Il 21 febbraio i ragazzi della Lombardia sono usciti da scuola.
Era un venerdì, erano contenti per le vacanze di carnevale e per le festicciole dei giorni successivi. Nessuno di loro avrebbe mai immaginato che, probabilmente, non avrebbero più messo piede nei loro istituti, almeno per questo anno scolastico.
Nessuno poteva prevedere che l’anno si sarebbe concluso via internet, attraverso la didattica a distanza. Non senza molte difficoltà per le famiglie.
Scuola e coronavirus: 10 difficoltà incontrate dalle famiglie
Gli sforzi compiuti dal Ministero dell’istruzione, dai presidi e da tutto il corpo docente sono stati immani: da un giorno all’altro è stato necessario stilare procedure, formare il personale, implementare i sistemi, organizzare una modalità di studio nuova e le difficoltà sono tuttora tante. La scuola non era pronta, esattamente come non erano pronte le famiglie. E’ già trascorso 1 mese e mezzo e, superato il primo attimo di sgomento e smarrimento, la situazione oggi sembra essersi quasi del tutto assestata.
Delle difficoltà dei docenti, ai quali va il più profondo ringraziamento, si è ampiamente parlato. Un po’ meno si è parlato delle difficoltà operative e di gestione quotidiana, che, ancora oggi, stanno affrontando le famiglie, soprattutto quelle in cui sono presenti più figli che frequentano le scuole elementari e medie.
#1 Famiglie come copisterie
Un problema che si è presentato sin da subito è stato l’eccessivo carico di stampe. Decine di pagine da stampare ogni giorno, moltiplicate per il numero dei docenti e per il numero dei figli componenti il nucleo familiare. Una cosa, nei fatti, difficile da sostenere perché le famiglie non sono copisterie. Molte di loro non hanno neanche una stampante in casa. Per ovviare il problema, i docenti invitano a ricopiare a mano intere pagine, costringendo i ragazzi a una enorme fatica e impiego di tempo. Si impone una domanda: a settembre scorso, già dalla prima elementare, le famiglie hanno dovuto procurarsi decine di libri (dai 15 ai 20). Che fine hanno fatto questi libri? Sono rimasti a scuola, ma se ci fosse la possibilità di recuperarli si potrebbe facilmente ovviare al problema legato all’eccessivo carico di materiale da stampare.
#2 Utilizzo di piattaforme diverse tra i docenti
Esistono diverse modalità e piattaforme on line attraverso le quali docenti e alunni entrano ogni giorno in contatto. Anche nell’ambito di una stessa classe, i docenti hanno però spesso scelto di utilizzare piattaforme differenti costringendo le famiglie ad effettuare iscrizioni a svariati siti e mettere a regime numerose login e password. Tantissima la confusione.
#3 Trovare i compiti, una caccia la tesoro
Ogni docente utilizza un metodo proprio, anche più di uno, per assegnare i compiti.
Chi li scrive nell’Agenda della piattaforma, chi nella sezione Aula Virtuale, chi li invia tramite wathapp, mail, link. All’interno delle chat delle mamme, quotidianamente, si fa il punto della situazione per “ricostruire” i compiti assegnati. Una vera caccia al tesoro.
#4 Genitori onniscienti
Certamente non tutti, ma sono tantissimi i docenti che hanno attribuito alle famiglie il compito di portare avanti i programmi didattici. Molti insegnanti si limitano a interrogare e correggere i compiti svolti. I genitori, nel frattempo, sono dovuti diventare insegnanti/sostituti di italiano, storia, geografia, matematica, scienze, tecnologia, geometria, inglese, musica… I genitori ai tempi del coronavirus sono diventati onniscienti.
#5 Scarsità di computer e mezzi tecnici
Non tutte le famiglie posseggono un computer, ancor più difficile è che cene sia uno a testa per ogni componente familiare. I figli, in moltissimi casi, devono studiare e fare le video lezioni sui telefonini. Le difficoltà segnalate in tal senso sono legate al fatto che si è costretti ad andare con il dito da sinistra a destra per leggere ogni riga. Dopo mezza pagina la concentrazione è persa e gli occhi si sono incrociati. Studiare sui telefonini è assolutamente disagevole, per non dire dannoso per la vista.
#6 Scarsità di toner e cancelleria
Prima che scoppiasse la pandemia, quasi nessuna famiglia aveva in casa scorte sufficienti di cancelleria e soprattutto di toner e risme di carta per affrontare correttamente la didattica a distanza. Ciò ha messo in profonda crisi le famiglie, all’interno delle quali spesso un genitore, e talvolta tutti e due, hanno nel frattempo perso il lavoro e affrontano problemi economici importanti. Occorrerebbe che si comprendesse che la didattica a distanza si svolge in una situazione di assoluta emergenzialità sanitaria, economica e sociale.
#7 I genitori non sono IT
Connessioni che saltano, computer che si rompono, sistemi di protezione dei PC inesistenti o scaduti. Le difficoltà di natura tecnica sono ancora tante e spesso difficilmente risolvibili perché non in tutti i nuclei sono presenti esperti informatici.
#8 Problemi tecnici
Oltre alle dotazioni informatiche spesso insufficienti o inadeguate all’interno delle famiglie, ci sono quotidianamente problemi legati all’ingresso nelle aule virtuali. Spesso non si riesce ad accedere in piattaforma perché le credenziali sono errate o il PC non le recepisce, non si sente l’audio, non si vede il video. Ogni giorno una sfida.
#9 I bimbi più piccoli non sono autonomi
E’ una delle principali difficoltà lamentate dalle famiglie. Soprattutto i bimbi frequentanti le scuole elementari e in parte anche le medie, non sono autonomi nella gestione di piattaforme, stampanti, password, ecc. All’atto pratico, ciò comporta che debbano essere sempre i genitori a seguire le loro attività in tutte le loro fasi: collegamenti, esecuzione dei compiti, carico dei materiali sulle piattaforme. Per chi ha più figli in questa fascia di età la gestione scolastica è pressoché totalizzante.
#10 Difficoltà a gestire la propria professione
E’ direttamente collegata ai punti precedenti. Per i genitori che lavorano in smart working è difficile se non impossibile, gestire il loro carico e responsabilità di lavoro con l’impegno quotidiano di portare avanti la didattica a distanza.
VALENTINA PETRACCA
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