Oltre 15.000 contagi, 312 morti. In rapporto alla popolazione, la Svizzera ha un tasso di contagi più alto dell’Italia: 1,7 casi per mille (in Italia sono 1,6). Il tasso di letalità risulta invece molto inferiore (6 volte di meno). Le misure adottate fino ad ora risultano meno rigide rispetto ad altri Paesi. Dati aggiornati al 29 marzo.
La SVIZZERA e il virus. Pochi divieti, ci si affida alla responsabilità individuale: «Non siamo la Cina»
Inviti a stare a casa (soprattutto per gli over 65)
In Svizzera i casi accertati di coronavirus sono più di diecimila, ma le misure di contenimento imposte dal governo federale per limitare la diffusione del virus sono meno rigide che altrove.
Le persone continuano ad andare a lavorare e si può correre, passeggiare e fare attività fisica all’aperto. Tuttavia il Consiglio federale esorta la popolazione a dare prova di responsabilità restando a casa e invita le persone ad uscire solo se strettamente necessario ovvero:
- per acquistare generi alimentari
- per andare dal medico o in farmacia
- per aiutare altre persone
- per andare al lavoro se il telelavoro non è possibile
A chi ha più di 65 anni o è già affetto da un’altra malattia viene raccomandato di restare a casa, a meno che non debba recarsi necessariamente dal medico.
Vietati assembramenti di più di 5 metri. Scuole chiuse, asili aperti
Gli assembramenti di più di cinque persone nello spazio pubblico sono vietati e se si incontrano cinque o meno persone, deve essere mantenuta la distanza di due metri. Chi non rispetta questa disposizione è punito con una multa pari a 100 franchi svizzeri.
Scuole e università sono chiusi, ma gli asili sono aperti e i Cantoni devono garantire i servizi per la custodia dei bambini che non possono essere accuditi dai genitori.
Anche negozi, ristoranti, bar, luoghi ricreativi e strutture che offrono servizi con contatto personale (parrucchieri, saloni di massaggio, centri estetici) sono chiusi, ma le imprese possono lavorare, a patto che rispettino gli standard di igiene e distanziamento sociale. Sono aperti anche i negozi di generi alimentari, i take-away, le mense aziendali, le farmacie, le stazioni di servizio, le stazioni ferroviarie, le banche, gli uffici postali, gli alberghi e gli uffici della pubblica amministrazione. I funerali sono consentiti, ma nella stretta cerchia famigliare.
Il Ticino è più rigido: divieto ad uscire per gli over 65
Sebbene la gestione delle crisi sanitarie sia di competenza del governo centrale, il cantone del Ticino ha deciso di introdurre provvedimenti più rigidi rispetto a quelli federali. Dal 22 marzo le persone con più di 65 anni o con problemi di salute non possono uscire, nemmeno per fare la spesa, e tutti i cantieri e le attività industriali, ad eccezione di quelle che non possono interrompere immediatamente la linea di produzione, sono stati chiusi. Rimangono comunque aperti gli asili, le strutture sanitarie e quelle assistenziali, le attività del settore agricolo e farmaceutico, gli interventi per garantire la pulizia dei luoghi pubblici e l’ordine pubblico, la circolazione dei corrieri.
“Non siamo la Cina”
Daniel Koch, responsabile della Divisione Malattie trasmissibili all’Ufficio federale della sanità pubblica e capo della task-force per la gestione dell’emergenza Covid-19, ha dichiarato alla televisione svizzera: “Il nostro scopo non è di arrivare al confinamento. Le misure che adottiamo devono corrispondere alla nostra cultura, alla nostra società e alla nostra democrazia. Non siamo la Cina e non vogliamo diventare un regime totalitario”. Una linea di azione nettamente diversa da quella adottata da altri Paesi, quindi, che punta sul senso civico e di responsabilità dei cittadini e non sul confinamento e sulla punizione severa di trasgressori. Interessante notare come la strategia adottata dal Consiglio Federale Svizzero abbia diviso la popolazione. Le regioni della Svizzera tedesca sono infatti tendenzialmente allineate con le autorità e favorevoli all’azione del governo, mentre i cantoni latini sono più preoccupati e non hanno risparmiato critiche alla linea di azione del governo, tanto che alcuni cittadini della Svizzera Francese hanno lanciato una petizione per chiedere il confinamento totale anche in Svizzera.
Gli aiuti: 38 miliardi per imprese e lavoratori
Per quanto riguarda le misure economiche, il Consiglio Federale ha stanziato in totale 40 miliardi di franchi svizzeri (circa 38 miliardi di euro) destinati a misure volte a preservare l’occupazione, garantire gli stipendi e sostenere i lavoratori indipendenti. Sono state adottate misure anche per i settori della cultura e dello sport, al fine di evitare fallimenti e arginare ripercussioni finanziarie.
- Liquidità per aiutare le imprese – il Consiglio Federale ha stanziato 20 miliardi di franchi in forma di crediti e fideiussioni a sostegno delle aziende, che potranno pertanto richiedere alle banche prestiti garantiti dallo stato per risolvere compensare le entrate mancanti e risolvere i problemi di liquidità
- Estensione e semplificazione dell’indennità di lavoro ridotto per compensare il calo dell’attività e preservare i posti di lavoro.
- Indennità di perdita di guadagno per i lavoratori indipendenti – è previsto un indennizzo per i lavoratori indipendenti che subiscono una perdita di guadagno a causa delle misure decise dalle autorità per combattere il coronavirus
- Indennità di perdita di guadagno per i lavoratori dipendenti – i genitori che devono interrompere la propria attività lavorativa per accudire i figli a seguito della chiusura delle scuole e le persone in quarantena ordinata dal medico avranno diritto ad una indennità di perdita di guadagno
- Aiuti immediati e indennità per il settore culturale per un totale di 280 milioni di franchi
- 100 milioni di franchi per le organizzazioni sportive
- Sostegno al turismo sia sotto forma di attività di informazione e consulenza sia con interventi per sostenere la liquidità
Fonti:
https://www.rsi.ch/news/ticino-e-grigioni-e-insubria/Il-Ticino-chiude-12866297.html
LAURA COSTANTIN
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