Per individuare la variante inglese si studia il genoma rilevato solo sullo 0,5% dei tamponi positivi. Il dato che emerge non può quindi essere significativo: perché allora si vuole utilizzare per imporre un altro lockdown nonostante il costante calo dei contagi?
La PATATA BOLLENTE delle VARIANTI: solo analisi a campione per individuarle
# Solo sullo 0,5% di tamponi positivi viene sequenziato il genoma per individuare la variante inglese
Come ha scoperto Luca Pacioli sulle FAQ dell’Istituto Superiore di Sanità, per misurare la diffusione della variane inglese del Covid-19 viene eseguito un sequenziamento del genoma nei laboratori su 500 campioni settimanali presi a livello nazionale, che corrispondono allo 0,5% del totale basandoci sui casi dell’ultima settimana. Un campione per nulla significativo per giustificare l’istituzione di un nuovo lockdown.
# Il “test inverso” usato per come prima fase di screening sulla variante inglese in Emilia-Romagna
L’Emilia-Romagna come prima fase di screening ha scelto di effettuare “un’indagine molecolare che NON riconosce la variante inglese.” Non essendoci un test che identifica direttamente la positività alla variante vengono analizzati a campione dei tamponi positivi con il metodo del “test inverso”: quelli che risultano negativi alla presenza della versione “originale” del virus, allora con buona probabilità sono positivi alla variante britannica. A questo punto si procede con l’eventuale sequenziamento del genoma.
# In Lombardia istituite zone rosse in 4 comuni per la varianti del virus. Ma a Bollate solo lo 0,01% è stato trovato positivo alla mutazione
Il governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana ha deciso di istituire la zona rossa nei comuni di Viggiù, Mede, Castezzato e Bollate fino al 24 di febbraio in accordo con il Ministro della Salute Speranza. Non sono però molto chiare le motivazioni di questa scelta osservando i dati che l’hanno giustificata. Se si guarda infatti il focolaio individuato nei plessi scolastici del comune di Bollate qualcosa non torna. Su 500 tamponi antigenici effettuati nel drive trhough di via Novara, 53 sono risultati positivi al test rapido. In seguito al tampone molecolare però sono stati solo 8 i positivi confermati e di questi solo 4 alla variante inglese. Questo significa che su oltre 36.000 abitanti del comune dell’hinterland milanese al momento solamente lo 0,01% è risultato positivo alla variante che si è sviluppata nel Regno Unito.
# Nel mondo le varianti sono oltre 4.000. Anche tra quelle più preoccupanti non se ne conosce il tasso di letalità
Il ministro britannico Nadhim Zahawi, messo a capo di un team governativo ad hoc per il coordinamento della campagna vaccinale nazionale dal premier Boris Johnson ha sottolineato come le varianti del coronavirus individuate in tutto il mondo dall’inizio della pandemia di Covid-19 sono circa 4000. Tra queste solo le più note “inglese”, “sudafricana” e “brasiliana” destano un po’ di preoccupazione, anche se di nessuna si conosce ancora se siano causa di una maggiore letalità.
Visto quindi il caso di Bollate, la mancanza di un tampone che indentifichi con certezza le variante inglese, al momento analizzata tramite sequenziamento di pochissimi campioni, l’incertezza sul maggiore tasso di letalità della stessa e il costante calo della curva dei contagi da oltre mese: ha senso definire zone rosse o chiudere impianti da sci con ulteriore aggravio all’economia italiana?
Fonte: Tio.ch
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FABIO MARCOMIN
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