17 marzo: una ZES per le aree più colpite
17 marzo. Milanocittastato.it lancia la proposta per una Zes per rilanciare le aree più colpite dal coronavirus una volta terminata l’emergenza sanitaria. In particolare, si propone “Milano come Dubai per tornare a correre”: “La chiusura del 90% delle attività commerciali porterà con sè il bisogno di imprimere una scossa all’impianto economico del Paese come mai successo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ormai 70 anni fa.”. La nostra idea di maggiore autonomia locale vuole essere una risposta concreta per risolvere la crisi dei territori che trainano il Paese e dar loro adeguati benefici e poteri per rinascere con una forza maggiore e in tempi più rapidi da questa crisi.
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24 marzo: per fare ripartire Milano la priorità è la ZES
24 marzo. Rilanciamo: per “affrontare l’emergenza economica: l’autonomia è meglio dei finanziamenti”. “L’epidemia del coronavirus e le iniziative poste in atto per sconfiggerlo, rischiano di trasformarsi nella più grave crisi economica dai tempi della guerra. Questo per due ragioni sostanziali: 1. Per gli effetti del lockdown e della paura del contagio che hanno fermato numerose attività per un lungo tempo privandole dei loro ricavi 2. Per l’effetto rete delle nazioni che sono state colpite contemporaneamente.
Queste due ragioni determineranno con ogni probabilità il crollo del PIL e l’aumento del debito dello stato.”
Per consentire a Milano di uscirne al meglio e tornare a essere la locomotive del Paese, la priorità secondo noi deve essere una, diventare una città stato. Questo consentirebbe di “diventare una ZES, uno spazio economico più libero e con dei vantaggi per le attività produttive, almeno per il periodo necessario ad uscire dall’emergenza. Questo per Milano sarebbe prioritario perché l’economia della città è strettamente connessa a quella delle altre grandi città internazionali, quindi sarebbe fondamentale per Milano rientrare al più presto in questa economia sovranazionale delle città globali, ma senza freni o penalizzazioni che rischierebbero di essere fatali a lei e, di conseguenza, a tutta l’economia italiana.
La nostra conclusione è che “se fosse città stato, quindi, Milano avrebbe più strumenti, poteri e risorse per rilanciarsi con più forza e più velocità fuori dalla crisi economica, trascinando con sé il resto del Paese, senza dipendere per il suo futuro interamente dalle scelte di altri.”
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30 marzo. Salvini: “Milano sia Zona Economica Speciale”
30 marzo. In un’intervista ad affariitaliani.it il leader della Lega annuncia per Milano il principio economico della città stato, rilanciando la nostra proposta: “La Lombardia e Milano stanno dimostrando una reazione eccezionale, come nel caso del nuovo Ospedale in Fiera montato a tempi da record. Anche per questo Milano deve diventare ‘zona economica speciale’, per evitare la perdita di 5 miliardi di pil come denunciato anche oggi da Confcommercio”. Aggiunge Salvini che “se si aiuta la locomotiva d’Italia, si aiuta tutto il Paese”.
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Sala e l’ultimo tabù
Salvini ha messo la freccia di sorpasso sul sindaco. Negli ultimi giorni Beppe Sala è sembrato aumentare la pressione per uno strappo di Milano. Il 28 marzo in un’intervista al Corriere della Sera aveva dichiarato, a proposito di alcune gravi lacune nella sanità lombarda, che: «Qualcosa andrà cambiato in futuro, partendo da Milano». (Leggi Lo strappo di Sala). Il 29 marzo a La Repubblica, il Sindaco ha continuato a prefigurare un nuovo assetto per Milano nei rapporti con la Regione, dichiarando che “Il sistema con 20 regioni ha fallito: finita la crisi serve una riforma” (qui l’articolo). Concetto ribadito il giorno successivo.
Il 30 marzo, il Sindaco di Milano in un’intervista a La Stampa propone una nuova costituente repubblicana per rilanciare l’Italia, partendo da Milano “motore indispensabile per la ripresa”, ripensando alla struttura amministrativa di Stato, Regioni, Province e di tutte le amministrazioni locali con riforma dei poteri e riduzione di livelli e sovrapposizioni burocratiche, mettendo mano anche alla giustizia. Lo scopo è tenere maggiori poteri decisionali sui territori in una logica totalmente diversa da quella del secolo scorso, ora sono i grandi agglomerati urbani che dettano le linee guida nel mondo.
A questo punto si aspetta solo la presa di posizione definitiva del sindaco che deve superare l’ultimo tabù. Riconoscere che a Milano serve una cosa sola: diventare una città stato sul modello delle principali città del mondo.
Non è uno scherzo: è in gioco il destino di Milano e dell’Italia.
FABIO MARCOMIN
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