,2% è in terapia intensiva a causa del virus.
# L’età dei contagiati: la maggioranza tra 19 e 50 anni, gli over 70 sono l’11,3%, i minorenni sono il 17%
In riferimento al periodo che va dal 28 settembre all’11 ottobre, il report dell’Iss evidenza che circa la metà dei malati, il 47,1% è compreso della fascia d’età dai 19 ai 50 anni. Il 24,2% dei positivi ha tra i 51 e i 70, gli over 70 solo l’11,3%. Infine, i numeri dei bambini e ragazzi (la fascia 0-18) contagiati dal coronavirus sono stimabili nel 17,3% del totale.
# La rilevazione dei casi equamente distribuita tra screening, contact tracing e pazienti con sintomi
L’Istituto superiore di sanità riferisce che la rilevazione dei casi è equamente distribuita tra attività di screening per il 31,6%, da contact tracing per il 30,5% e per il 30,6% a causa di pazienti con sintomi, rilevati quindi solo perché lamentavano disturbi, al di là della rete di tracciamento e controllo. Un dato che l’istituto definisce “preoccupante”. Del 7,3% non è nota l’origine. Decisamente ridimensionato il ruolo degli arrivi dall’estero: i casi importati sono appena il 2,4%, mentre l’88,7% è autoctono e l’1,1% proviene da una regione diversa da quella di notifica.
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