Dopo il tour che ha visto i sostenitori di #Ioapro scendere nelle piazze d’Italia, oggi si fa sul serio: i bar e i ristoranti saranno aperti per protesta.
Sono ormai sempre di più i ristoratori che hanno deciso di unirsi al gruppo “IoApro”, l’obiettivo? Ottenere la riapertura delle attività più colpite dalla pandemia.
Se lo Stato non aiuta, “IoApro” fa da sé ma non tutti sono d’accordo.
Oggi #IOAPRO: bar e ristoranti aperti per protesta
#IoApro in tour
La protesta nasce così, con un tour, forse l’unico tour che vedremo per ancora molto mesi.
“IoApro per riconquistare la nostra libertà. Siamo l’unica vera opposizione in questo paese, centinaia di multe non ci hanno fermato. Ora riempiamo le piazze di tutta Italia con il nostro tour ed un unico obiettivo: il 7 aprile riaprire tutto.”, scrivevano su Facebook prima di iniziare ad occupare le piazze.
Questo viaggio a tappe ha portato i manifestanti di “Io Apro” in alcune delle più grandi città italiane: iniziava a Milano il 28 marzo, poi Napoli, Bologna, Palermo e infine Roma, ieri 6 aprile).
Dopo essere scesi in piazza e aver partecipato a varie trasmissioni televisive come “Non é l’Arena” e “Piazza Pulita” unicamente con le proprie risorse, i manifestanti hanno un solo e chiaro obiettivo: riaprire le attività che sono state colpite gravemente dagli effetti economici della pandemia.
#Tutti aperti il 7 aprile
É così che la pagina con ormai 90.000 follower annuncia le riaperture su Facebook.
Le manifestazioni sono finite, è arrivato il momento di agire. Tutte i ristoratori che hanno deciso di aderire a questo movimento riaprono i battenti oggi, mercoledì 7 aprile.
#Non solo consensi
Quelli che “IoApro” ha ricevuto non sono però solo consensi.
Primo tra tutti abbiamo Facebook stesso, che ha bloccato alcuni dei profili dei creatori di questo movimento ma anche GoFundMe, che ha interrotto la campagna di raccolta fondi che “IoApro” aveva lanciato per essere sostenuta.
Ad andare contro “IoApro” sono anche tutti quei ristoratori che stanno ancora seguendo le regole, nonostante la difficoltà. Questi non trovano infatti corretto l’atteggiamento di chi vuole aprire verso chi si attiene alle norme di tutela comunitaria.
A schierarsi contro questa protesta è anche il giornalista Luca Bottura, che nelle sue pagine social invita le persone ad andare a mangiare, non appena si potrà, in tutti quei ristoranti che hanno tenuto duro senza violare la legge.
#A gennaio l’inizio della protesta
Gennaio 2021: la protesta inizia a Pesaro e l’hashtag #Ioapro1501 inizia a rimbalzare su tutte le piattaforme.
Il 15 gennaio 2021 moltissimi ristoratori hanno tenuto aperti i loro locali violando consapevolmente le restrizioni Covid e sapendo di poter essere soggetti a sanzioni che, tra le altre cose, non si sono fatte attendere molto: un gesto sbagliato perché violava la legge ma non c’è sempre bisogno di un gesto estremo per creare un cambiamento?
Il cambiamento non c’è stato e quindi siamo qui, 3 mesi dopo, a vedere la storia che si ripete.
#Serve un cambiamento
Aprire quando la legge lo vieta è sbagliato perché va contro la legge e le restrizioni presenti ma il movimento “IoApro” non deve essere visto, a parer mio, come una presa di potere capricciosa.
C’è una semplice domanda da farsi: se i ristoratori avessero ricevuto una somma adeguata e sufficiente di aiuti economici dallo Stato, protesterebbero per rimanere aperti ugualmente? La risposta, per la quasi totalità dei ristoratori, sarebbe probabilmente no.
Queste proteste e la riapertura di oggi sono gesti estremi, per fare rumore, per attirare un cambiamento che da ormai un anno non arriva.
Se i ristoratori sono allo stremo e non hanno più i soldi per andare avanti cosa fare se non tentare di aprire per protesta e con la speranza di guadagnare qualche centinaia di euro, che lo Stato non è capace di fornire?
Questo è un discorso che non parla solo di alcune città come il tour di “IoApro”, questo vale per tutta l’Italia, unita ancora una volta nella difficoltà.
Oggi è il 7 aprile e molti riapriranno, un grido di aiuto e di rabbia, una richiesta di cambiamento, necessario per andare avanti.
Arriverà?
Fonti: primacomo.it
Continua la lettura con: Quanti BAR hanno CHIUSO nell’ultimo anno a MILANO?
ARIANNA BOTTINI
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