INFLUENZA, RAFFREDDORE o Covid? Le indicazioni per distinguere i SINTOMI

Solo una piccola percentuale di chi risulta positivo al tampone sviluppa dei sintomi che sono difficilmente riconoscibili rispetto a quelli di una normale influenza o di un raffreddore. Ma è possibile riconoscere i sintomi del Covid senza attendere l'esito di un tampone?

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Anche se dai dati ufficiali si rileva che di Covid in Italia si muore sempre meno (qui gli ultimi dati), in particolare non si registra nessun decesso nella fascia 11-20 anni, l’età media di chi risulta positivo si abbassa sempre di più.

Solo una piccola percentuale di chi risulta positivo al tampone sviluppa dei sintomi che sono difficilmente riconoscibili rispetto a quelli di una normale influenza o di un raffreddore. Ma è possibile riconoscere i sintomi del Covid senza attendere l’esito di un tampone? Ecco i consigli del Pediatra dell’Ospedale Buzzi Gianvincenzo Zuccotti pubblicati sul Corriere della Sera. 

INFLUENZA, RAFFREDDORE o Covid? Le indicazioni per distinguere i SINTOMI

Pubblichiamo estratti articolo di Cristina Marrone per “Il Corriere” – Covid e bambini, sintomi: come distinguerli. Raffreddore o influenza?

# Le indicazioni per capire se si tratta di covid o semplice influenza

I sintomi più comuni di Covid-19 nei bambini sono la tosse o la febbre o entrambi con raffreddore e sintomi gastrointestinali, presenti nel 30% dei bambini. Esistono poi molti altri potenziali modi in cui il virus si presenta nei bambini positivi: perdita del gusto e dell’olfatto, dolore addominale, mal di testa, mal di gola, difficoltà respiratorie. Purtroppo alcuni di questi sintomi sono gli stessi che caratterizzano altre malattie che circolano durante la stagione invernale. La certezza si avrà solo con il tampone.

Credtis: corriere.it – Tabella dei sintomi Covid

Il grafico dei Centres for Disease Control an Prevention (CDC) indica la frequenza con cui questi sintomi si sovrappongono. Per limitare il più possibile il rischio di diagnosi errate i pediatri suggeriscono di vaccinare i propri figli contro l’influenza: in caso di sintomi se un bambino ha fatto il vaccino è più probabile che si tratterà di Covid-19.

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# Come orientarsi: con un solo sintomo nessun allarme

Gianvincenzo Zuccotti, direttore del reparto di Pediatria all’ospedale Buzzi di Milano spiega come orientarsi “Se il bambino ha il raffreddore accompagnato da naso chiuso o che cola e qualche colpo di tosse senza altri sintomi come disturbi gastrointestinali e congiuntivite vera (non quella con secrezione catarrale, che fa parte del raffreddore) possiamo concludere con abbastanza certezza che siamo di fronte a un classico raffreddamento stagionale“. Se il bambino ha più di un sintomo: “Se al raffreddore si aggiungono febbre superiore a 37,5 e magari anche sintomi gastrointestinali come vomito e diarrea allora è giusto sospettare del Covid-19. In generale se i sintomi si presentano singolarmente: solo raffreddore, solo febbre, solo vomito e diarrea è verosimile che siamo di fronte a malanni di stagione, i classici raffreddori e gastroenteriti virali che accompagnano l’inverno e non al Covid-19“.

# La perdita di gusto e olfatto: sintomo caratteristico Covid

Il sintomo più caratteristico del Covid è la perdita di gusto e olfatto. Di solito la perdita dell’olfatto è improvvisa e grave e non si accompagna a naso chiuso o naso che cola: la maggior parte delle persone colpite da coronavirus può ancora respirare liberamente. La differenza con la congestione nasale è che i pazienti affetti da coronavirus con perdita del gusto non sono davvero in grado di distinguere tra amaro o dolce. Il direttore Zuccoti però sottolinea che “Si tratta però di sintomi soggettivi ed è difficile farseli raccontare da bambini sotto i sei anni“.

# La tosse secca 

In caso di Sars-CoV-2 è secca, stizzosa e insistente, più tipica dell’asma ma non così infrequente durante la stagione invernale. “Durante l’inverno oltre all’influenza circola anche il virus respiratorio sinciziale (RSV) capace di infettare l’apparato respiratorio provocando bronchiti asmatiformi e bronchioliti con la tosse stizzosa come sintomo e sarà quindi necessaria una diagnosi differenziale. Molte volte però queste forme non danno febbre» aggiunge il pediatra. “I genitori sono coloro che conoscono meglio i propri figli e sono i primi a capire se c’è qualcosa che non va. Se un bambino è allergico o asmatico i sintomi possono essere facilmente ricondotti a quelle patologie“.

# Il bambino va tenuto a casa da scuola solo con febbre superiore a 37,5

I bambini, soprattutto quelli sotto i sei anni, trascorrono spesso l’intero inverno perennemente raffreddati. Dovranno sempre restare a casa da scuola? “Quando si tratta di un raffreddore isolato con qualche colpo di tosse, magari più frequente durante i cambi di posizione, quando si va a letto o ci si alza rispetto al resto della giornata, non è controindicata la frequenza. Mi limiterei a tenere a casa da scuola solo il bambino con febbre superiore a 37,5, tosse ed eventualmente sintomi diarroici, come già succede normalmente” conclude Zuccotti.

# I centri sentinella per capire il virus

Il direttore del reparto di Pediatri del Buzzi propone la creazione di centri-sentinella per monitorare il virus. “Un conto è fare tamponi random su bambini con raffreddori e trovare sempre tamponi negativi. A quel punto tutte le forme virali che stanno circolando non ci preoccuperanno. Ma nel momento in cui il sistema di sorveglianza iniziasse a isolare il coronavirus in bambini con il singolo raffreddore o con il solo disturbo intestinale allora va inviato un alert perché sarebbero da riconsiderare tutti i parametri diagnostici“.

Fonte articolo: Il Corriere

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