E’ servito il LOCKDOWN? Un confronto tra 5 coppie di paesi simili che hanno attuato strategie diverse

Io le mie considerazioni le ho tratte sul fatto se sia servito o meno il lockdown all'italiana, chi vuole integrare o correggere è benvenuto

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Foto: Andrea Cherchi (c)

E’ servito il Lockdown?
Questa la domanda che si fanno in tutto il mondo per capire se può essere considerato uno strumento opportuno in caso di nuove ondate o altre emergenze di questo tipo. Per dare una risposta sono state fatte diverse analisi che però, spesso, hanno il limite di mettere a confronto paesi con caratteristiche diverse.

Un approccio interessante è quello fatto da Dario Huseklepp che ha messo a confronto cinque casi di paesi simili che hanno attuato modalità di intervento differenti: la Svezia e la Danimarca, l’Estonia e la Lettonia, la Repubblica Ceca e la Slovacchia, Paesi Bassi e Belgio, l’Austria e la Svizzera con la Lombardia, Malta con la Sicilia. Si lascia all’autonomia di giudizio del lettore di trarre le sue conclusioni.

E’ servito il LOCKDOWN? Un confronto tra 5 coppie di paesi simili che hanno attuato strategie diverse

Danimarca vs Svezia

La DANIMARCA è stata uno dei primi paesi ad applicare norme restrittive insieme all’Italia, un lockdown totale, durato però fino a metà aprile. Ora hanno riaperto quasi tutto con 500 morti (8,6 per centomila abitanti) e non vi è stato un aumento oltre il livello di guardia dei contagi.
La SVEZIA invece non ha applicato alcuna misura restrittiva, non ha chiuso nessun confine (anzi quando la Norvegia e la Danimarca l’hanno fatto ha ricordato che non succedeva dai tempi del nazismo), per ora ha avuto 3000 morti (30 per centomila abitanti) ma con l’economia che è rimasta in piedi.

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Lettonia vs Estonia

La LETTONIA non ha applicato alcun lockdown, i negozi e le fabbriche sono sempre rimaste aperte, 17 morti (0,85 morti per centomila abitanti). Il governo lettone ha inoltre tracciato i positivi e fatto tamponi a tappeto.
L’ESTONIA invece ha applicato un lockdown totale, dopo che nell’isola di Saarema, la vera culla della civiltà estone, è arrivata una squadra di pallavolo milanese che ha diffuso il virus, tanto che i dati ufficiali dicono che nell’isola dove abitano 40mila abitanti si stima che il 70% siano stati contagiati, quindi forse è l’unica zona in Europa dove si è realizzata l’immunità di gregge. Il Paese baltico ha deciso di chiudere tutto sul modello italiano ed ora si aspetta un calo del PIL del 15%, con 55 morti (3 morti per centomila abitanti)

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Olanda vs Belgio

I PAESI BASSI hanno applicato una strategia assimilabile alla nostra fase zero (la prima settimana di marzo) senza alcun lockdown totale nonostante sia il paese più densamente popolato insieme a Malta in Europa. 5.290 decessi (29 morti per centomila abitanti).
Il BELGIO invece è il paese per approccio più simile all’Italia con 8.500 morti (74 morti per centomila abitanti).

Repubblica Ceca vs Slovacchia

La REPUBBLICA CECA ha applicato un lockdown all’italiana con 269 morti (2,7 morti per centomila abitanti).
In SLOVACCHIA sono state chiuse le frontiere con l’estero ma non c’è stato un lockdown duraturo: dal 8 aprile fino al 14 c’è stato il totale divieto di movimento nel paese, dal 21 aprile sono stati riaperti gli hotel, i negozi, lo sport all’aperto se svolto non in gruppi superiori a 5 persone, i mercati non coperti ed i parrucchieri. Da sottolineare che la Slovacchia è l’unico paese della UE che si è rivolto direttamente a Taiwan ed ha seguito quindi la strategia dei tamponi a tappeto prima di tutti gli altri. Morti 262 (5 morti per centomila abitanti)

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Austria e Svizzera vs Lombardia

L’AUSTRIA non ha mai applicato un lockdown totale se non nello stato del Tirolo (l’Austria è uno stato federale) per volere del governatore Platter che l’ha tenuto per una settimana. Anche in Tirolo comunque è stata mantenuta libertà di movimento all’interno dei comuni, senza obbligo di autocertificazione. Dal primo maggio sono riaperti centri commerciali e parrucchieri e da lunedì i bar ed i ristoranti. Il governo federale ha tenuto dall’inizio di aprile l’obbligo delle mascherine nei locali chiusi. Morti 698 (6,5 per centomila abitanti).
La SVIZZERA anche non ha applicato nessuno lockdown, se non in qualche cantone come in quello di Vaud, i confini con la Lombardia sono rimasti aperti e le scuole sono rimaste chiuse fino a metà aprile. Il 27 aprile hanno riaperto i battenti dentisti, parrucchieri, fiorai, centri giardinaggio e food shoops. L’11 maggio verranno riaperte le scuole ed il resto dei negozi. 1.000 morti (11 morti per centomila abitanti).
Sulla Lombardia bene o male le informazioni le conoscono tutti: lockdown totale dal 9 marzo con iniziale riapertura dal 4 maggio. 14.745 morti (147 morti per centomila abitanti).

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Malta vs Sicilia

MALTA è un vero e proprio caso di studio, in quanto è la nazione di gran lunga con la densità abitativa più alta in Europa, non ha mai applicato alcun lockdown ma solo la chiusura delle scuole, dei centri anziani e delle sedi politiche, con inoltre il divieto di entrata da Italia, Spagna, Cina, Germania e Francia. I negozi sono rimasti aperti riconvertendosi agevolmente in takeaway e l’unico obbligo messo dal governo è stata la mascherina, negli spazi chiusi, pena la multa di 1.000 euro. 5 morti (0,7 morti per centomila abitanti).
Sulla Sicilia bene o male le informazioni le conoscono: lockdown totale dal 9 marzo con iniziale riapertura dal 4 maggio. 251 morti (5 morti per centomila abitanti).

Io le mie considerazioni le ho tratte sul fatto se sia servito o meno il lockdown all’italiana, chi vuole integrare o correggere è benvenuto.

Dario Huseklepp

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