Con l’emergenza si rinnova l’assalto alla diligenza. Governo nazionale e Regionale Lombardia sono in disaccordo su tutto tranne su una cosa: indebolire Milano.
Regione e Governo hanno trovato un punto in comune: IMPOVERIRE Milano
#1 Milano è la maglia nera sui fondi di Regione Lombardia con solo 4 dei 400 milioni, pari a 2 euro ad abitante, contro i 150 di altri Comuni
L’assessore al bilancio del Comune di Milano Roberto Tasca va all’attacco della Regione, per la ripartizione dei 400 milioni di euro inseriti nella delibera regionale destinati alle opere infrastrutturali per far ripartire l’economia nei Comuni lombardi: a Milano vanno solo le briciole in proporzione agli abitanti in confronto alle amministrazioni di centrodestra. L’assessore al bilancio di Palazzo Marino non ha dubbi “i criteri di ripartizione dei fondi usati dalla Regione Lombardia non rispondono a nessun parametro razionale se non a quello dell’appartenenza politica. Vengono favoriti i Comuni retti dal centrodestra a scapito di altre amministrazioni. Milano è la maglia nera in quanto a ripartizione di fondi: in tutto 4 milioni, pari a 2 euro ad abitante contro i 152,67 euro per persona di Nosate, comune amministrato da una lista civica vicina al centrodestra.”
Nel peggiore dei casi infatti, i Comuni amministrati da partiti o liste civiche di centrodestra arrivano a prendere 6 volte l’importo per abitante destinato al Comune di Milano, altrimenti la forbice è molto più ampia. Sembra in atto un tentativo di dissanguare il capoluogo lombardo e renderlo più debole, come già successo in passato per il trasferimento di risorse per il trasporto pubblico locale o la riduzione delle quote di rappresentanza all’interno dell’Agenzia di Bacino dei trasporti dell’area metropolitana.
L’assessore conclude: “Non è giustificabile. In queste cifre ci leggo solo una decisione politica. Milano è la maglia nera tra i 132 Comuni dell’area metropolitana.”
Fonte: corriere.milano
#2 Anche quest’anno il Governo chiede a Milano 130 milioni per il “fondo solidarietà”. Tasca: questi soldi ci servono!
Il Governo centrale non ha riservato un trattamento migliore per la città, anzi. Già a fine marzo sempre Tasca aveva storto il naso quando il governo italiano aveva stabilito solo 13 milioni come quota spettante del fondo di solidarietà alla nostra città, per far fronte alle spese di copertura della spesa sociale in favore dei cittadini più bisognosi, visto che Milano ne riverserà a breve in misura molto maggiore allo Stato ovvero dieci volte tanto: 130 milioni di euro.
Il bilancio del Comune alla fine di questa emergenza sarà disastroso, sarà difficilissimo chiuderlo, perché a causa dell’azzeramento della tassa di soggiorno, dei mancati pagamenti delle tasse sull’occupazione di suolo pubblico e sulle affissioni pubblicitarie, delle mancate entrate derivanti dall’utilizzo del trasporto pubblico, dell’Area C e dei dividendi di Sea per il fermo ai voli aerei si potrà contare su un bacino di risorse esiguo. C’è chi ha previsto la perdita per il Comune per il 2020 tra i 250 e i 500 milioni. Un disastro.
Per aiutare i comuni il Governo ha pensato di anticipare un quota parte del fondo di solidarietà e a Milano sono arrivati 13 milioni ovvero quanto raccolto dal Comune con l’attivazione del Fondo di Mutuo Soccorso in poche settimane. L’assessore al Bilancio Roberto Tasca intervistato il 30 marzo da Repubblica sulla distribuzione dei 4,3 miliardi del fondo di solidarietà aveva detto: “Ecco, appunto, ci anticipano dei soldi nostri. Anche qui, arriveranno 13 milioni, ma più avanti lo Stato chiederà comunque il contributo che versiamo per tutti e che vale 130 milioni” e quindi proponeva “Potrebbero lasciarci i 130 milioni che diamo al fondo di solidarietà. In quel caso farei a meno dell’anticipo dei 13 milioni. Oppure, potrebbero non incassare la quota di Imu, tra i 150 e 180 milioni“.
In aggiunta a questo se dovesse essere confermata l’eliminazione della proroga biennale dei termini di decadenza con la conversione in legge del decreto “Cura Italia”, in votazione oggi alla Camera, come afferma il Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ruffini 8,5 milioni di atti saranno recapitati ai cittadini entro il 31 dicembre e gli abitanti di Milano in proporzione del maggiore PIL prodotto sarebbero i meno tutelati.
Fonti:
milano.repubblica.it
eutekne.info
In dieci anni il Comune di Milano ha versato fino a 3,1 miliardi allo Stato
Si arriva fino a 3,1 miliardi in dieci anni di soldi versati da Milano allo Stato: nel dettaglio 130 milioni di euro destinati al fondo di solidarietà e tra i 150 e 180 milioni quali versamenti IMU finiti ogni nelle casse centrali. Sono oltre 300 milioni di uscite che sarebbero potute essere impiegate per coprire i 2/3 del costo del trasporto pubblico che al Comune costa circa 450 milioni di euro e ridurre drasticamente la tariffa dell’abbonamento per i residenti.
Senza arrivare a fare il conto su un periodo di 10 anni ci si potrebbe fermare a uno soltanto, nello specifico il 2020, per fare un primo test sull’autonomia della città e trattenere i trasferimenti dovuti per fronteggiare l’emergenza economica causata dalle conseguenze del Coronavirus che ha imposto la chiusura delle attività e degli spostamenti nelle città e tra tutti i paesi del mondo. In questo modo si premierebbe un comune virtuoso come quello di Milano, nei limiti delle regole amministrative che lo costringono ad un alto indebitamento, che potrebbe in seguito chiedere l’estensione di questa misura in modo continuativo e su altre voci di trasferimenti a Roma.
Rilanciamo con Milano Città Stato: Milano avrebbe 11 MILIARDI di euro ogni anno e potrebbe avere il potere di legiferare
Milano tra i tanti record, che può vantare, ha quello del residuo fiscale: è la città con il residuo fiscale più alto al mondo: 10,6% di ricchezza nazionale prodotto e appena 450 milioni di trasferimenti pubblici sul territorio.
Se Milano fosse già una regione, considerando che la città metropolitana ha oltre un terzo degli abitanti della Lombardia e soprattutto produce circa il 50% del PIL, avrebbe diritto a oltre 11 miliardi ogni anno.
Questa la somma che si ricava se si dovesse ripartire il budget tra Lombardia e Regione Milano per mantenere invariato il residuo fiscale, che è calcolato in base al PIL.
Come città regione Milano potrebbe gestire direttamente sul territorio una parte delle risorse che produce e richiedere finalmente l’autonomia amministrativa, anche per poter sviluppare un sistema sanitario d’eccellenza che possa intervenire rapidamente nel caso di altre emergenze come quella pandemica da Covid-19, facendo riferimento all’articolo 132 della Costituzione per rispondere ancora più velocemente alle esigenze dei cittadini.
Quindi chiediamo al Sindaco: perché non facciamo come Bolzano che ha chiesto di bloccare i trasferimenti allo Stato, dimostrando così la maggiore capacità di Milano di gestire i propri soldi e facendo diventare la città un modello di autonomia gestionale?
Leggi anche:
Milano città regione? Avrebbe 11 MILIARDI di euro ogni anno (senza che lo stato ci rimetta un cent)
FABIO MARCOMIN
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