Il settore degli eventi in Italia vale l’1,7% del PIL, con Milano che da sola ne organizza il 10% nazionale, e in quasi tutto lo stivale è ripartito dopo lo stop causato dall’emergenza Covid in deroga al DCPM come previsto dal governo. La Regione Lombardia ancora una volta ha deciso di aspettare, causando un enorme danno all’economia milanese.
Riparte l’industria degli eventi: MILANO resta al palo
# Il DCPM 11 giugno stabiliva la ripartenza degli eventi il 14 luglio, con deroghe in capo alle regioni
Il settore degli eventi in Italia vale l’1,7% del PIL, offre lavoro ad una forbice tra 50.000 e 100.000 persone e, nel 2019, ha visto partecipare oltre 28 milioni di persone.
Senza contare l’indotto legato ai pernottamenti in albergo, ai consumi dei partecipanti quando sono in trasferta ed a tutte le altre componenti della filiera. Con il DPCM del 11 giugno è arrivata la doccia fredda: contrariamente a quanto si prevedeva, il testo del decreto rimanda al 14 luglio la ripartenza del settore, unico ad essere escluso dalla Fase 3. Con una postilla però: le Regioni possono decidere di derogare a questa disposizione alla luce di valutazioni autonome della situazione epidemiologica
Ed è cosi che nei giorni immediatamente successivi, 16 Regioni su 20 hanno imboccato questa strada facendo ripartire uno dei settori che ha visto il proprio fatturato completamente azzerato. Quasi tutte le ordinanze regionali, adottando le linee guida ed i protocolli proposti al governo da Federcongressi, non prevedono limitazione al numero di partecipanti agli eventi, unica condizione è che vengano rispettate le norme sul distanziamento sociale e sul divieto di assembramento.
# La Regione Lombardia una delle poche a lasciare fermo il settore degli eventi, nonostante Milano sia leader in Italia e tra le prime al mondo
Quando si parla di eventi Milano è leader incontrastata in Italia, con alcune manifestazioni come il Salone del Mobile e l’EICMA uniche al mondo, infatti ne ospita ogni anno circa 45.000, il 10% di tutti gli eventi nazionali. L’industria degli eventi in città è complementare a tutti i settori più trainanti come moda, design, turismo, architettura, farmaceutica, real estate, finanza. La ripartenza del settore sarebbe stata quindi una boccata d’ossigeno per l’economia della città e per l’Italia intera.
Purtroppo per ora Milano non potrà farlo perché dipende ancora dalle decisioni di Regione Lombardia, una delle 4, insieme a Piemonte, Valle d’Aosta e Trentino, che hanno deciso di non derogare al decreto disposto del Presidente del Consiglio. Quindi si ritroverà in condizione di svantaggio anche nei confronti delle altre regioni che hanno già derogato l’apertura del settore e che potrebbero drenare mercato anche in ottica internazionale. Questa è l’ennesima dimostrazione che senza un’autonomia, alla pari delle altre città internazionali, Milano si troverà sempre a dipendere da scelte altrui senza nessuna voce in capitolo rischiando di scivolare sempre più nell’anonimato.
LUCA BENSAIA
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