L’Italia non vuole i lombardi? Le 5 RESPONSABILITÀ di chi ci governa

Prima di prendercela con le altre regioni, facciamo luce sulle responsabilità di chi consente che tutti i lombardi siano visti come degli untori

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Domani 29 maggio il Governo dovrebbe decidere in merito alla ripresa degli spostamenti interregionali, con la Lombardia a forte rischio di esclusione a causa del 65% di contagi da Covid-19 rispetto al totale che si sono registrati appena ieri 27 maggio, e per la nostra Regione si tratterebbe dell’ennesimo schiaffo. Di chi è la colpa se siamo arrivati a questo punto?

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L’Italia non vuole i lombardi? Le 5 responsabilità di chi ci governa

#1 Le RSA focolai del contagio in Lombardia

La Regione Lombardia è quella che più di tutte ha registrato i maggiori contagi nelle RSA. A tre mesi dall’inizio dell’emergenza oltre il 30% dei degenti delle RSA lombarde risulta positivo al Covid, percentuale che supera il 40% considerando anche i deceduti. Solo dal primo di Aprile sono morti oltre 3.000 ospiti nelle residenze. Proprio i luoghi che dovevano essere protetti sono diventati quelli a maggiore diffusione del virus. Tra le cause ci sarebbe anche la “sventurata” delibera dell’8 marzo che ha indirizzato il trasferimento dei malati da Coronavirus dagli ospedali alle residenze per anziani.

Sulle ragioni di questa percentuale così elevata di positivi nelle RSA della Lombardia ancora non è stata diramata alcuna motivazione ufficiale da parte dei vertici della Regione. 

Responsabilità: Regione Lombardia

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#2 Le ordinanze restrittive contro la movida 

Il sindaco Sala si è lamentato della chiusura di alcune regioni verso i lombardi, dichiarando che se ne sarebbe ricordato in futuro. Eppure sotto questo aspetto neppure lui è esente da colpe: prima ha denunciato in maniera un po’ scomposta i milanesi per dei presunti assembramenti lungo i Navigli, situazione strumentalizzata dai media e smentita dalle prove fotografiche, poi ha imposto l’ultima ordinanza che impedisce ai milanesi di prendere un aperitivo in strada o nei cortili dopo le 19.00. La motivazione ufficiale è per un rischio troppo forte di possibili assembramenti come fonte di contagio.

Quindi dopo che il sindaco di Milano considera talmente rischioso che i suoi concittadini prendano un aperitivo in strada, come può stupirsi che sindaci o governatori di altre regioni possano avere perplessità ad accogliere i milanesi nelle loro città? Perchè loro dovrebbero consentire ai milanesi di prendere un aperitivo quando il sindaco di Milano li considera pericolosi?

Alimentare la paura senza alcuna prova (al momento non esiste alcun dato che dimostri che ci sono dei decessi per Covid contagiati in strada o negli aperitivi) è una responsabilità che il sindaco di Milano si deve prendere verso i suoi concittadini. 

Responsabilità: Comune di Milano

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#3 Dopo 3 mesi di pandemia, positivi, negativi e immuni sono ancora in giro tutti insieme, senza poter essere consapevoli della loro condizione

A tre mesi dall’inizio dell’emergenza positivi negativi e immuni sono ancora lasciati liberi di girare tutti assieme, indiscriminatamente, senza che nessuno sappia se è contagioso o no. In Russia si sono superati i 9 milioni di tamponi, a Wuhan ne hanno effettuati 11 milioni in 10 giorni ovvero a tutta la popolazione della  metropoli. In Lombardia si continuano a tamponare solo i sintomatici con un numero di controlli 4 volte inferiore al Veneto e i test sierologici, ancora non riconosciuti dal Sistema Sanitario Regionale, sono disponibili a pagamento ma non consentono in caso di positività di chiedere al proprio medico di farsi prescrivere un tampone. Di fatto quasi tutti i cittadini chiusi in casa in questi 3 mesi non sono stati sottoposti a controlli.

Infine la tanto decantata App Immuni, che avrebbe dovuto essere lo strumento utile a tracciare i contagiati, deve ancora iniziare la fase di test e i cittadini lombardi potranno provarla se va bene solo dopo il 15 giugno. Ultima beffa solo ora in Italia si sta per partire con un’indagine statistica di test sierologici su soli 150.000 cittadini. 

Responsabilità: Governo e Regione Lombardia

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#4 Lombardi con l’immagine di untori: con obbligo di distanziamento tra loro e di mascherine anche all’aperto

La Regione non è stata in grado di identificare e isolare i contagiati e quindi ancora si naviga nel buio, il Sindaco Sala si è dovuto perfino rivolgere in Francia per far analizzare i test sugli anticorpi dei dipendenti Atm visto che non essendo riconosciuti dal Sistema Sanitario Regionale era stato impedito l’accesso ai laboratori lombardi da parte del Comune.

Se non sono in grado di valutare la loro condizione, tutti i cittadini lombardi vengono considerati potenziali untori: dimostrazione di questo approccio è l’obbligo di mantenersi a distanza distanza e con in più l’imposizione da parte di Fontana di indossare la mascherina anche all’aperto quando nel resto d’Italia e all’estero non esiste. Tutto questo significa una cosa sola: ogni cittadino lombardo è un pericolo potenziale e questo perchè la Regione non riesce a identificare e isolare chi è davvero contagioso.

Se i cittadini della Lombardia sono visti dalle stesse istituzioni che li governano come soggetti di infezione, perché nelle altre regioni dovrebbero ricevere un trattamento diverso e vedersi accolte come persone non pericolose per la salute pubblica degli abitanti dei loro territori?

Responsabilità: Regione Lombardia

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#5 Nessuna traccia di strategia delle tre T (Test, Tracking, Treat)

Sono tanti i casi di successo nelle gestione dell’emergenza Coronavirus nel mondo, per citarne alcuni Germania, Taiwan, Corea del Sud, Hong Kong tutte Nazioni che hanno in comune la stessa strategia ovvero quella delle 3T: Test, Tracking, Treat. Il metodo prevede di fare tamponi a chi presenta sintomi, ripercorrere la storia dei contatti del positivo e effettuare tamponi a coloro che lo hanno incontrato, sia sintomatico che asintomatico, e curare in isolamento i pazienti base al diverso grado di gravità della malattia. Identificare e isolare i contagiati, questo il mantra dei paesi che hanno saputo gestire l’emergenza Covid. 

In piccolo anche in Italia il Veneto, e in parte l’Emilia, ha adottato la strategia riuscendo a contenere i danni in regioni che erano state molto colpite dal virus. Dopo tre mesi nè il governo nè la Regione Lombardia l’hanno adottata: sarebbe bastato copiare. Mentre il risultato è che una situazione ancora fuori controllo, che si affida nella speranza che non si verifichi alcun anomalo dei contagi e che può avere come unica arma di difesa la reintroduzione del lockdown, malgrado numerosi studi sperimentali lo abbiano indicato come tecnica fallimentare per affrontare l’epidemia e per le conseguenze sul sistema economico e sociale.

Responsabilità: Governo e Regione Lombardia

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FABIO MARCOMIN


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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.