Annunciati nella conferenza stampa dal ministro Speranza i nuovi parametri per determinare il cambio colore delle regioni. La base sarà la quota di occupazione delle terapie intensive invece che l’andamento dei contagi. Questa sembra una cosa positiva, ma c’è un ma: con i nuovi parametri stabiliti l’Italia sarebbe diventata zona rossa quasi ogni anno, durante il picco dell’influenza stagionale. Vediamo le nuove condizioni per la determinazione delle zone di rischio pandemico nel Paese.
ZONA ROSSA con 30% di TERAPIE INTENSIVE? Con i nuovi parametri l’ITALIA sarebbe stata in LOCKDOWN anche solo per INFLUENZA STAGIONALE
# Nuovi parametri per determinare le zone di rischio delle regioni
Tra i principali provvedimenti contenuti nel Decreto Legge varato ieri 22 luglio 2021 dal Consiglio dei Ministri per la gestione della pandemia, oltre al prolungamento dello Stato di Emergenza fino al 31 dicembre di quest’anno e l’allargamento delle funzioni del Green Pass, c’è la rimodulazione dei parametri per determinare l’appartenenza di una regione a una specifica zona di rischio.
In particolare sono due gli indicatori a essere modificati, il tasso di occupazione dei posti letto in area medica e il tasso di occupazione di posti letto in terapia intensiva. Questi, insieme all’incidenza dei contagi ogni 100.000 abitanti, stabiliranno l’area di rischio di un territorio.
# Da zona bianca a zona rossa con solo il 30% di occupazione delle terapie intensive, a marzo era il 50%
Per rimanere in zona bianca, dove serve comunque il green pass per partecipare a gran parte della vita sociale, l’incidenza dei contagi dovrà essere inferiore ai 50 casi ogni 100.000 abitanti per tre settimane consecutive, oppure in caso di numero superiore i posti letto in area medica non potranno essere occupati più del 15% o quelli in terapia intensiva del 10%. Altrimenti la regione passerà in zona gialla.
Con un’incidenza pari o superiore a 150 casi ogni 100.000 abitanti, per rimanere in zona gialla una regione non dovrà registrare un’occupazione superiore al 30% dei posti in area medica o il 20% in terapia intensiva. Se invece si verificano entrambe le condizioni scatterà il passaggio in zona arancione. Infine una regione verrà identificata con la zona rossa, a rischio più alto, se i posti occupati in area medica saranno superiori al 40% del totale e quelli in terapia intensiva del 30%.
Quindi con il 90% di terapie intensive vuote si passa in zona gialla, con il 70% in zona rossa mentre a marzo almeno la metà doveva essere piene. Se avessimo adottato in passato questi parametri quasi ogni anno ci avrebbero messo in lockdown per l’influenza stagionale.
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FABIO MARCOMIN
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