IMMUNITA’ DI GREGGE: l’Olanda resiste, ma con quali risultati?

Per affrontare l’epidemia, l’Olanda ha deciso di adottare un modello di diffusione controllata del virus, che consenta lo sviluppo dell’immunità di gregge senza portare al collasso il sistema sanitario

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Credit: @amsterdamworld (Instagram)

A differenza del Regno Unito, i Paesi Bassi insistono nel mantenere misure restrittive blande, un “isolamento intelligente” per favorire l’immunità di gregge. Secondo i vertici sanitari sta funzionando e l’Olanda rimane oggi uno dei pochi stati in Europa a resistere con un approccio soft alla pandemia. 

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IMMUNITA’ DI GREGGE: l’Olanda resiste, ma con quali risultati?


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I numeri: quinto paese europeo per decessi per abitanti

Per numero di contagiati l’Olanda è, attualmente, il dodicesimo paese al mondo con 16.627, nona per il numero di decessi (1.561). Dati aggiornati al 4 aprile. Una crescita sostenuta di oltre 800 nuovi casi e più di 100 morti al giorno che mettono gli ospedali olandesi sotto pressione al punto da chiedere – per essere respinti – posti letto al Belgio. Al momento l’Olanda è il quinto paese europeo per maggior numero di decessi per abitante (le prime sono Spagna e Italia), ma il governo rassicura i cittadini che le restrizioni blande in atto stanno funzionando e la curva si sta appiattendo.

“Lockdown intelligente”:  un modello di diffusione controllata del virus

Il 17 marzo Mark Rutte, Primo Ministro olandese, si rivolge alla nazione e dichiara che l’ipotesi di “chiudere completamente il Paese”, sebbene possa “sembrare un’opzione interessante”, implicherebbe una chiusura di almeno “un anno o anche di più, con tutte le conseguenze che ciò comporterebbe” e “anche se ciò fosse possibile nella pratica, il virus potrebbe semplicemente rialzare di nuovo la testa una volta che le misure fossero state revocate”. 

Per affrontare l’epidemia, l’Olanda decide pertanto di adottare un modello di diffusione controllata del virus, che consenta lo sviluppo dell’immunità di gregge senza portare al collasso il sistema sanitario. 

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La strategia olandese è guidata dalle simulazioni del RIVM, l’Istituto Superiore di Sanità dei Paesi Bassi, che si avvale di un modello capace di stimare il numero di pazienti affetti da Coronavirus che richiedono ospedalizzazione, fattore limitante nella cura di questi malati e la cui domanda eccessiva può portare al collasso del sistema sanitario.

Sulla base delle raccomandazioni del RIVM, il governo ha pertanto deciso di controllare la diffusione del virus promuovendo il social distancing, senza però chiudere tutte le attività produttive.

L’idea è quella di promuovere lo sviluppo dell’immunità di gregge controllando allo stesso tempo la velocità del processo per evitare che troppe persone si ammalino tutte assieme portando ad un collasso del sistema sanitario.

Far diffondere il virus in maniera controllata, proteggendo le persone vulnerabili, eviterebbe inoltre problemi maggiori durante la fase post-lockdown, quando le persone che non hanno sviluppato l’immunità, ritornando alla normalità saranno esposte ad una seconda ondata di contagi.

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Le misure: autocontrollo dei cittadini

Il 17 marzo l’Olanda decide di dire no a misure coercitive, ma opta per azioni di responsabilizzazione e autocontrollo dei cittadini.
Ecco gli interventi più significativi:

# sono state chiuse le scuole, i musei, le palestre e i locali a luce rosse

# sono stati vietati gli eventi al chiuso con più di 100 persone

# le aziende e tutte le attività produttive non vengono chiuse e per lavorare ci si continua a spostare, benché si raccomandi lo smart working

# bar, ristoranti e coffee shop rimangono aperti, ma solo per il servizio di take-away e non ci si può sedere ai tavoli

# in alcuni supermercati si può pagare solo con il contactless, per evitare anche di toccare i numeri inserendo il pin con la carta, e i cassieri sono stati protetti da vetri per evitare rischi di contagio, ma molti negozi, non solo quelli di servizi indispensabili, continuano a svolgere le loro attività normalmente

# l’invito è di rimanere a casa il più possibile ma si può uscire, a patto di mantenere una distanza minima di 1.5 metri

# I bambini con meno di 12 anni possono giocare insieme, sotto la supervisione di adulti che devono far rispettare la distanza gli uni dagli altri

# in casa si possono ricevere fino a tre persone e anche in questo caso va mantenuta la distanza di 1.5 metri

# le visite alle persone con più di 70 anni sono scoraggiate e agli anziani e ai soggetti con patologie concomitanti viene consigliato di non uscire e di limitare i contatti personali

# i funerali, i matrimoni e le riunioni religiose o politiche sono permessi, con un limite massimo di 30 partecipanti, che devono mantenere la distanza di 1.5 metri.

