L’ultimo aggiornamento della Johns Hopkins University, riporta un dato che fa riflettere sulla gestione della pandemia da parte del governo italiano. Il nostro Paese infatti, nonostante che si sia contraddistinto nel mondo per le restrizioni maggiori contro la diffusione dei contagi, risulta al primo posto al mondo per la più alta percentuale di decessi tra i pazienti positivi al Covid-19. Lo studio dell’università privata di Baltimora negli Usa solleva alcune domande tra cui: ha senso la strategia di focalizzarsi sulle limitazioni delle libertà dei cittadini invece che sul capire cosa avviene nelle RSA e negli ospedali, e come si curano e sono stati curati i malati?
I conti non tornano: ITALIA PRIMA AL MONDO per LETALITÀ da Covid. Perché non si fa luce sui protocolli di cura?
# Il nostro Paese è il peggiore di tutti, la percentuale di positivi deceduti è quasi quattro volte sopra alla media mondiale
Alla data del 03 ottobre 2020 l’analisi dei casi mondiali di Covid-19 redatta dalla J.Hopkins University fa una fotografia della gestione sanitaria della pandemia. Il dato eclatante è che l’Italia si posiziona tristemente in cima alla classifica per tasso di letalità, che indica il rapporto percentuale tra positivi e deceduti, all’11,16% davanti a Messico, Regno Unito e Belgio. Con un tasso doppio rispetto alla Svezia ferma al 6,25% e quattro volte maggiore a paesi come Brasile, USA o India. E questo nonostante avere attivato il lockdown più lungo e repressivo del mondo occidentale e continuare con restrizione uniche al mondo, come l’obbligo di mascherina all’aperto anche se si è da soli.
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# L’Italia è capace solo di misure restrittive, ma sui protocolli di cura rimane il silenzio
A distanza di otto mesi dall’inizio dell’emergenza tutta l’attenzione del governo italiana resta sempre fedele alla linea iniziale: limitare le libertà dei cittadini, invece di potenziare ospedali e rendere uniformi e pubblici i protocolli di cura. E il governo sembra insistere su questo aspetto: dal 7 ottobre infatti entrerà in vigore nuovamente l’obbligo di indossare la mascherina protettive anche all’aperto e da soli su tutto il territorio nazionale, nonostante al nord Italia e nello specifico in Lombardia la percentuale di contagi su tamponi e in proporzione alla popolazione sia tra le più basse d’Europa. Oltre all’obbligo è prevista anche una misura punitiva, ovvero multe fino a 3.000 euro nel caso si venga sorpresi a girare con naso e bocca scoperti, con l’intervento addirittura dell’esercito per imporre questa restrizione.
Questa scelta non ha alcun riscontro scientifico. Numerosi medici, come i Prof. Remuzzi, Galli, Bassetti, Crisanti, Clementi e Zangrillo si sono espressi definendo l’obbligo di mascherine all’aperto inutile se non dannoso, così come avviene nella gran parte dei paesi a nord delle Alpi. Svizzera, Olanda, Svezia, Finlandia, Danimarca e altre nazioni hanno infatti messo al bando le mascherine sconsigliando il loro utilizzo anche negli spazi interni Vedi articolo: Europa e le mascherine.
Come si vede da questo grafico, la Spagna che da luglio impone l’obbligo di mascherine su tutto il territorio nazionale e la Francia che prevede obbligo all’aperto nelle principali aree urbane da oltre un mese, sono i paesi che registrano ancora oggi i tassi di crescita dei contagi più alti in Europa.
A fronte di una misura contraddittoria, la cui efficacia non ha alcuna evidenza scientifica, il governo evita invece di affrontare la radice del problema, come adottare e comunicare i protocolli sanitari che sono in grado di aumentare la possibilità che pazienti positivi al coronavirus ricoverati in ospedale possano essere salvati. Il governo oltre a non aver incrementato il numero dei posti in terapia intensiva, come avrebbe dovuto fare in questi mesi approfittando dello scarso accesso agli ospedali, mantiene il massimo riserbo sulle cure che a bene vedere non sono state efficaci come negli altri Paesi. Basti vedere che due Nazioni tanto attaccate per la pessima gestione della pandemia, ovvero Brasile e Usa, hanno un tasso di letalità rispettivamente del 2,98% e del 2,84%: 4 volte più basso di quello italiano.
Perché quindi l’esecutivo e la stampa in generale continuano a decantare la bontà di quanto sin qui fatto per affrontare l’emergenza sanitaria, mentre l’Italia registra il più alto tasso di letalità a livello mondiale? Qualcosa davvero non torna.
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