# non sono previste multe o altre misure coercitive ma ci si affida al senso di responsabilità e di disciplina dei cittadini


30 marzo: il sistema di modeling alla prova dei fatti

Secondo il modello del RIVM, il numero di ospedalizzazioni avrebbe dovuto calare a partire dal 30 marzo 2020. Purtroppo i dirigenti sanitari dei Paesi Bassi hanno dovuto arrendersi ai dati, che al 30 marzo parlano di oltre 12mila contagi e più di mille vittime, con ospedali quasi al collasso.

Gli scenari più positivi della scorsa settimana non si stanno avvereranno”, ha ammesso Jacco Wallinga, capo del Rivm e responsabile delle simulazioni matematiche che guidano l’azione del governo olandese nella lotta all’epidemia.
“La curva dei contagi continua a salire e serviranno molto probabilmente 2.500 posti letto di terapia intensiva in più rispetto a quanto preventivato dal piano di emergenza del governo”. Secondo il RIVM, comunque, la velocità di diffusione del virus starebbe effettivamente rallentando e il fattore di trasmissibilità del virus (R) sarebbe diminuito, per cui se prima ogni paziente contagiava due persone, ora quel numero è sceso ad uno.


Prolungamento del regime di emergenza fino al 28 Aprile (ma senza altre misure restrittive): misurazione dello stato di immunità di gregge

“Il tasso di crescita sta rallentando, ma è ancora maggiore di quanto pensassimo” queste le conclusioni del RIVM a seguito dell’analisi dei dati del 30 Marzo. Sulla base di queste indicazioni, i Paesi Bassi hanno quindi deciso di prolungare fino al 28 aprile il regime di emergenza applicato per fronteggiare il coronavirus.
Lo ha annunciato il premier Mark Rutte, che ha invitato gli olandesi a restare a casa e a non pianificare le vacanze.
“So che vi stiamo chiedendo molto” – ha detto Rutte durante una conferenza stampa – “ma la capacità delle terapie intensive dei nostri ospedali non ci lascia altra scelta. La buona notizia è che non verranno applicate ulteriori misure restrittive”.

In parallelo al prolungamento delle chiusure, il RIVM ha avviato un’ampia indagine per valutare lo sviluppo dell’immunità di gregge e ha assicurato che il 21 Aprile analizzerà di nuovo la situazione per decidere come procedere.

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Sì ad aiuti interni, no ai Coronabond

Il governo si è impegnato a supportare le aziende e i lavoratori che hanno perso il lavoro a causa della crisi.
Durante la conferenza stampa congiunta del 17 marzo, il ministro delle finanze Wopke Hoekstra, il ministro degli affari economici Erik Wiebes e il ministro del lavoro Wouter Koolmees hanno annunciato che “L’obiettivo è limitare gli effetti economici in modo che le persone mantengano il proprio lavoro e un reddito e che le aziende rimangano intatte” ma “dobbiamo essere onesti e non possiamo escludere alcune aziende che non ce la faranno”.

In totale, il governo ha stanziato un pacchetto di 30 miliardi da spendere nei prossimi tre mesi per aiutare le imprese in crisi di liquidità, preservare l’occupazione, garantire gli stipendi e sostenere i lavoratori indipendenti e autonomi.

Il governo olandese, tuttavia, si è opposto con forza alla creazione di Coronabond condivisi dai Paesi dell’area euro.L’Olanda è a favore della solidarietà, ma vuole cercare una via “ragionevole e sensata”, ha spiegato il ministro delle finanze Hoekstra “la possibilità di emettere debito congiunto” ha proseguito “semplicemente non è intelligente perché non è la soluzione corretta e pone l’eurozona in una situazione di maggior rischio di quella attuale. Pertanto non è corretto farlo”.

LAURA COSTANTIN 

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Laura Costantin
Laura in Biologia con Specializzazione in Neuroscienze, la mente umana e il suo funzionamento sono da sempre la mia passione. Curiosa seriale, amante della scrittura, appassionata di scienza e tecnologia. Il mio obiettivo? Insegnare alle persone come difendersi dalle fake news e rendere il web un posto migliore. Il mio motto? La conoscenza rende l’uomo libero.